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Scuola in Ticino, telefonini spenti anche a ricreazione

Allieva con smartphone
Finora erano i singoli istituti a decidere come se e come vietare l'uso dello smartphone a scuola. © Keystone / Christian Beutler

Il Gran Consiglio ticinese (il Parlamento cantonale) ha approvato un giro di vite sulle direttive sull'utilizzo degli smartphone durante l'orario scolastico per gli allievi delle scuole elementari e medie.

Uno strumento utile, anche a livello educativo, ma che se non viene utilizzato in modo responsabile ha dei rovesci della medaglia che preoccupano le scuole e la politica ticinese: bullismo, sexting, disattenzione e isolamento sociale possono essere alcune delle conseguenze di un cattivo uso dello smartphone.

Il dibattito attorno a questo tema si è infiammato a più riprese nel cantone. A “dare il la” all’ultima svolta è stata una mozione presentata nel 2018 dal parlamentare ticinese Giorgio Fonio, che proponeva un divieto generalizzato del telefonino durante l’orario scolastico, sull’esempio di quanto si fa nel canton Vaud.

Il rapporto approvato martedì dal Gran Consiglio (con 51 sì, 13 no e 12 astenuti) non va così lontano, ma rappresenta comunque un giro di vite rispetto alle regole attuali.

In particolare, i telefonini degli allievi dovranno essere spenti anche durante la ricreazione. Spenti, non in modalità-aereo come finora permesso. L’istituto scolastico, inoltre, sarà tenuto a informare attivamente i genitori degli allievi riguardo a eventuali sgarri o nel caso vengano organizzate attività educative che prevedano l’uso dello smartphone.

Le direttive potrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo anno scolastico, in settembre.

“Regole superflue”

Il direttore del Dipartimento dell’educazione ticinese, Manuele Bertoli, pur accettando quanto emerso dal dibattito parlamentare, non si è mostrato molto entusiasta riguardo alle nuove direttive.

“Non immaginiamoci di fare un gesto risolutore” per il bullismo, ha detto. Secondo Bertoli, sarebbe stato più opportuno lasciare in vigore le direttive attuali, che permettono ai singoli istituti di decidere autonomamente se vietare o meno l’uso dello smartphone.

Durante il dibattito ha ricordato inoltre che i gravi episodi di bullismo citati da alcuni parlamentari sono avvenuti in scuole dove l’uso dei cellulari era già proibito.

I punti salienti della discussione parlamentare nel servizio della Radiotelevisione svizzera:

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