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Siria, sospesa evacuazione di jihadisti da Yarmouk

Un inedito corridoio umanitario avrebbe permesso ai combattenti di lasciare il campo, per permettere all'Onu di soccorrere i civili intrappolati

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I nuovi negoziati di pace sulla Siria si svolgeranno a Ginevra e dovrebbero prendere avvio il prossimo 25 gennaio. È l’auspicio espresso sabato dal delegato delle Nazioni Unite per la Siria. Un segnale di fiducia, alla ricerca di una soluzione che si annuncia comunque molto difficile.

Mentre continuano scontri e bombardamenti, l’inedita creazione di un corridoio umanitario per migliaia di jihadisti è stata sospesa, dopo la morte di uno dei leader dei ribelli.

Diciotto bus erano già arrivati, con il benestare del governo siriano. Sabato sarebbe dovuta iniziare l’evacuazione di tre quartieri di Damasco, tra cui il campo profughi palestinese di Yarmuk, da parte di jihadisti e delle loro famiglie (4000 persone), per permettere poi all’Onu di soccorrere i civili intrappolati.

L’operazione è stata però congelata da un bombardamento. Sotto le bombe, sganciate venerdì da aerei russi, sono morti diversi leader dei ribelli, riuniti in un incontro segreto. Tra di essi anche Zahroun Alloush, il capo dell’esercito dell’Islam, feroce nemico dell’Isis.

In un camaleontico gioco di ruoli, sarebbe dovuta essere proprio questa fazione ad assicurare la sicurezza del convoglio di militanti dello stato islamico sfollati. Ma i nuovi leader hanno promesso vendetta contro il regime.

Si riparte, dunque, da capo. Tanto più che proprio l’esercito dell’Islam sembrava essere uno dei pochi gruppi della confusa e conflittuale nebulosa dei ribelli disposti a negoziare con il governo.

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