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Siria: Onu, ‘pause umanitarie’ non sufficienti per aiuti

Jan Egeland, consigliere per gli affari umanitari dell'inviato speciale dell'Onu per la Siria Staffan de Mistura (foto d'archivio). KEYSTONE/SALVATORE DI NOLFI sda-ats

(Keystone-ATS) Le ‘pause umanitarie’ di cinque ore al giorno nella Ghuta orientale “non sono sufficienti” per fare arrivare aiuti alla popolazione e per sfollare i civili che vogliono lasciare l’enclave in mano ai ribelli, assediata dalle forze governative siriane.

Lo ha affermato oggi Jan Egeland, consigliere per gli affari umanitari dell’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan de Mistura.

Egeland ha detto che “è positivo cercare di fare uscire i civili da una zona di guerra”. “Ma non conosco alcun operatore umanitario – ha aggiunto – secondo il quale una tregua di cinque ore è sufficiente per portare aiuti e organizzare una evacuazione medica”.

Per fare questo, il consigliere dell’Onu propone un coordinamento con la Russia e i Paesi che sostengono gli insorti per cercare di “rispettare gli standard umanitari”.

La Russia e la Siria hanno accusato i ribelli della Ghuta di avere impedito l’evacuazione di civili durante le ‘pause umanitarie’, in vigore quotidianamente da martedì, bombardando un valico di passaggio riservato a questo scopo verso il territorio controllato dalle forze governative.

Egeland, che parlava in una conferenza stampa a Ginevra, ha sottolineato che le ‘pause umanitarie’ sono state decise dalla Russia “unilateralmente” senza consultazioni con il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che sabato ha approvato una risoluzione per un cessate il fuoco di 30 giorni in tutto il Paese. Nella stessa conferenza stampa de Mistura ha detto che le Nazioni Unite continueranno a chiedere il rispetto di tale tregua.

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