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Si rivota per la legge covid-19

Donna con balestra e bandiera svizzera che manifesta contro le misure anti covid-19.
Non mancano le persone contro le misure anti covid-19 prese dal Consiglio federale. Qui una manifestazione a Winterthur del 18 settembre scorso. Keystone / Michael Buholzer

La legge covid-19 è lo strumento che permette di far fronte alle conseguenze sociali e economiche della pandemia. Le modifiche apportate a tale legislazione dal Parlamento lo scorso 19 marzo, sulle quali si voterà il 28 novembre, permettono di estendere gli aiuti finanziari e creano le basi legali per il certificato sanitario.

Così si è espresso il governo federale, per voce del suo presidente Guy Parmelin, in difesa della legge. Un eventuale “no” alle urne – ricorda il consigliere federale – metterebbe in seria difficoltà le imprese colpite dalla pandemia e renderebbe molto più difficili i viaggi all’estero.

Per far fronte alle imprese in difficoltà, governo e Parlamento hanno messo a disposizione 70 miliardi di franchi. Le aziende che ne hanno beneficiato o che continuano a beneficiare del sostegno di Berna sono oltre 100’000. Per Guy Parmelin rimettere in discussione questi aiuti sarebbe un grave errore.

Basi legali per il certificato covid

La revisione della legge covid-19 in votazione tra due messi crea, come detto, anche le basi legali del certificato covid. Si tratta, come ricordato dall’altro consigliere federale, Alain Berset, di un mezzo efficace che è accessibile a tutte le persone vaccinate, guarite o testate. Il pass permette di limitare i contatti alle persone che non sono contagiose o che lo sono in misura molto limitata. Lo scopo è “limitare i rischi d’infezione e l’esplosione dei casi”, ha precisato il ministro della sanità.

Grazie al certificato l’economia del Paese può continuare a girare. Il pass permette di salvaguardare gli impieghi. Berset ha fatto il confronto con la situazione di un anno fa quando, senza saperlo, “ci stavano dirigendo verso un periodo contraddistinto da numerose chiusure”.

Il consigliere federale ha poi nuovamente ribadito che il certificato sanitario continuerà ad essere richiesto in Svizzera solo il tempo necessario per evitare di sovraccaricare gli ospedali. 

Seconda votazione sulla legge covid-19

Il popolo ha già votato una volta sulla legge covid-19: lo scorso 13 giugno, quando ha approvato con una maggioranza del 60% la legge adottata dal Parlamento il 25 settembre 2020. La votazione del 28 novembre riguarda unicamente le modifiche apportate a tale legge il 19 marzo 2021.

Con gli emendamenti di marzo sono stati estesi gli aiuti finanziari a chi fino a quel momento non ne aveva potuto beneficiare e sono stati aumentati i contributi federali. Sono anche stati estesi l’indennità di perdita di guadagno per i lavoratori indipendenti, l’indennità per lavoro ridotto, nonché gli aiuti finanziari agli asili nido e agli operatori culturali.

Le revisione della legge covid-19 consente poi alla Confederazione di promuovere lo svolgimento dei test covid-19 e assumerne i costi. Viene come detto anche istituita la base legale per il certificato sanitario.

In caso di bocciatura della revisione della legge covid-19 verrebbero abrogate unicamente le modifiche alla legge introdotte il 19 marzo. In tal caso, gli adeguamenti cesseranno di applicarsi un anno dopo la loro entrata in vigore, ossia il 19 marzo 2022. Non sarebbe ad esempio più possibile rilasciare certificati covid, neanche per i viaggi all’estero.

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