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Si concretizzano gli sforzi per la pace in Libano

La situazione in Libano è particolarmente tesa, anche in vista delle imminenti elezioni Keystone

L'ultimo incontro interlibanese tenutosi in Svizzera è sfociato in una dichiarazione d'intesa che è stata consegnata lunedì a Beirut ai principali partiti politici.

Tale iniziativa beneficia dell’importante sostegno del Dipartimento federale degli affari esteri.

Il più recente incontro informale interlibanese – che ha avuto luogo in Svizzera allo scopo di superare la crisi politica nel Paese dei cedri – ha condotto a una dichiarazione comune che è stata consegnata lunedì a Beirut ai partiti e sarà diffuso martedì dalla stampa nazionale.

Il documento è il frutto di negoziati che si sono svolti nei pressi di Berna tra il 16 e il 20 agosto, in occasione del terzo incontro tra politici ed intellettuali libanesi. Essi rappresentano varie formazioni e correnti politiche, ma non dispongono di un mandato ufficiale.

I colloqui sono stati promossi dall’Associazione svizzera per il dialogo tra europei, arabi e musulmani (ASDEAM), la cui iniziativa è stata sostenuta anche dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). In aprile e in giugno erano stati organizzati analoghi incontri sul Mont Pélerin, nel Cantone di Vaud.

Risultato importante

Il compromesso raggiunto concerne le istituzioni della democrazia libanese e i rapporti con la Siria: «Nel contesto libanese attuale, assai teso e contraddistinto dalla paura diffusa nella popolazione, il fatto che personalità di differenti orientamenti siano riuscite a trovare un accordo sul futuro delle istituzioni è già un grande risultato», ha dichiarato a swissinfo Yves Besson, ex diplomatico e vice-presidente dell’ASDEAM.

Egli ha poi sottolineato che tale risultato è particolarmente significativo anche alla luce dei recenti insuccessi delle iniziative ufficiali intraprese dalla Lega Araba, dall’Arabia Saudita e – recentemente – dalla Francia.

Carattere informale

Il tentativo di mediazione in territorio svizzero s’inserisce nel quadro della crisi politica risalente allo scorso novembre, quando sei ministri dell’opposizione pro-siriana si erano dimessi, creando così una frattura all’interno della società libanese. Le tensioni sono acuite dall’imminenza delle elezioni presidenziali previste il 25 settembre, per le quali non vi è ancora un candidato gradito a tutti i partiti.

Come è stato più volte ribadito, l’obiettivo principale degli incontri – il primo dei quali si è tenuto a inizio aprile – non è tanto quello di risolvere i problemi urgenti della crisi libanese, ma piuttosto di intervenire sulle sue cause profonde.

swissinfo e agenzie

1989: gli accordi di Taëf concludono la guerra civile che infiamma il Libano dal 1975.

2000: l’esercito israeliano si ritira dal sud del Libano occupato dal 1978.

2004: la risoluzione 1559 del Consiglio di sicurezza dell’Onu esige il ritiro delle forze siriane dal Libano e la fine delle attività militari di Hezbollah.

2005: in un attentato viene assassinato l’ex premier Rafic Hariri. L’Onu ordina un’inchiesta.

2006: una guerra durata un mese oppone Israele e il Libano; il conflitto causa oltre 1’000 vittime civili.

20 maggio 2007: nel campo palestinese di Nahr Al-Bared scoppiano scontri tra l’esercito libanese e il gruppo Fatah Al-Islam.

L’associazione svizzera per il dialogo tra europei, arabi e musulmani ha organizzato varie riunioni informali tra rappresentanti della società libanese, al fine di scongiurare la crisi.

La prima riunione si è tenuta in aprile, la seconda nel mese di giugno, la terza in agosto.

La diplomazia svizzera sostiene finanziariamente il progetto di dialogo.

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