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Si alza il sipario sul WEF di Davos, ma a cosa serve?

L'ex vicepresidente USA Al Gore keystone

Al via la 45esima edizione del vertice mondiale nella cittadina grigionese,

Per cinque giorni tutti gli occhi del mondo saranno puntati su Davos, dove oggi si apre la 45esima edizione del World economic forum (WEF)Collegamento esterno. Nella rinomata località sciistica grigionese si assisterà alla consueta passerella di potenti e protagonisti della politica e della finanza planetaria. Di qui sono passati governanti, manager delle più importanti multinazionali e intellettuali, qui si sono strette le mani ex nemici giurati come Mandela e De Klerk nel 1992 e Arafat e Rabin nel 2000.

Come è nato il WEF

Il Forum economico mondiale è una fondazione senza fini di lucro creata nel 1971 su iniziativa dell’economista Klaus Schwab. Nato come Simposio europeo del management, che aveva il mero scopo di diffondere nel mondo imprenditoriale del Vecchio Continente i concetti manageriali in uso sul’altra sponda dell’Atlantico, ben presto l’appuntamento invernale nella stazione turistica retica si aprì a tematiche mondiali ad ampio spettro legate anche all’attualità, che spaziavano – e tuttora spaziano – dalla politica internazionale alle questioni energetiche o sanitarie planetarie. Addirittura, non senza una certa presunzione, il World economic forum si ritiene oggi impegnato “a migliorare lo stato del mondo”.

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Quale è la sua utilità?

I fautori del meeting grigionese osservano che acute crisi regionali e delicate trattative hanno trovato un tavolo più o meno improvvisato annesso al Centro congressuale di Kurgartenstrasse. La contemporanea presenza di molti protagonisti della scena politica internazionale indubbiamente agevola le occasioni di incontro ed è capitato che le premesse di rinnovate relazioni tra soggetti non dialoganti – come fu nel caso della crisi greco-turca del 1988 o dell’incontro tra ministri delle due Coree l’anno successivo – sono state gettate proprio all’interno del WEF.

Di fatto, viene rilevato da altri, soprattutto negli ultimi anni Davos è sembrato essere più che altro una kermesse mondana in cui personaggi di primo piano discutono di massimi sistemi. Ma alla fine di proposte concrete, idonee ad avere una reale ed efficace applicabilità nella realtà quotidiana, non se ne vedono.

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Ma cosa decidono realmente i grandi del mondo a Davos?

Per ovviare a queste critiche e per tentare di emanciparsi almeno in parte dai partecipanti e dai finanziatori della fondazione appartenenti tutti al settore industriale, il WEF si è parzialmente aperto a istanze sociali, senza però arrivare ovviamente a mutare fini e presupposti ideologici della manifestazione. E questo, in un certo senso, limita la portata delle ricette che vengono avanzate a Davos e la loro idoneità a risolvere le crisi e gli effetti indesiderati arrecati dal processo di globalizzazione economica in atto da almeno un ventennio su scala internazionale.

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Il 24 gennaio comunque si potranno tirare le somme e magari per una volta i grandi del mondo ci vorranno stupire.

Leonardo Spagnoli

Il programma del WEF Collegamento esterno

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