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Shirin Ebadi ospite del parlamento svizzero

Il premio Nobel per la pace, Shirin Ebadi, viene accolta con un applauso dai deputati elvetici Keystone

La lotta contro il terrorismo non deve servire come pretesto per “calpestare i diritti fondamentali”.

Questo il messaggio del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi che lunedì, in occasione della Giornata internazionale della donna, ha parlato davanti al parlamento svizzero.

“Questa lotta deve essere condotta nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite”, ha sottolineato l’avvocata iraniana chiedendo che i dispositivi di sicurezza delle Nazioni Unite siano “rafforzati” e che le organizzazioni internazionali assicurino la protezione dei difensori dei diritti umani nel mondo.

Come a Ginevra qualche ora prima, Shirin Ebadi ha ribadito che l’Islam rispetta questi diritti senza i quali “non c’è pace duratura”.

La condizione femminile

Esprimendo in particolare la sua preoccupazione sulla condizione della donna nei Paesi del Sud, il premio Nobel per la pace ha invitato alla solidarietà senza “guerra e brutalità”.

“Siamo tutti nella stessa barca. Se una parte prende fuoco, anche il resto dell’imbarcazione è in pericolo”, ha dichiarato. “Dobbiamo salvare insieme la barca dell’umanità”, ha aggiunto.

È la prima volta che una donna straniera che non è nè una parlamentare, nè una ministra si esprime davanti all’Assemblea federale, ha sottolineato il presidente del consiglio nazionale Max Binder, dell’Unione democratica di centro (UDC).

L’UDC zurighese ha reso omaggio alla “lotta coraggiosa” della giurista iraniana e ha ricordato la lunga lotta delle donne elvetiche.

“I recenti avvenimenti hanno mostrato che l’uguaglianza non è acquisita automaticamente”, ha constatato Max Binder.

Shirin Ebadi è stata invitata su iniziativa delle parlamentari Hildegard Fässler, del partito socialista, Christine Egerszegi, radicale e Lucrezia Meier-Schatz, del partito democristiano.

swissinfo e agenzie

Shirin Ebadi è nata nel 1947 in Iran.
Dal 1975 al 1979 è stata giudice a Teheran, la prima donna ad occupare questa funzione in Iran.
Dopo la rivoluzione dei mullah ha perso il suo incarico.
Nel 2003 ha ottenuto come prima donna mussulmana il premio Nobel per la pace.

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