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Luce verde alla vetrina svizzera per Expo 2015

Il cantiere di Expo 2015 è ormai aperto: vi sorgerà una superficie espositiva di 1,1 milioni di m2 Michele Novaga

L’esposizione universale in programma a Milano convince il parlamento svizzero. La Camera del popolo ha approvato all’unanimità il credito di 23,1 milioni di franchi per la partecipazione della Svizzera. Nel capoluogo lombardo, intanto, sono iniziati i lavori per la piastra del sito espositivo.

Non capita tutti i giorni che un credito di oltre 20 milioni di franchi venga adottato dal Consiglio nazionale senza un solo voto di opposizione. Il contributo della Svizzera a Expo 2015 ha raccolto martedì consensi unanimi sia a destra che a sinistra. Non si prevedono quindi sorprese neppure alla Camera dei cantoni, che sarà chiamata ad esprimersi nella sessione invernale del parlamento.

Agli occhi dei deputati, l’esposizione universale permetterà in pratica di soddisfare due obbiettivi. Innanzitutto, come ha sottolineato la rappresentante del Partito popolare democratico Kathy Riklin, il padiglione elvetico “rappresenterà una piattaforma di marketing ottimale per l’agricoltura e l’industria alimentare svizzera”.

“L’esposizione offre una chance per presentare ad un vasto pubblico di visitatori italiani e di altri paesi, come pure ai media stranieri, i punti forti della Svizzera, in particolare la molteplicità culturale, le capacità di ricerca, la forza innovativa e la creatività”, ha aggiunto la deputata. All’esposizione sono attesi 20 milioni di persone.

Riflessione sui consumi

Il padiglione svizzero, che occuperà una superficie di oltre 4’400 metri quadrati, tematizzerà vari aspetti legati al tema ufficiale dell’esposizione, ossia “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, cercando di portare il visitatore a riflettere sulle proprie abitudini di consumo, nonché sulla disponibilità e la distribuzione mondiale dei generi alimentari.

Il progetto scelto dalle autorità, intitolato “Confooderatio Helvetica”, prevede la costruzione di torri di legno alte fino a 12 metri, riempite di prodotti alimentari tipicamente svizzeri. I visitatori potranno servirsi e degustarli a piacimento. Le scorte consumate non saranno però sostituite, allo scopo di sensibilizzare il pubblico sul fatto che anche i propri consumi contribuiscono ad esaurire le riserve alimentari. Ogni visitatore potrà calcolare persino la propria impronta individuale attraverso una scansione dei prodotti presi.

“Il tema dell’esposizione è particolarmente importante, in quanto apre un dibattito su alcune grandi sfide globali, tra cui come garantire un’alimentazione sufficiente, sicura e sana alla popolazione mondiale, rispettando un concetto di sviluppo durevole. La Svizzera contribuisce a questo dibattito sia nel campo della ricerca che a livello economico”, ha affermato il ministro degli esteri Didier Burkhalter alla Camera del popolo.

Deficit di conoscenza

“Il padiglione svizzero diventerà sicuramente una delle grandi attrazioni dell’esposizione”, ha dichiarato Rosmarie Quadranti, del Partito borghese democratico. Una convinzione espressa anche da diversi altri deputati, che hanno inoltre ribadito il secondo importante obbiettivo della partecipazione elvetica: rafforzare i legami politici, economici e culturali tra la Svizzera e l’Italia.

“L’Italia è il secondo partner economico della Svizzera, dopo la Germania, ma dinnanzi alla Francia”, ha ricordato Fathi Derder, del Partito liberale radicale. “Senza dimenticare che oltre il 40% degli scambi economici bilaterali avvengono attraverso la Lombardia. L’appuntamento per la Svizzera a Milano è quindi essenziale”.

Un consolidamento dei rapporti tra la Svizzera e l’Italia figura d’altronde tra le priorità della strategia di politica estera tracciata dal governo per il periodo 2012 -2015. “Negli ultimi anni, le relazioni tra i due paesi non sono state sempre facili, sono giunte addirittura ad un punto morto. Ora stanno di nuovo migliorando”, ha osservato Didier Burkhalter, secondo il quale la presenza svizzera a Expo 2015 contribuirà sicuramente a colmare il “deficit di conoscenza tra i due paesi”.

Inversione di rotta

Mentre a Berna il parlamento esprime la sua fiducia a Expo 2015, a Milano i lavori avanzano a ritmo più accelerato. A fine agosto sono partiti i lavori di costruzione della “piastra”: di quel milione e 100 mila metri quadrati che saranno l’ossatura della grande esposizione universale, su cui poi verranno realizzati dagli Stati i padiglioni.

E, in parallelo, è stato avviato anche l’altro grande progetto: quello delle vie d’acqua che collegheranno la Darsena, nel centro di Milano, ai padiglioni situati tra Rho e Pero, a nord ovest della metropoli lombarda. Un anello ecologico di 21 chilometri di acqua, zone verdi e piste ciclabili creato in linea col tema della manifestazione.

“Negli anni passati è stato perso del tempo prezioso, ma ora abbiamo invertito la rotta grazie alla ritrovata collaborazione tra le istituzioni”, rileva il sindaco di Milano Giuliano Pisapia che, recentemente, rimettendo il suo mandato di commissario straordinario all’Expo nelle mani del governo italiano, ha di fatto spinto l’esecutivo a un maggiore impegno verso l’evento.

Monti fiducioso

“Saremo pronti per il 2015 perché Expo deve essere e sarà un successo. Un evento di sviluppo economico, sociale e culturale per Milano, l’Italia, l’Europa e il mondo”, assicura a swissinfo.ch Giuliano Pisapia, appena rientrato da un viaggio in Medio Oriente destinato proprio a promuovere Expo 2015.

Intanto cresce il numero dei paesi che hanno aderito al progetto: con la recente adesione della Tanzania, si avvicina la soglia dei 100. Ma gli organizzatori contano di arrivare a 130-140. Anche il presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti scommette sulla buona riuscita dell’evento: “L’Italia desterà ammirazione per la creatività, originalità ed economicità delle scelte operate”.

Ottimismo che va di pari passo con l’impegno della Svizzera, ribadito dal commissario generale della Confederazione all’Expo 2015 Dante Martinelli. “L’esposizione offre l’opportunità alle aziende svizzere di rafforzare la loro presenza e visibilità in Italia, partecipando anche alle gare d’appalto per la costruzione dell’infrastruttura e dei padiglioni. L’esposizione universale rappresenta inoltre un’opportunità per estendere la collaborazione in campo turistico”.

Per la Svizzera, l’Italia è il secondo principale fornitore di beni e servizi (19 miliardi nel 2011) e il terzo mercato d’esportazione (16 miliardi nel 2011).

Gli investimenti italiani nella Confederazione, a cui sono legati quasi 14’000 posti di lavoro, hanno raggiunto 5 miliardi di franchi a fine 2010. Tra le maggiori imprese italiane attive in Svizzera vi sono Generali, Fiat, Pirelli e Bulgari.

La Confederazione figura invece al sesto rango tra i partner economici dell’Italia per quanto riguarda le esportazioni e al nono tenendo conto delle importazioni.

Gli investimenti svizzeri in Italia corrispondevano a 20 miliardi di franchi nel 2010. Le imprese elvetiche – tra cui ABB, Nestlé, Novartis, Roche, Zurich, UBS, CS e Swisscom – danno lavoro a circa 76’000 persone nella Penisola.

Inoltre, circa 55’000 cittadini italiani attraversano i ogni giorno la frontiera per lavorare sul territorio elvetico.

20 milioni: i visitatori attesi (il 75% dei quali dall’Italia)

2 milioni: i visitatori provenienti dalla Svizzera

Quasi 100: i paesi che fino ad ora hanno aderito

1’100’000: i metri quadrati della superficie espositiva

500/4’500: i metri quadrati della superficie dei singoli padiglioni

56%: l’area destinata a verde

80%: i materiali che saranno riciclati alla fine dell’esposizione.

La Camera del popolo ha approvato martedì il credito di 23,1 milioni di franchi per la costruzione e la gestione del padiglione svizzero.

La Confederazione si assumerà 15,1 milioni, il resto andrà a carico di Cantoni, Comuni e sponsor privati.

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