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I ricercatori contano per la prima volta i senzatetto

A homeless person s shelter
Questo rifugio fatto di rami e vecchie tende, sulle rive del fiume Arve a Ginevra, è attualmente la casa di un adolescente di origine marocchina. Mark Henley / Panos Pictures

Il fenomeno dei senzatetto è difficile da affrontare e da quantificare. Alcuni Paesi e città tengono dei registri o fanno grandi sforzi per aiutare le persone in strada, mentre altri sembrano fare poco. Nonostante sia un Paese ricco, la Svizzera non è immune dal problema. Quanti sono i senzatetto? Una prima inchiesta nazionale spera di riuscire a fornire delle stime.

Alcuni Paesi, città e autorità locali si adoperano molto per aiutare i senzatetto. In Canada un gruppo di senzatetto ha recentemente ricevuto un sussidio una tantum di 7’500 dollari (5’200 franchi) come esperimento sociale per aiutarli a rimettersi in piedi.

Il progetto New Leaf ha selezionato 50 persone che hanno recentemente sperimentato il vagabondaggio nell’area di Vancouver e ha dato loro l’equivalente del tasso di assistenza annuale al reddito della Columbia Britannica. Un anno dopo, uno studio ha rilevato che i beneficiari hanno visto miglioramenti più rilevanti in termini di stabilità degli alloggi, sicurezza alimentare e fiducia nei servizi sociali rispetto al gruppo di controllo a cui non era stato dato denaro.

Il diritto a un alloggio adeguato è iscritto nella Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, eppure si stima che 150 milioni di persone nel mondo siano senza casa. E nonostante sia reputata per la sua ricchezza, la Svizzera non fa eccezione: ogni inverno, con l’abbassarsi delle temperature, i rifugi d’emergenza non riescono a soddisfare la domanda di letti caldi, innescando un dibattito sul numero di persone che vivono per strada.

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In una delle città più care d’Europa, c’è chi dorme nelle tende e fa il bagno nascosto sotto un ponte. Mark Henley/panos Pictures

Una popolazione difficile da rintracciare

Anche se non è facile quantificare il fenomeno dei senzatetto a livello nazionale, molti paesi in Europa e altrove hanno pubblicato almeno delle stimeCollegamento esterno. Nel 2017, gli Stati Uniti hanno segnalato una popolazione senza fissa dimora di 553.700 persone (0,17% della popolazione complessiva), la Danimarca 6.635 (0,11%) e la Corea del Sud 11.000 (0,02%). Altri Paesi menzionano solo il tasso di povertà: la Svizzera è tra questi.

I ricercatori della Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale (FHNW) stanno attualmente conducendo il primo studio su scala nazionale per effettuare una stima del fenomeno dei senzatetto in Svizzera. Il team guidato dal professor Jörg Dittmann ha avviato il progetto all’inizio del 2020 e prevede di avere i primi risultati la prossima primavera. Lo studio consiste in una serie di colloqui di persona che si sono svolti nella prima settimana di dicembre.

La ricerca sul campo  

“Cercavamo di raggiungere una popolazione che è molto difficile da rintracciare: non si può inviare il questionario se non si ha una casa, come avviene nelle modalità di sondaggio standard”, spiega Christopher Young, che ha coordinato le interviste.

Tents of homeless people under a bridge in Geneva
Un universo parallelo è visibile sotto il Pont des Acacias sul fiume Arve, che attraversa la città di Ginevra per gettarsi nel Rodano. Questo gruppo nascosto di tende è abitato da giovani provenienti da Marocco, Algeria e Libia. Mark Henley/panos Pictures

“Il solo fatto di dare loro un questionario di 10 pagine e una penna non ha funzionato. Di solito queste persone hanno altre preoccupazioni”, dice Young, sottolineando che anche il linguaggio e il background educativo possono differire all’interno della popolazione di senzatetto. “Naturalmente c’era chi si rifiutava di partecipare. Ma in generale, c’era molta buona volontà nei confronti degli intervistatori”.

I ricercatori hanno selezionato 50 istituzioni in sei grandi città svizzere – Ginevra, Losanna, Basilea, Berna, San Gallo e Lugano. 85 intervistatori hanno visitato le mense dei poveri, i rifugi d’emergenza e gli istituti medici e hanno comunicato con gli ospiti attraverso un questionario breve e uno più lungo, in una forma strutturata di intervista anonima.

I partecipanti hanno ricevuto 5 franchi (5.66 dollari) per compilare un questionario di 15 minuti. Ciò è servito da filtro per identificare coloro che avevano dormito fuori o in un rifugio d’emergenza la notte precedente. A questi, considerati il gruppo target dei senzatetto, è stato poi chiesto di compilare un secondo questionario, più lungo, per 10 franchi.

In alcune strutture, almeno la metà dei presenti ha accettato di rispondere alle domande degli intervistatori. “Penso che l’atteggiamento generalmente positivo nei confronti dello studio dimostri che la [partecipazione] non sia stata solamente una questione finanziaria, ma anche un’opportunità per raccontare la propria storia e parlare di sé, anche nel quadro di un’intervista strutturata”, dice il ricercatore.

I dati delle interviste non sono ancora stati analizzati, ma il team ha tenuto traccia del volume complessivo degli ospiti di queste strutture, al fine di valutare in che percentuale hanno partecipato all’indagine. I risultati intermedi saranno confrontati con i dati forniti dalle istituzioni cittadine che si occupano dei senzatetto, prima di calcolare i numeri definitivi.

Le sfide della ricerca

Il modo in cui viene affrontata la questione dei senzatetto varia da paese a paese. Dittmann, che ha diretto il progetto FHNW, fa parte anche della rete europea di misurazione del fenomeno del vagabondaggio in EuropaCollegamento esterno, e potrebbe così confrontare le metodologie e trovare il modo migliore per fare ricerche sul tema in Svizzera.

“A Berlino, Parigi o Bruxelles, ci sono state grandi indagini di strada dove si contavano i senzatetto che dormivano all’aperto”, spiega Young. ”Abbiamo deciso di non farlo, per vari motivi, soprattutto perché non avevamo abbastanza risorse”.

“Ogni metodo di conteggio dei senzatetto ha sempre delle lacune”.

Christopher Young, Scuola universitaria professionale della Svizzera nordoccidentale

I Paesi del Nord Europa sono più coerenti nei sondaggi. “Ci sono paesi scandinavi che hanno registrato i senzatetto. Dalla Danimarca, credo, vediamo regolarmente i numeri ogni due anni. Ma le definizioni cambiano sempre e ogni definizione e metodo di conteggio dei senzatetto ha sempre delle lacune”, dice Young.

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Un senzatetto in piedi davanti al fiume Arve sotto il Pont des Acacias a Ginevra, dove dorme. Mark Henley/panos Pictures

In Svizzera, i dati disponibili spesso riguardano solo una struttura e raramente un’intera città. Una precedente ricerca della stessa università ha stimato che a Basilea circa 100 persone dormono all’aperto o in rifugi d’emergenza. La città di Zurigo ha stimato che almeno una dozzina di persone dormono per strada tutto l’anno.

Cosa viene dopo

Se il problema dei senzatetto è difficile da riscontrare e quantificare, non significa che sia inutile affrontarlo. Al contrario: ”Il nostro obiettivo è quello di fornire dati per il cambiamento sociale, certamente per rivedere o addirittura creare una politica verso i senzatetto”, dice Young. “Questo potrebbe aver motivato alcune persone a partecipare; è stata certamente una motivazione per alcune strutture”. Perché una situazione possa cambiare, deve prima essere conosciuta.

In una risoluzione adottata il 24 novembreCollegamento esterno, i parlamentari europei a Bruxelles hanno invitato l’UE e gli Stati membri a eradicare il fenomeno dei senzatetto entro il 2030. La Svizzera non ha ancora una politica nazionale in materia di senzatetto. I ricercatori sperano che i loro risultati generino un cambiamento nelle politiche.

“Una direzione che potremmo sicuramente prendere per migliorare la situazione sarebbe quella di offrire ai senzatetto un approccio più integrato”, sottolinea Young, spiegando come, nonostante la miriade di istituzioni che oggi soddisfano le loro esigenze, i clochard siano ancora costretti a spostarsi costantemente da un luogo caldo all’altro.

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