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Scambio d’informazioni: l’OCSE si ispirerà al FATCA

Pascal Saint-Amans: «la Svizzere sta liquidando le ultime reliquie del passato». AFP/G20Russia

Lo scambio automatico di informazioni da parte dell'OCSE prenderà spunto dal FATCA degli Stati Uniti. Per i paesi membri, tra cui la Svizzera, l'attuazione sarà "il prezzo da pagare per essere al di sopra di ogni sospetto" in materia fiscale, secondo Pascal Saint-Amans, responsabile delle questioni fiscali internazionali in seno all'organizzazione.

In un’intervista a swissinfo.ch, Pascal Saint-Amans illustra i piani dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE). Questa intende presentare da febbraio le modalità per l’introduzione dello scambio automatico di informazioni, uno standard molto più esigente dell’attuale e incompatibile con il segreto bancario. L’organizzazione intende fare adottare il nuovo sistema dai ministri delle finanze del G20 nel settembre 2014.

Il direttore del Centro per la politica e l’amministrazione fiscale dell’OCSE parla anche del recente Forum mondiale sulla trasparenza fiscale di Giakarta, dove la Svizzera è ancora tra i paesi con le leggi non adattate all’attuale standard dell’OCSE, vale a dire lo scambio di informazioni su richiesta.

swissinfo.ch: Qual è il bilancio della situazione in Svizzera, che non è nemmeno nella fase 2?

Pascal Saint-Amans: La Svizzera sta mettendo fine alle ultime reliquie del passato che si trascina da troppo tempo, a causa del suo sistema interno e del suo attaccamento quasi ontologico al segreto bancario. La Svizzera è in una situazione poco confortevole, in cui i cambiamenti stanno intervenendo, ma siccome non si sono ancora tradotti negli atti, non portano ancora a una migliore valutazione…

In materia di cooperazione fiscale, la Svizzera è ancora nella categoria delle leggi non conformi allo standard attuale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), ossia lo scambio di informazioni su richiesta. Si ritrova così allo stesso livello di paesi quali per esempio il Botswana, il Brunei o Panama.

Per sperare di passare alla fase 2, la Svizzera deve proseguire la revisione della legge sull’assistenza amministrativa fiscale. Una prima revisione entrata in vigore il 1° febbraio 2013 permette domande di assistenza raggruppate.

Una nuova modifica, esaminata durante la sessione parlamentare in corso, darà la possibilità per i casi urgenti, di informare solo a posteriori clienti stranieri che i dati riguardanti i loro conti sono stati trasmessi a uno Stato terzo. Attualmente, le persone che sono oggetto di una domanda di assistenza amministrativa devono essere informati in anticipo.

Il governo federale trasmetterà presto alle Camere un nuovo progetto di revisione. La modifica concernerà i titolari di azioni al portatore che, in futuro, non potranno più rimanere anonimi. Il parlamento discuterà la questione nella primavera del 2014.

swissinfo.ch: Il governo federale è fermamente intenzionato ad accedere alla fase 2 il prossimo autunno…

P. S.-A.: Lo speriamo fermamente.

swissinfo.ch: L’OCSE si prepara a creare un nuovo standard che servirà come riferimento allo scambio automatico di informazioni in materia fiscale. Quale sarà questo standard?

P. S.-A.: Uno standard è un insieme di regole moralmente vincolanti per coloro che lo sottoscrivono, che indicano ciò che un paese dovrebbe fare. Per essere concreti, per lo scambio automatico, contemplerà il tipo di informazioni che devono essere scambiate, con quale frequenza, chi raccoglie l’informazione, a chi è trasmessa e la formattazione informatica.

swissinfo.ch : Chi deciderà il contenuto del nuovo standard?

P. S.-A.: Occorre ricordare che un certo numero di Stati piuttosto importanti ha auspicato l’introduzione dello scambio automatico. Il G20 ha confermato questo cambiamento, chiedendo all’OCSE di sviluppare uno standard.

Ciò viene fatto nell’ambito di un gruppo di lavoro in cui sono rappresentati tutti i membri dell’OCSE, tra i quali la Svizzera. Questi paesi cooperano con la segreteria. Consultiamo inoltre la comunità degli affari, il settore bancario, per rendere questo standard attuabile e il meno caro possibile per gli operatori.

Procederemo in due fasi. Nel febbraio 2014, presenteremo le modalità di raccolta delle informazioni. In giugno preciseremo gli aspetti tecnici: la formattazione, i software da implementare. Lo standard sarà adottato in settembre e presentato ai ministri delle finanze del G20 che si riuniranno in Australia.

swissinfo.ch: Quali sono i modelli cui si ispira l’OCSE? L’accordo FATCA (Foreign Account Tax Compliance Act), che gli Stati Uniti propongono, o impongono, a tutti i loro partner?

P. S.-A.: La risposta è sì. Si tratterà di una sorta di versione multilaterale dell’accordo FATCA americano.

swissinfo.ch: Alcuni stati non sembrano avere una buona opinione dell’accordo FATCA…

P. S.-A.: Il bello delle organizzazioni internazionali è mettere ordine nei rapporti tra le nazioni e nelle differenze tra gli stati. In questa “multilateralizzazione” del FATCA, cercheremo di fare in modo che ciò sia fondato su una base di reciprocità e che gli interessi degli uni e degli altri siano presi in considerazione. Ovviamente, alcuni paesi forse riceveranno più informazioni di quanto ne forniranno. Ciò fa parte della “geo-economia” attuale…

swissinfo.ch: Alcuni stati temono la complessità e l’onere finanziario dello scambio automatico d’informazioni.

P. S.-A.: È vero che c’è un costo, che non si dovrebbe né sottovalutare né sopravvalutare. Cerchiamo di ridurlo il più possibile con un unico standard. Potrebbe benissimo esserci stata una situazione in cui l’Unione europea avrebbe il suo standard, gli Stati Uniti il FATCA, l’India il proprio indice, ecc. Quello che facciamo è sviluppare un unico standard compatibile con i sistemi nazionali o regionali. Ci sarà un solo modo per raccogliere e condividere informazioni. Il costo non è nullo, ma è il prezzo da pagare per essere al di sopra di ogni sospetto di complicità in evasione fiscale.

swissinfo.ch: Per quanto riguarda il regime attuale, vale a dire lo scambio di informazioni su richiesta, l’OCSE ora distribuisce note agli Stati Uniti. Perché?

Nel 2009 , tutti i paesi del mondo si sono impegnati a applicare questo standard. Il Forum mondiale sulla trasparenza, che si è riunito la scorsa settimana a Giakarta, aveva lo scopo di vedere se l’impegno degli Stati si traduce in cambiamenti legislativi e se le pratiche vengono attuate.

Se lo facciamo in modo trasparente, con la comunicazione al pubblico, è per identificare coloro che non rispettano le regole del gioco o che non avanzano abbastanza velocemente. Quattro stati [Lussemburgo, Cipro, Seychelles, Isole Vergini, Ndr.] sono stati giudicati non conformi. Così si espongono a un rischio di reputazione.

swissinfo.ch: I detrattori dell’OCSE diranno che è meglio essere un grande stato con un enclave fiscalmente attrattivo – la Cina con Hong Kong e Macao o gli Stati Uniti con il Delaware – piuttosto che un piccolo stato con il segreto bancario…

P. S.-A.: Hong Kong e Macao sono esaminati separatamente, sono stati valutati nei minimi dettagli. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, non sono stati considerati “pienamente conformi”, ma solo “in gran parte conformi”: la grande riserva riguarda lo stato del Delaware.

Il Forum mondiale è composto di 120 paesi che sono su un piano di parità. Se la Svizzera non è contenta del rating degli Stati Uniti, può opporsi.

Tra i 50 paesi esaminati nella seconda fase, 18, tra cui la Francia, sono giudicati “conformi”, senza riserve, ai principi di trasparenza fiscale emessi dal Forum. Molti, tra cui la Germania, sono “in gran parte conformi”. Austria e Turchia sono “parzialmente conformi” e quattro sono “non conformi”. Si tratta di Cipro, Lussemburgo, le Seychelles e le Isole Vergini Britanniche, dove il quadro normativo esiste, ma non viene applicato.

Tra i criteri considerati per questo esame, il cui perno è la cooperazione tra le autorità fiscali dei paesi, vi sono: la possibilità per le autorità competenti di identificare i veri detentori di attività finanziarie, che è la questione più problematica, l’esistenza di libri contabili aggiornati, la possibilità per una autorità fiscale estera di ricevere dei dati entro un termine ragionevole.

Fonte: AFP

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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