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Il caccia svizzero volava troppo basso

Il luogo dello schianto sulle Alpi svizzere, in prossimità del passo del Susten. Keystone

Dai primi risultati dell'inchiesta sull’incidente del cacciabombardiere dell’esercito svizzero, schiantatosi lo scorso 29 agosto nella regione del Susten tra i cantoni di Uri e Berna, risulta che il velivolo volava troppo basso. Il pilota, morto nell'incidente, ha ricevuto indicazioni sbagliate da parte della sorveglianza aerea.

La torre di controllo dell’aerodromo di Meiringen, da dove il jet F/A 18 delle Forze aeree svizzere era partito per un’esercitazione di combattimento con un altro velivolo, aveva indicato al pilota 27enne una quota di 10’000 piedi (3’050 metri), quando l’altezza minima di sicurezza era invece di 14’300 piedi (4’360 metri), hanno affermato martedì i giudici istruttori militari Gionata Carmine e Andreas Lukas Hagi.

Tuttavia, hanno sottolineato, è ancora troppo presto per giungere a conclusioni. A prescindere dal fatto che le scatole nere del velivolo andato distrutto, sempre che siano utilizzabili, non sono ancora state trovate, l’inchiesta dovrà determinare come mai, poco dopo il decollo, il secondo pilota abbia perso il contatto radar con il velivolo che l’aveva preceduto.

L’inchiestaCollegamento esterno, che durerà almeno sino alla fine dell’anno, dovrà anche appurare se il pilota si è reso conto che l’altitudine indicatagli era troppo bassa, e se ha tentato una manovra d’emergenza prima dell’impatto, ha detto il magistrato. Finora non vi sono indizi che lasciano supporre che il seggiolino eiettabile sia stato azionato.

Gionata Carmine ha precisato che anche lo stato tecnico della torre di Meiringen è oggetto di indagine. Da parte sua Skyguide, la società che controlla tutti i voli militari e civili in Svizzera, ha annunciato di essere pronta ad assumersi le proprie responsabilità riguardo all’incidente.

Dal 1941 vi sono stati circa 400 incidenti che hanno coinvolto aerei ed elicotteri dell’aviazione militare svizzera. Il bilancio è di oltre 350 morti.

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