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Unioni civili: vince Alfano, “mister 2 per cento”

tvsvizzera

di Aldo Sofia

“Vince l’amore”, esulta Matteo Renzi nell’implacabile tweed. Certo, finalmente l’Italia si europeizza in fatto di unioni civili. Ma in realtà a vincere è la strana coppia Alfano-Verdini, i due più illustri fuoriusciti dal berlusconismo (e del resto era Berlusconi a garantire che “l’amore trionfa sempre). Senza di loro – che secondo i sondaggi rappresentano al massimo, e i sommati, il tre per cento dell’elettorato – la “svolta storica” di cui si bea il premier in realtà non ci sarebbe stata.

Legge che viene mutilata del controverso diritto di adozione da parte delle coppie gay, cioè nemmeno l’adozione di uno dei figli dei conviventi, quella “stepchild adoption”, ridicolmente impronunciabile per gli Scilipoti di turno. Sostenendo di non avere i numeri al Senato (la Camera in “via di estinzione”), il premier-segretario accetta lo stralcio della “stepchild” che aveva invece difeso pubblicamente. Ma evidentemente ci credeva poco, visto che ha prontamente evitato un dibattito parlamentare e una conta il cui esito finale non era affatto scontato.

Sarà dunque epocale questo traguardo, ma non è che Renzi possa davvero festeggiare. Al massimo è una vittoria dimezzata: ha dovuto prendere atto che nel PD non c’è più soltanto una minoranza a sinistra, ma anche una minoranza di segno opposto, quella dei “cattodem”, i cattolici del partito che hanno minacciato la rivolta; deve (e forse vuole) imbarcare nella maggioranza un Verdini che prima o poi gli sottoporrà il conto; rafforza politicamente un Angelino Alfano (quello a cui mancava “il quid”) che fa rabbrividire la maggioranza della base PD autocompiacendosi di aver impedito una rivoluzione “contro natura” (insomma siamo alla stigmatizzazione dei “sodomiti” di decenni fa).

Tutto per evitare che le unioni civili possano essere comparate a un matrimonio. Infatti Alfano ottiene anche lo stralcio di un altro passaggio del testo iniziale: la cancellazione della parola “fedeltà”, che c’è invece nella legge che regola il matrimonio fra un uomo e una donna. Come a sottolineare, anzi per ufficializzare, il pregiudizio sulla promiscuità degli omosessuale. Stereotipo duro a morire.

Oltretutto, come se fedeltà e infedeltà possano essere fissati da una norma legislativa, e come se non valesse anche per le coppie eteri. Un’ipocrisia, l’inutile offesa a una minoranza i cui diritti vengono riconosciuti solo parzialmente Così come il parlamentarismo viene mortificato dal ricorso al voto di fiducia su un tema molto delicato e su cui Renzi aveva promesso la libertà di coscienza. Che ci sarebbe da festeggiare?

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