La televisione svizzera per l’Italia

Matrimonio o Carnevale?

tvsvizzera

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Avete mai visto Il boss delle cerimonieCollegamento esterno?

Oppure Quattro matrimoni in ItaliaCollegamento esterno?

Beh, se finora non vi è capitato, facendo zappingCollegamento esterno, di incontrare uno di questi due factualCollegamento esterno, ignorate che cosa sia oggi il matrimonio nella terra di Renzo e LuciaCollegamento esterno.

Ossia, una carnevalata.

Letteralmente.

Abiti da sposa stile Belen RodriguezCollegamento esterno a Sanremo 2012, quindi provocatoriamente scollati davanti, dietro e perfino sui fianchi.

Abiti da sposo che ricordano l’abbigliamento barocco di Don Diego de la Vega, alias ZorroCollegamento esterno.

Carrozze bianche più fastose di quella nera noleggiata dal clan CasamonicaCollegamento esterno per il funerale del boss Vittorio.

E, al ricevimento, show con ballerine brasiliane seminude, drag queenCollegamento esterno, canzoni piene di doppisensi, sguaiataggini varie.

Non ci credete?

Tutto vero, purtroppo.

Alla lettera.

In questo caso l’occhio della tv non deforma un bel niente.

Semmai, in maniera impietosa, documenta.

E permette di capire – al di là dell’ultimo, dettagliatissimo rapporto IstatCollegamento esterno presentato giovedì 12 novembre – perché i matrimoni che si celebrano in Italia (sempre meno) spesso si concludano con una separazione (sempre di più).

Semplicemente, un gran numero di coppie che si sposano non sembra minimamente aver coscienza di che cosa sia un’unione celebrata davanti al sacerdote o in municipio.

Ossia – giova ricordarlo – un impegno serio in entrambi i casi, addirittura sacro nel primo dei due.

No.

Per molti non è più così.

Il matrimonio, come San Silvestro, Ferragosto o, appunto, Carnevale, diventa un momento per fare casino con parenti e amici.

E nessuno ha memoria di valori, tradizioni e regole.

Niente di niente.

All’altare, infatti, arrivano sempre meno vergini (o forse nessuna), ma tutte indossano l’abito bianco, ignorando che sia un antico simbolo di purezza.

Anzi, proprio dall’abito comincia il percorso degenerativo che si conclude, immancabilmente, con i fuochi d’artificio.

Cifre folli per orrendi vestiti colmi di pizzi sintetici ricoperti di strassCollegamento esterno.

Sedute di trucco e parrucco che nemmeno in televisione.

E improbabili scarpe da lap danceCollegamento esterno.

Così la sposa esibisce tutto quello che può e anche di più.

Papà e mamma pagano soddisfatti.

Zie, sorelle, cugine e amiche la guardano estasiate e impazienti di emularla.

Lo sposo?

Di norma, ignora le basiche regole dell’eleganza maschile.

E più che vestirsi si traveste.

Cilindro, bastoneCollegamento esterno, completi bianchi (!), finti brillanti piantati nel nodo orrendo di orrende cravatte…

Tutta paccottiglia buona per una recita parrocchiale.

Che costa un sacco di soldi.

E non servirà mai più nella vita.

Se non, appunto, a Carnevale…

Poi, c’è, come dicevamo, il ricevimento nuziale.

Che si trasforma in un rito orgiastico di cibo; cantanti neomelodici con capelli tinti e improbabili riporti; balli pieni di allusioni sessuali; show-girlCollegamento esterno sgangherate e seminude incaricate di “animare” la festa.

Se pensate che quanto precede sia eccessivo, andate su DplayCollegamento esterno, cercate Il boss delle cerimonieCollegamento esterno e poi mi saprete dire.

Vi renderete conto che nessuno (io no, almeno) è in grado di descrivere davvero quel che accade…

Non manca, ovviamente, l’altra faccia della medaglia.

Più “sciccosa”, diciamo.

Se avesse un volto effigiato, sarebbe quello di Enzo MiccioCollegamento esterno, 44 anni, napoletano, di professione wedding plannerCollegamento esterno.

Miccio, diventato celebre grazie al programma Ma come ti vesti?Collegamento esterno, ha messo su un’azienda niente male, con la quale fattura un bel po’ di euro.

Come?

Organizzando matrimoni, appunto.

Dalla A alla Z.

Con lauto compenso e/o percentuale sul totale della spesa.

Abiti, addobbi floreali, bomboniere, trasporti, locationCollegamento esterno, video, fotografie, disposizione ai tavoli, animazione, menù…

Ci pensa Enzo.

Con grande gioia, soprattutto, di mamme e figlie, che se lo contendono come se fosse una star di Hollywood per fare “il matrimonio elegante“.

Miccio non è l’unico sul mercato.

C’è anche, per cominciare, il suo ex socio, ossia Angelo GariniCollegamento esterno, che, addirittura, organizza corsi (a pagamento, s’intende) per diventare wedding planner in cinque giorniCollegamento esterno.

E poi ci sono centinaia di loro colleghi meno celebri: provate a cliccare quiCollegamento esterno e vedrete quanti ve ne saltano fuori su GoogleCollegamento esterno

Una moda, insomma.

Un bisogno indotto dalla televisione, dove spopolano i canali e i programmi incentrati sul matrimonio.

Oltre ai due già citati, ci sono, in ordine sparso, La sposa tvCollegamento esterno, Quattro matrimoni UsaCollegamento esterno, Abito da sposa cercasiCollegamento esterno, Chi veste la sposaCollegamento esterno, Matrimonio a prima vistaCollegamento esterno, Keasha l’abito perfettoCollegamento esterno.

Una sorta di grande delirio collettivo che oscura il vero significato delle nozze, alimenta i fatturati delle società di settore e nutre i programmi tv di trashCollegamento esterno.

Oltre, naturalmente, a svuotare le tasche delle famiglie.

Quelle protagoniste de Il boss delle cerimonie spesso vivono in case sgarruppateCollegamento esterno.

Hanno bassissima scolarità (non di rado i dialoghi debbono essere sottotitolati in italiano).

E redditi da lavoro modesti.

Ma pur di farsi benedire da don Antonio PoleseCollegamento esterno, che non è un sacerdote bensì, appunto, il boss, nonché proprietario del Grand Hotel La SonRisaCollegamento esterno, il “castello” (si fa per dire) dove con 50 mila metri quadri a disposizione (come ha scritto Collegamento esternoVanity Fair, sei volte un campo di calcioCollegamento esterno) e cento dipendenti si celebrano due matrimoni al giorno; pur di farsi benedire da lui, dicevamo, gli sposi e i familiari, che non badano a spese e pretendono quantità di cibo da infarto, si indebitano fino al collo.

E il massimo, è appunto, mostrarsi in tv, nel programma ormai divenuto un cultCollegamento esterno.

Così come un cult è la sigla, la canzone dialettale Matrimonio napulitane di Daniele BiancoCollegamento esterno: ascoltatela con l’indispensabile traduzione e vi permetterà di comprendere le linee guida (chiamiamole così), ritenute inderogabili, delle nozze meridionali.

Un cult, dicevamo.

Che Massimo Boldi ha scelto come colonna sonora del suo nuovo film Matrimonio al sudCollegamento esterno.

Sapete chi c’è tra i protagonisti?

Don Antonio, naturalmente.

Il boss.

E, così, dalla realtà alla tv al cinema, il cerchio si chiude.

W gli sposi!

Segui @massimodonelliCollegamento esterno

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