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Liberare il calcio dalla corruzione? Serve un inno in latino

Ansa

di Aldo Sofia

“Non per questo dobbiamo rinunciare a tendere ad un ideale di purezza interiore ed onestà, come il kantiano principio regolativo della massima realizzazione di sé”, dice il giovanissimo compositore Giovanni Allevi. Avete letto bene, “kantiano principio regolativo”. E a cosa o chi sono riferite parole così alate? All’individuale impegno di ognuno sul lavoro, nello studio, nella generosità?

No, sono rivolte ai tifosi di calcio. E per di più attraverso un inno (“composizione polifonica per coro e quattro voci”, nella definizione ufficiale) che dal prossimo fine agosto risuonerà in tutti gli stadi italiani, prima delle partite della massima serie. Composto ad hoc appunto dall’esuberante Maestro, noto per la sua vistosa chioma, uno che evidentemente non teme di andare un po’ sopra le righe, e che per la realizzazione dell’opera si è avvalso della collaborazione del latinista Franco Sanna. Il quale, in fatto di enfasi, ci aggiunge abbondantemente del suo quando ricorda che l’antico idioma “é ancora vitale e perfetto per esprimere l’aspirazione a ideali alti, nobili e condivisi”

Un inno nella lingua di Tacito e Cicerone, dall’altisonante titolo “O Generosa”, che dovrebbe dunque contaminare di saggezza, pacatezza fraternità anche le curve più scatenate, e spesso violente, dell’italica pelota. E naturalmente contagiare anche il governo di quello che è stato definito il campionato più scassato d’Europa, e forse del mondo. “Essere vincitore non è solo l’esito di una competizione sportiva – rincara infatti l’aulico Allevi – ma significa essere campioni nella vita, nel cuore prima di tutto!”.

Per la Federazione dello sport più amato dagli italiani è stato (ci adeguiamo al latinorum) un altro “annus horribilis”: corruzione, mazzette, processi, gaffes di stampo razzista o sessuofobo da parte dei dirigenti, l’allenatore della nazionale inquisito, la squadra azzurra scivolata in basso nel rating mondiale, un campionato invaso da giocatori stranieri non tutti fenomeni e da capitali esteri non tutti trasparenti. Ci vorrebbero finalmente interventi radicali. Un bel repulisti. E invece la priorità individuata per risollevare le sorti precarie e l’immagine sfigurata di quello che era il campionato più bello del mondo è stato l’inno in latino.

“A puro fonte defluì aqua pura” dicevano gli antichi: “da una fonte pura, acqua pura”. Giovanni Allevi ha evidentemente assoluta ed entusiastica fiducia nelle doti taumaturgiche di “O Generosa” come fonte pura di ravvedimento. In attesa del miracolo, di tifoserie piene di grazia e gentilezze, di signorili ed educati sfottò, di presidenti disposti a denunciare i ben noti tifosi violenti, di puntuali denunce di ogni tipo di corruzione, al Maestro andava forse ricordato che nel calcio vigono anche radicate abitudini scaramantiche: e si sa che sovente gli inni non portano gloria, ma portano sfortuna.

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