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Il caos di Forza Italia e la morte (presunta) del “Nazareno”: ma c’è aria di resurrezione

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di Aldo Sofia

A questo punto ci vorrebbero gli aruspici, che nell’antica Roma, con una pratica di origine etrusca, esaminavano le viscere di animali sacrificati agli dei per trarne segni e dettare comportamenti. Ci vorrebbero per analizzare un morto che forse morto non è: il Patto del Nazareno (dal nome della sede PD), l’accordo Renzi-Berlusconi firmato un anno fa, e che ora il principale consigliere dell’ex cav ha definito “rotto”. Senza però precisare se verrà anche sepolto.

Ufficialmente, un cadavere politico provocato dal voltafaccia del premier sulla nomina di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, imposto dal premier-segretario con un’operazione da più parti definita “magistrale” e di alto profilo machiavellico. In realtà, provocato, quel morto presunto, dal grande caos che imperversa su Forza Italia, un partito non solo sull’orlo di una crisi di nervi ma ormai a rischio implosione.

La figuraccia sul Quirinale ha riacceso la contestazione di chi, nel principale partito del centro-destra, considera innaturale il matrimonio col leader del PD sulle riforme elettori e costituzionali: suicidio, trasfusione continua, umiliante e inutile assoggettamento, per riprendere le più gettonate definizioni dei contestatori guidati dal giovane Raffaele Fitto, ex presidente della Regione Puglia, rampollo di famiglia democristiana, collettore di voti a Bari e dintorni. Probabilmente un po’ poco per candidarsi alla guida di quel che resta di Forza Italia all’epoca del declino berlusconiano.

Una contestazione per molti aspetti liquida, dai contorni non ben definibili, dai protagonisti spesso ambigui,i quali più che un programma alternativo producono per ora solo veleni e invidie contro il cosiddetto cerchio magico (soprattutto al femminile) che avrebbe preso in ostaggio e annebbiato l’anziano ex dominatore della scena italica. Insomma, una bagarre che rischia di regalare elettori soprattutto al leghista ravveduto Salvini (inventore/trascinatore della nuova Destra nazional-lepenista) e all’attuale inquilino di Palazzo Chigi.

Un partito padronale, totalmente assoggettato alla volontà del capo; che in vent’anni non ha mai organizzato un congresso; che ha espulso sui due piedi i contestatori (vedi Gianfranco Fini); e il cui elettorato risulta formato soprattutto da anziani: difficile da rinnovare “partendo dal basso”, come oggi pretende Fitto. Che oltretutto non può dimenticare un’altra realtà: Forza Italia è anche… Forza Mediaset, gli interessi privati del capo possono essere molto più forti dei calcoli politici, e non per nulla si racconta di quotidiane telefonate dei figli Marina e Pier Silvio, nonché del fedelissimo ma concretissimo Confalonieri, per ricordargli gli interessi dell’azienda, che non può permettersi certe inimicizie romane.

Ecco perché Renzi (che assicura comunque di poter fare da sé, e che si appresta a fare facile scouting fra parlamentari in uscita da FI e da Cinque Stelle) per il momento può anche non preoccuparsi troppo, sicuro che Mister B. continuerà a votare le sue riforme. Sa che necessità e preoccupazioni del capo azienda SB non sono finite, anche sul fronte della magistratura. Si permette, il premier, anche un po’ di ironia, quando dice che per mettere in crisi il berlusconismo “ho fatto più io in un anno che i girotondini in 20”. Mentre alla prima uscita dopo i giorni della rabbia, un allegro Berlusconi, tra gli invitati alla cerimonia di insediamento del nuovo capo dello Stato, racconta ad alta voce una barzelletta sulla mafia mentre a due passi da lui c’è un Mattarella a cui “cosa nostra” uccise il fratello.

Morto o no? Aspettiamo il verdetto degli aruspici sulla sorte del Nazareno. Il Nazareno, che del resto di resurrezioni se ne intendeva davvero, come assicurano i Vangeli. E comunque, se come molti prevedono quell’accordo riaprirà gli occhi, sarà forse il caso di ribattezzarlo “il Patto del Lazzaro”, visto che quella di Lazzaro fu certamente la più miracolosa resurrezione dopo quella di Gesù.

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