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Matteo, da Rischiatutto a Lascia o raddoppia

Matteo Renzi alla Ruota della Fortuna con Mike Bongiorno ansa

Un segno del destino.

Decisamente.

Che Matteo RenziCollegamento esterno abbia fatto la sua prima apparizione televisivaCollegamento esterno come concorrente di Mike BongiornoCollegamento esterno a La ruota della fortunaCollegamento esternoè davvero un segno del destino.

Infatti…

… che cosa è stato il catastrofico (per lui) referendum del 4 dicembreCollegamento esterno se non un RischiatuttoCollegamento esterno?

Mica è finita.

Stiamo per entrare nel 2017, giusto?

Ironia della sorte…

… davanti a Matteo c’è un anno da Lascia o raddoppia.Collegamento esterno

Curioso, vero?

Ma non poteva essere altrimenti…

Riflettiamo.

Renzi è creatura televisiva tanto quanto Silvio BerlusconiCollegamento esterno.

Di cui esaspera pregi e difetti.

Al punto che i due, come ho già avuto modo di scrivere, sembrano, mediaticamente parlando, padre e figlio.

Renzi, infatti, è cresciuto guardando le tv del tycoonCollegamento esterno di Arcore.

Un imprintingCollegamento esterno che emerge, con prepotenza, a ogni discorso, a ogni intervista, a ogni mossa pubblica.

Qualche esempio?

Il clamoroso battesimo in giubbino di pelle nero da Maria De FilippiCollegamento esterno

le Collegamento esternoslide per illustrare la manovraCollegamento esterno

PLACEHOLDER

… la sistematica presenza dentro tg, talk show e programmi della domenica pomeriggioCollegamento esterno.

E poi le direzioni Pd in diretta su YouDemCollegamento esterno

… la telecamera che inquadra Matteo rispondeCollegamento esterno (su FacebookCollegamento esterno)…

… le videointervisteCollegamento esterno con tutti i più importanti quotidiani.

Un’orgia di immagini racconta l’epopea berlusconiana.

Un’orgia di immagini racconta i mille giorni al potere di Matteo.

Saranno una manna, fra qualche decennio, per chi vorrà ripercorrere in chiave storica le vicende dei due, così simili.

Domanda…

Renzi è al capolinea (anche Silvio sembrava esserlo…)?

O si prepara a tornare da trionfatore (Berlusconi ha appena vinto il referendum…)?

Dovrà dircelo, appunto, il 2017, anno cruciale per il ragazzo nato a Rignano sull’ArnoCollegamento esterno che partì per rottamareCollegamento esterno e ora rischia di essere rottamatoCollegamento esterno.

Vediamo.

Dalla sentenza della Consulta sull’ItalicumCollegamento esterno (fine gennaio), alla nuova legge elettorale, al prossimo voto (giugno? settembre?), Renzi si giocherà, in pochi mesi, la vita.

Letteralmente.

Dovesse andargli bene, potrà danzare felice sulle note di PLACEHOLDER.

Dovesse andargli male, invece, si aprirebbe per lui uno scenario imbarazzante.

Almeno sul piano sociale.

Guadagnarsi da vivere, per esempio.

Ora, infatti, come ha raccontato sulla sua pagina FacebookCollegamento esterno, si ritrova d’improvviso senza stipendio.

Ma che cosa faceva Matteo prima di diventare un politico di professione?

Nell’autobiografia ufficiale si leggeCollegamento esterno: “Lavora come dirigente nell’azienda di famiglia che si occupa di servizi di marketing”.

Se non una bugia, però, almeno è una forzatura.

Nella travagliata impresa del padreCollegamento esterno, infatti, Matteo è a lungo inquadrato semplicemente come un collaboratore.

E diventa dirigente soltanto quando ha la certezza di essere eletto presidente della Provincia di Firenze.

Ovvero, l’azienda di famigliaCollegamento esterno versa i costosissimi contributi dirigenziali per meno di otto mesi.

Poi, dal 2003 al 2016 (tredici anni), provvedono le tasse pagate dai cittadini italiani, giacchè l’onere previdenziale ricade prima sulla Provincia, poi sul Comune di Firenze, infine sulla presidenza del Consiglio.

Capito?

Così, nel caso il figlio non riuscisse a riprendersi Palazzo ChigiCollegamento esterno

… papà TizianoCollegamento esterno dovrebbe nuovamente mettersi le mani in tasca.

Oppure…

… potrebbe scattare il pronto soccorso di Marco CarraiCollegamento esterno

… che già provvedeva al pagamento dell’affittoCollegamento esterno fiorentino quando Matteo era sindaco.

Già, Carrai.

L’amico inseparabile.

Lui e Renzi come PLACEHOLDER.

Uno in politica, l’altro negli affari.

Due vite, più che parallele, intrecciate.

Ecco come.

Dopo essere stato amministratore delegato di Florence MultimediaCollegamento esterno (su cui indagaCollegamento esterno la Corte dei ContiCollegamento esterno), amministratore delegato di Firenze ParcheggiCollegamento esterno (fino al 9 maggio 2013) e avere avuto l’appalto delle audioguide a Palazzo VecchioCollegamento esterno, storica sede del municipio fiorentino, Marchino, come lo chiamano gli amici, oggi è, oltre a mille altre cose, presidente di Toscana AeroportiCollegamento esterno e consigliere della Fondazione cassa di Risparmio di FirenzeCollegamento esterno.

Non basta.

Su indicazione di Matteo stava per diventare addirittura responsabile nazionale della cyber securityCollegamento esterno.

Senza, peraltro, avere un’acclarata competenza in materia.

Tanto che si è dovuto muovere il presidente della Repubblica, Sergio MattarellaCollegamento esterno, per impedire questa… stravaganza.

Capito che sodalizio c’è fra i due?

Quindi, statene certi, Carrai non mollerà mai Renzi.

Perché è un un uomo di mondoCollegamento esterno, Marchino.

Un tipo svelto.

Inaffondabile.

E se la carriera politica dell’amico finisse male, lui si farebbe in quattro pur di risolvergli ogni problema materiale.

Garantito.

Però…

… per Renzi sarebbe comunque difficile rientrare nella normalità dopo…

… essersi fatto fare un mega jet su misuraCollegamento esterno

aver banchettato alla Casa BiancaCollegamento esterno

schierato una portaerei davanti a VentoteneCollegamento esterno

… e svolazzato di qua e di là in elicotteroCollegamento esterno.

Ritornare alla Smart?Collegamento esterno

O addirittura alla bicicletta?Collegamento esterno

Nel primo giorno dopo le dimissioni, Matteo ha ostentato un tuffo nella quotidianitàCollegamento esterno da uomo medio: pizza, PlaystationCollegamento esterno, accompagnamento figli.

Per 24 ore si può fare, figuriamoci.

Ma alla lunga?

Staremo a vedere.

Che cosa ne sarà di Renzi ce lo dirà, appunto, solo il 2017.

Nel caso Matteo risorgesse, potrebbe addirittura consacrarlo uomo dell’anno.

Viceversa, sul calendario della storia repubblicana segnerebbe il suo tramonto.

Lascia o raddoppia, quindi.

Le scommesse sono aperte.

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