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Michael Lauber si dimette dalla Procura federale

Michael Lauber fa le valigie
Michael Lauber fa le valigie Keystone / Peter Klaunzer

Si avvia alla conclusione la lunga telenovela che ha coinvolto il contestato capo della Procura federale Michael Lauber.

È lo stesso procuratore generale che lo ha reso noto in una comunicazione del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc).

“La mancata fiducia nei miei confronti in qualità di procuratore generale danneggia il Mpc”, scrive nel comunicato Michael Lauber. “Continuo a respingere fermamente l’accusa di menzogna”, ha aggiunto l’inquirente, precisando che le modalità delle dimissioni ” verranno discusse con la Commissione giudiziaria competente”.

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L’alto magistrato era oggetto di una procedura di destituzione per i suoi controversi rapporti con il presidente della Fifa Gianni Infantino.

A gettare un’ombra sull’operato dell’inquirente federale erano stati proprio gli incontri segreti avvenuti nel 2016 e nel 2017 con il responsabile della Federazione calcistica internazionale coinvolta nelle indagini condotte da Berna sull’assegnazione dei mondiali in Russia e Qatar.

Dall’indagine disciplinare effettuata dall’autorità di vigilanza della procura federale (AV-MPC), giunta al termine lo scorso mese di marzo, erano emerse non trascurabili violazioni dei doveri d’ufficio: il capo della Procura federale avrebbe infatti ripetutamente detto il falso, agito in modo sleale e violato il codice di condotta del Ministero pubblico in modo “gravemente negligente”.

Ragioni per le quali era stato sanzionato con una riduzione della sua retribuzione annua pari all’8% (23’827 franchi su un totale di 297’844 franchi). Decisione contro cui il procuratore generale aveva presentato ricorso al Tribunale amministrativo federale (TAF) per presunti errori procedurali e parzialità dell’Autorità di vigilanza. Opposizione che è stata accolta solo parzialmente dalla corte di San Gallo che ha ridotto la decurtazione dall’8% al 5%, come si evince dalla sentenza pubblicata venerdì.

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‘Una carriera travagliata’: la retrospettiva del TG

Il successivo voto del 20 maggio da parte della Commissione giudiziaria dell’Assemblea federale aveva decretato (13 contro 4) l’apertura del procedimento di destituzione del responsabile del Ministero pubblico della Confederazione (Mpc).

Va sottolineato che nel settembre 2019 il Parlamento aveva rieletto di misura Lauber a capo dell’MPC fino al 2023. I voti erano stati solo 129 sui 243 validi, poco al di sopra dei 122 necessari. E questo nonostante che le sue dimissioni fossero già state richieste in precedenza alle Camere e la stessa commissione giudiziaria si fosse esplicitamente pronunciata contro la sua rielezione.

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Il commento del corrispondente RSI da Berna.

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