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Con Bruxelles si apre un nuovo cantiere

L’UE apre la porta dei negoziati con la Svizzera Keystone

I ministri delle finanze dell’UE hanno affidato alla Commissione europea un mandato di negoziazione con la Svizzera per rivedere l’attuale accordo sulla fiscalità del risparmio e discutere di scambio automatico di informazioni. La stampa prevede trattative difficili.

La decisione era nell’aria. Confrontati con la crisi economica, gli Stati dell’Unione Europea hanno urgente bisogno di denaro per finanziare i piani di rilancio. Come? Tassando i capitali depositati all’estero da contribuenti che hanno evaso il fisco.

Da martedì, la pressione sulla Svizzera si è ulteriormente accentuata. «Ieri a Bruxelles c’è stata una sorta di rovesciamento del fronte pro-segreto bancario», scrive mercoledì La Regione. Gli ultimi due alleati di Berna all’interno dell’Unione Europea, ovvero Austria e Lussemburgo, hanno ceduto sul segreto bancario. «O meglio, non lo hanno ancora fatto formalmente, ma lo faranno se la Svizzera farà altrettanto», commenta il giornale ticinese, sottolineando che le trattative saranno difficili.

Austria e Lussemburgo: sì, ma…

All’unanimità, martedì i ministri dell’economia e delle finanze (Ecofin) dei Ventisette hanno incaricato la Commissione europea di negoziare con la Svizzera e altri Stati terzi come Liechtenstein, San Marino, Andorra e Principato di Monaco lo scambio automatico di informazioni fiscali e la revisione dell’accordo sulla fiscalità del risparmio che, nelle intenzioni di Bruxelles, dovrebbe essere molto più restrittivo.

L’Austria e il Lussemburgo si sono però opposte alla direttiva interna sulla tassazione del risparmio, la quale prevede che i redditi di capitale possano essere tassati nel paese di residenza degli investitori. I ministri di Austria e Lussemburgo, Maria Fekter e Luc Frieden, hanno dichiarato che «non possono per ora dare il via libera» alla direttiva, perché essa creerebbe una situazione di disparità nei confronti della Svizzera e degli altri Stati terzi.

I due paesi dell’UE si sono detti disposti ad allinearsi al nuovo standard di trasparenza fiscale soltanto se la Commissione europea riuscirà a convincere Berna e gli altri Stati ad adeguarsi. In caso di fallimento dei negoziati, Lussemburgo e Austria hanno preannunciato che non aboliranno unilateralmente il segreto bancario.

Dal 2005 la Svizzera applica un’imposta alla fonte sugli interessi maturati sui capitali depositati da cittadini dell’Unione Europea su conti di banche elvetiche. La cosiddetta euroritenuta, regolata dall’accordo sulla fiscalità del risparmio con l’UE, è del 35%.

Nel 2011 sono stati riscossi 506 milioni di franchi. I tre quarti del gettito sono stati versati agli Stati dell’UE, principalmente Italia, Germania e Francia, mentre un quarto è rimasto in Svizzera.

Questa imposta, che preserva l’anonimato dei clienti, è oggetto di numerose critiche. In particolare è possibile evitarla ‘de-europeizzando’ i capitali in deposito, ad esempio trasferendoli in strutture societarie extra-europee.

Per colmare le lacune di questa direttiva, porre fine alle pressioni di alcuni paesi dell’UE e preservare nello stesso tempo il segreto bancario, la Svizzera ha proposto di introdurre una nuova imposta alla fonte, ovvero il cosiddetto modello Rubik. Esso prevede una regolarizzazione del passato attraverso il pagamento di un’imposta forfettaria unica e il prelievo di un’imposta liberatoria su interessi e dividendi futuri. In cambio il titolare del conto mantiene l’anonimato.

La Svizzera ha sottoscritto accordi in tal senso con Gran Bretagna e Austria, mentre la Germania lo ha respinto.  

Mercanteggiamento?

Per il Tages Anzeiger, la posizione di questi due paesi potrebbe a prima vista permettere alla Svizzera di influenzare importanti riforme in seno all’UE e di usare la carta dello scambio automatico di informazioni per ottenere quale contropartita, ad esempio, l’accesso diretto delle banche svizzere al mercato interno europeo o compiere passi in avanti nel dossier energetico.

«Immaginarsi di poter procedere come in passato a un mercanteggiamento potrebbe però rivelarsi una strategia rischiosa. Associare tutto a tutto potrebbe condurre a un blocco totale delle relazioni bilaterali e in una situazione del genere la Svizzera avrebbe più da perderci che da guadagnarci», analizza il giornale zurighese.

Una partita che si gioca all’OCSE

Secondo il Tages Anzeiger, ad abrogare il segreto bancario potrebbero essere il G20 e l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e non l’UE. In questo caso, la Svizzera si troverebbe in mano un pugno di mosche per negoziare con Bruxelles. «Per questo, piuttosto che puntare su un mercanteggiamento, la Svizzera avrebbe tutto interesse a lottare assieme all’UE affinché l’OCSE introduca lo scambio automatico di informazioni a livello globale», scrive il quotidiano.

Un’opinione condivisa dall’Aargauer Zeitung: «L’obiettivo della Svizzera dovrebbe essere di contribuire a sviluppare degli standard dell’OCSE, per poi applicarli nelle sue relazioni con Bruxelles».

Anche per La Liberté «l’UE non è il teatro adatto per negoziare lo scambio automatico di informazioni tra autorità fiscali». Queste discussioni dovrebbero essere condotte prima di tutto in seno all’OCSE, «sola organizzazione che permette di stabilire degli standard applicabili a tutte le grandi piazze finanziarie mondiali».

Questa posizione riflette quella ufficiale del governo svizzero. In una nota diramata martedì dal Segretariato di Stato per le questioni internazionali si ricorda che già nel 2009 Berna si era detta pronta a discutere su un eventuale ampliamento dell’accordo sulla fiscalità del risparmio concluso con l’UE per sopperire alle lacune. Tuttavia, per valutare le future condizioni quadro, la Svizzera si basa non solo sugli sviluppi in seno all’UE ma anche nelle altre grandi piazze finanziarie internazionali. Berna collabora inoltre nell’ambito dell’OCSE con i gruppi di lavoro incaricati di elaborare uno standard internazionale per lo scambio di informazioni.

Per La Liberté, il governo dovrà essere astuto. «Finora Berna ha dato piuttosto l’impressione di essere il solo attore sincero in questa partita di poker. Questa partita si gioca anche all’OCSE, dove i paesi anglosassoni fanno la guerra al segreto bancario senza rimettere in discussione i propri sistemi di evasione fiscale, trust in primis. Il governo elvetico dovrà ottenere serie garanzie su questo piano, se vuole evitare agli svizzeri di fare la figura degli idioti del villaggio».

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