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Scadono 250’000 Covid Pass e non tutti lo sanno

Restrizioni all entrata
L'obbligo di esibire il certificato ha i giorni contati in Svizzera? Keystone / Anthony Anex

Da inizio febbraio migliaia di certificati Covid non saranno più validi, in seguito alle recenti modifiche introdotte dal governo federale che ne hanno ridotto la durata da un anno a nove mesi.

Questo significa che, secondo stime della radiotelevisione SRF, circa 250’000 persone saranno sprovviste dell’autorizzazione per accedere a locali al chiuso, in particolare ristoranti ed eventi culturali, sportivi e ricreativi che si svolgono all’interno. Si tratta in concreto di tutti coloro che – nonostante abbiano completato il ciclo vaccinale prima del 7 maggio 2021 – non hanno ancora ricevuto il cosiddetto booster, la dose di richiamo dei vaccini omologati in Svizzera, o sono guariti dal Covid-19 da oltre 270 giorni.

Ristoratori preoccupati

L’aspetto che sta creando un certo fermento è che da un lato vi sono categorie economiche, già colpite dalla pandemia in questi due anni come i ristoratori, che rischiano di essere di nuovo penalizzate da questa limitazione e dall’altro vi è una quota rilevante di persone ignare del fatto che il loro Green Pass scada dal primo febbraio.

In proposito il presidente dei ristoratori svizzeri (Gastrosuisse) Kasimir Platzer, che teme ingenti perdite economiche per la categoria, ha affermato alla radio SRF che è deplorevole la circostanza secondo cui i soggetti che finiranno per essere penalizzati, hanno in realtà “fatto di tutto per non essere esclusi dalla vita sociale”.

A complicare ulteriormente la vicenda è l’evoluzione della situazione epidemiologica nella Confederazione, che lascia intravedere a breve un calo dei contagi mentre sul fronte delle ospedalizzazioni si notano già sensibili miglioramenti. Tanto che si stanno moltiplicando le voci, anche all’interno del governo a Berna, su un imminente allentamento delle restrizioni, in particolare quelle legate proprio al certificato Covid.

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Il governo riflette su imminenti allentamenti

In tal senso si era espresso in settimana il ministro della sanità Alain Berset che aveva ventilato la possibilità dell’imminente soppressione della quarantena e del telelavoro obbligatorio. In un’intervista al Blick di domenica il collega Ueli Maurer ha concordato con la necessità di revocare la quarantena per i familiari e conoscenti entrati in contatto con i positivi, un provvedimento “che genera i maggiori oneri economici” soprattutto alle imprese confrontate con improvvise carenze di personale.

Il ministro delle finanze ritiene inoltre che la pandemia non sarà probabilmente sotto controllo a livello mondiale prima di altri tre o quattro anni e per questo motivo occorre “una strategia di vaccinazione” che coinvolga la popolazione. Occorre insomma, ha continuato il consigliere federale dell’Udc (destra), “tornare rapidamente alla normalità” anche perché è cresciuta, con la pressione esercitata in questi mesi dallo Stato, la resistenza dei cittadini, di cui bisogna riguadagnare la fiducia.

Secondo indiscrezioni nella sua prossima riunione, in agenda il due febbraio, il governo potrebbe annunciare un primo allentamento delle misure vigenti e la consultazione dei cantoni su un pacchetto di ulteriori revoche. In prospettiva dovrebbero essere prorogati quindi solo l’isolamento dei positivi, l’obbligo di mascherina al chiuso e i test per i sintomatici.

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