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Sanzioni agli oligarchi, denuncia contro il Credit Suisse

Un anno complicato per la grande banca elvetica
Un anno complicato per la grande banca elvetica © Keystone / Walter Bieri

Le rivelazioni del Financial Times gettano ombre sull'operato della grande banca elvetica, che smentisce però le accuse, nei confronti degli uomini d'affari vicini a Putin.

Il parlamentare ginevrino Carlo Sommaruga ha sollecitato il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ad aprire un’indagine sulla condotta del Credit Suisse in relazione alle sanzioni contro gli oligarchi russi.

Le rivelazioni dei media

La banca svizzera, secondo quanto pubblicato mercoledì dall’autorevole Financial Times, avrebbe chiesto a un gruppo di investitori di distruggere documenti legati a crediti concessi a facoltosi cittadini russi. Sulla base di queste informazioni il senatore Carlo Sommaruga ha depositato una denunciato alla Procura federale nella quale viene chiesto di fare piena luce sulla questione.

La Svizzera ha deciso lunedì di riprendere tutte le misure restrittive decise dall’Unione europea contro la Russia e di congelare i beni del presidente Vladimir Putin e delle altre personalità vicine al Cremlino dopo l’aggressione militare all’Ucraina.

Secondo la tesi riportata dalla testata finanziaria il Credit Suisse avrebbe agito al fine occultare alcuni beni riferibili agli oligarchi per eludere le sanzioni internazionali nei loro confronti, ipotesi questa che “può essere punita con la reclusione fino a un anno o con una multa fino a 500’000 franchi”, ha rammentato il senatore socialista. Inoltre, ha aggiunto, la distruzione dei documenti menzionati dal Financial Times potrebbe anche essere considerata come distruzione di prove e ostacolo all’azione penale.

Banca smentisce

In una nota diramata giovedì sera la banca elvetica afferma di non aver distrutto alcun dato relativo a clienti o altri documenti e che non vi è “assolutamente alcun legame” tra l’eliminazione dei documenti e la recente introduzione di sanzioni supplementari contro la Russia. La banca aggiunge che tali sanzioni sono “interamente rispettate”.

Nel suo comunicato, Credit Suisse assicura che la richiesta inoltrata a investitori di eliminare o restituire documenti era stata stipulata in un accordo di non divulgazione, come lo vuole la prassi del mercato. Tali documenti, stando alla banca, contenevano statistiche di portafoglio e modelli di performance relativi alle posizioni iscritte in bilancio.

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