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San Gottardo: le buone idee da sole non bastano

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Senza iniziative concrete, senza soldi, senza il fattivo sostegno dei centri e dei cantoni interessati (Ticino, Vallese, Uri e Grigioni), l'ambizioso Progetto San Gottardo rischia di rimanere una chimera. La seconda conferenza dà nuovo slancio.

Se Parigi val bene una messa, la regione del San Gottardo merita la creazione di un nuovo concetto di sviluppo. Le idee ci sono, come pure gli slanci ideali, le belle parole e le buone intenzioni. C’è soprattutto un progetto, conosciuto con l’acronimo “PREGO”, che coinvolge i quattro cantoni alpini: Ticino, Uri, Vallese e Grigioni. Ma non basta.

Riuniti venerdì scorso a Bellinzona in occasione della seconda conferenza del San Gottardo, autorità politiche e operatori turistici dei quattro cantoni hanno condiviso una certezza: in assenza di progetti concreti, difficilmente l’idea di rilancio della regione del San Gottardo potrà diventare una realtà. Altrettanto unanime è stato però l’impegno di andare avanti con slancio e determinazione verso la meta. E le sfide non mancano.

Secondo i parlamentari e i consiglieri di Stato presenti a Bellinzona, nel giro di pochi anni la nuova galleria di base del San Gottardo creerà una situazione completamente diversa per questo territorio. Gran parte dei cantoni Uri e Ticino saranno attraversati da treni internazionali ad alta velocità. L’attuale linea ferroviaria del Gottardo, inoltre, perderà importanza e il collegamento con i grossi centri diventerà più difficoltoso.

Le realtà che si muovono attorno alla regione del San Gottardo devono quindi adattarsi a una situazione nuova dal punto di vista dei trasporti e sviluppare nuove idee per evitare di diventare delle desolate terre alpine.

Jean-Daniel Mudry e la quadratura del cerchio

La regione del San Gottardo non è solo un luogo unico e significativo sulla carta dell’Europa, non è soltanto lo spartiacque climatico e idrico del continente, è soprattutto una realtà poliedrica: quattro cantoni, oltre centoventi comuni, quattro mentalità e impostazioni culturali diverse e tre lingue si specchiano idealmente nelle acque del laghetto in cima al passo.

Conferire una minima omogeneità di vedute rappresenta in qualche modo la quadratura del cerchio che spetta al direttore del progetto Jean-Daniel Mudry. “Se è vero che oggi i collegamenti via internet azzerano le distanze e che dal profilo tecnico e i collegamenti sono risolti – esordisce Mudry – rimane aperto l’aspetto l’umano, quello dei contatti diretti, della comprensione”.

Mettere d’accordo tutti gli attori della regione San Gottardo, e come abbiamo visto sono moltissimi, implica un lavoro di mediazione che richiede arte e pazienza. Ogni, cantone, ogni comune ha dei diritti, formula delle richieste. Si tratta ora di trovare una sintesi. Ma tutti dovranno fare la loro parte. Il Progetto San Gottardo rappresenta perciò una grande sfida per queste regioni, dove le strutture regionali tradizionali devono adeguare il loro sguardo all’insieme del territorio.

Una sola voce per un “ménage” a quattro

“Se nelle prossime otto settimane non riusciremo a strutturare un’organizzazione e definire dei mandati – sottolinea il consigliere di Stato grigionese Stefan Engler – non si riuscirà nemmeno a sviluppare il progetto di Expo Gottardo 2020”. Il “ménage à quatre” deve dunque trovare presto un’unica voce per poter rivendicare i fondi necessari.

“Dinnanzi a progetti puntuali, duraturi e sostenibili – evidenzia il consigliere di Stato ticinese Marco Borradordi – la Confederazione sarà più propensa a sciogliere i cordoni della borsa, visto che questi rientrerebbero di diritto nella Nuova politica regionale voluta da Berna”.

“I quattro cantoni – rilancia Engeler – non sono solo San Moritz, Lugano oppure Lucerna. Dobbiamo impegnarci anche per le popolazioni che vivono nelle Alpi, in zone discoste rispetto ai grandi centri”. “Ci vogliono già a partire da adesso – continua il consigliere di Stato urano Isidor Baumann – progetti e idee concrete per ,rilanciare la regione del San Gottardo senza aspettare fino al 2020. Allora potrebbe essere troppo tardi”.

I grandi centri facciano la loro parte

Jean-Daniel Mudry è perfettamente conscio della porta delle sfide. E in modo molto diretto lancia un appello. “Non nascondo che avrei voluto venire alla conferenza di Bellinzona – dichiara a swissinfo Jean-Daniel Mudry – presentando una lista dei progetti già realizzati. Non è stato possibile, tuttavia le condizioni quadro per questo progetto sono ottime e molto favorevoli. Insomma, sì, possiamo continuare”.

Se il progetto dell’egiziano Samih Sawiris a Andermatt rappresenta per Mudry un evidente incentivo – “ha generato tra la gente del posto ottimismo, coraggio e voglia di intraprendere” – le altre regioni (Leventina, Surselva e Goms) devono essere pronte a cogliere le opportunità che la nuova struttura turistica genererà.

Intanto a lui spetta il ruolo del pellegrino infaticabile. “Dobbiamo ricordarci che sulla carta le diversità si risolvono in fretta. Ma dietro le strutture – commenta Mudry – ci sono esseri umani. Ci vuole tempo, perché io devo andare personalmente da tutti a parlare, a spiegare per poi convincere”.

Ma il convincimento, benché necessario, non basta. “I centri di queste quattro realtà devono fare di più. Ogni singolo cantone dà soltanto 50 mila franchi all’anno per il progetto, il resto è finanziato dalla Confederazione e dai comuni. Ma con una cifra complessiva di 500 mila franchi all’anno, non si possono fare investimenti duraturi”. Per fare in modo che si arrivi alla scadenza di Expo Gottardo 2020 solidi come una roccia, le prime pietre vanno posate adesso.

Françoise Gehring, swissinfo.ch, Bellinzona

Il “Progetto San Gottardo” è un progetto comune dei Cantoni Uri, Ticino, Vallese e Grigioni. I quattro cantoni intendono collaborare alfine di trasformare il territorio attorno al San Gottardo in uno spazio economico e vitale fortemente connesso.

Nell’arco che va da Flüelen fino a Bellinzona e da Briga fino a Flims dovrebbe formarsi uno spazio in grado di offrire alla sua popolazione, all’economia e ai suoi visitatori un futuro ricco di attrattive. In questo senso il Progetto San Gottardo è, attualmente, il progetto più grande e ambizioso, nel suo genere, in Svizzera.

Per questa ragione la Confederazione sostiene il progetto nell’ambito del programma della Nuova Economia Regionale.

Nel mese di luglio del 2006 i canton alpini si incontrano sul passo del Gottardo per la prima “Conferenza per il futuro” e, poco dopo, firmano un “Memorandum of Understanding” per la fondazione del “Progetto di sviluppo territoriale e regionale del Gottardo” (PREGO).

Nella primavera del 2007, il Consiglio federale prende le distanze dalla “Porta Alpina”. Viene a cadere un “faro” fondamentale del progetto di sviluppo PREGO, ma i quattro cantoni sono determinati a rilanciare la collaborazione intercantonale per il futuro del San Gottardo.

I Cantoni Uri, Ticino, Vallese e Grigioni presentano nel mese di luglio 2007 il “Programma d’attuazione 2008 – 2011” con il nuovo nome “San Gottardo”. La Segreteria di Stato dell’economia (SECO) vede il Progetto San Gottardo come “il fiore all’occhiello della Nuova Politica Regionale*.

Dal mese di marzo del 2008 la direzione del Progetto San Gottardo è affidata a Jean-Daniel Mudry. Nel mese di settembre del 2008 i quattro cantoni si dotano della “Charta San Gottardo”.

La terza edizione della Conferenza del San Gottardo avrà luogo il 24 settembre 2010 a Briga.

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