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San Gallo – Napoli, alla ricerca della propria identità

La video-artista svizzera Morena Barra è l’autrice del documentario sperimentale ‘N terr’ ‘a rena (Giù alla spiaggia) che racconta la ricerca della sua identità attraverso la storia del mare negato di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più difficili di Napoli.

“Sono venuta a Napoli per cercare la mia identità”. Morena Barra, svizzera di San Gallo e figlia di napoletani immigrati nella Confederazione diverse decine di anni fa, non ha dubbi sul motivo che l’ha spinta a trascorrere due mesi nel capoluogo campano. “L’identità è una questione complessa”, spiega Morena a tvsvizzera.it, “soprattutto per chi come me si sente legata al posto in cui è cresciuta ma anche a quello che ha dato i natali ai propri genitori”.

Pienamente svizzera ma anche pienamente napoletana. E contemporaneamente nessuna delle due cose. Questa apparente contraddizione in termini, tipica di tanti svizzeri di seconda o terza generazione, è evidente nel suo modo di parlare. “In casa parlo un misto tra tedesco, italiano e napoletano”, spiega ridendo.

E dunque, chi è Morena Barra? Per rispondere a questa domanda la giovane ha deciso di partecipare a un concorso indetto dal Cantone San Gallo che aveva l’obiettivo di finanziare progetti artistici e culturali dei giovani abitanti della Confederazione. “Io di mestiere faccio la video-artista”, racconta Morena Barra, “dunque ho pensato di proporre un progetto artistico relativo alla ricerca della mia identità. Quel progetto deve essere piaciuto ed è stato scelto come uno dei vincitori”.

Quando è partita da San Gallo in direzione Napoli, Morena non aveva ben chiaro cosa sarebbe uscito fuori dal suo lavoro. “A dire il vero non lo sapevo neanche mentre ci stavo lavorando”, ammette.   

Un mare che c’è ma non c’è

Ciò che è uscito fuori è un documentario sperimentale dal titolo ’N ‘terr ‘a rena (Giù alla spiaggia). Il viaggio alla ricerca della sua identità ha portato Morena a scontrarsi con la realtà di San Giovanni a Teduccio, uno dei quartieri più difficili e contraddittori di Napoli. Il mare bagna tutto il quartiere ma è come se non ci fosse perché non è balneabile. La spiaggia e il mare di San Giovanni a Teduccio pagano lo scotto di decenni di abbandono da parte delle istituzioni e tentativi (troppo spesso riusciti) da parte di privati senza scrupoli di trasformare quel tratto di spiaggia in una discarica di rifiuti e di liquami.

Dunque quello di San Giovanni a Teduccio è un mare che c’è ma non può essere vissuto. Come la napoletanità di Morena, che c’è ma spesso non può essere espressa. “Io non credo negli stereotipi”, chiarisce l’artista, “e non amo chi rappresenta Napoli e i napoletani come caotici e disordinati e la Svizzera e gli svizzeri come chiusi, ordinati e noiosi”. Ma le differenze, ammette, ci sono. “E in questo lavoro c’è tanto di napoletano e poco di svizzero”.

Il mare di San Giovanni, per Morena Barra, è un ricordo. Il ricordo degli affetti che non ci sono più, di chi da bambina la portava sulla spiaggia a prendere una boccata d’aria o a guardare l’orizzonte. Il mare di San Giovanni, per Morena Barra, sono il suo papà e la sua nonna. Sono la sua famiglia, le sue origini. E forse sé stessa.

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