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La Svizzera è preparata ad affrontare l’arrivo del virus

Alain Berset risponde a un giornalista dopo la conferenza stampa
Per il consigliere federale Alain Berset Il rischio per la Svizzera resta elevato. Keystone / Peter Klaunzer

In Svizzera non ci sono ancora casi confermati di coronavirus (Covid-19). E questo nonostante circa 300 test effettuati, mentre alcune decine di persone sono in quarantena: lo ha annunciato lunedì il ministro dell'interno, Alain Berset. Intanto il Ticino è pronto ad affrontare l'eventuale emergenza mentre in Italia si continua a morire.

In una conferenza stampa a Berna, il consigliere federale Alain Berset ha presentato una serie di misure supplementari che riguardano maggiore informazione (una campagna ai confini che sarà pronta a partire in un paio di giorni), prontezza operativa e intensificazione degli esami. 

“Sono stati finora effettuati accertamenti su circa 300 casi sospetti, tutti sono risultati negativi”, ha spiegato il consigliere federale, aggiungendo che ci sono ancora alcune decine di persone in quarantena. Vista la rapida progressione delle infezioni nella vicina Italia, il rischio per la Svizzera resta elevato, ha affermato. 

Berset ha comunque voluto sottolineare che la Svizzera è preparata ad affrontare l’arrivo del virus. Il Consiglio federale riceve informazioni dal sistema europeo di allerta precoce e ad ogni momento può varare nuove misure.

Il riassunto della giornata svizzera nel servizio del telegiornale:

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La coordinazione fra Cantoni e Confederazione, e in particolare con il Ticino, funziona bene, ha aggiunto, precisando di essere in contatto con il consigliere di Stato ticinese Raffaele De Rosa, direttore del dipartimento della sanità e della socialità, così come con il ministro italiano della salute, Roberto Speranza, e con gli omologhi degli altri Paesi confinanti. 

Test direttamente in Ticino

Berset ha aggiunto che le autorità stanno istituendo la possibilità di effettuare test, da martedì, direttamente in Ticino. Nei prossimi giorni la Confederazione rifornirà inoltre di mascherine ospedali e medici del cantone.

“Siamo pronti ai primi casi che potrebbero presentarsi, e restiamo in continuo contatto con le autorità federali e dei paesi vicini, in particolare con quelle italiane”, ha affermato dal canto suo Christian Vitta, presidente del governo ticinese.

Nessun caso confermato in Ticino di coronavirus e nessuna misura restrittiva per il momento, ribadisce Raffaele De Rosa. Dopo l’incremento dei casi in Nord Italia, in accordo con le autorità federali, si è potenziata anche l’hotline per poter gestire tutte le chiamate provenienti dalla Svizzera italiana.

“Ci sono diversi casi sospetti”, ha affermato il medico cantonale Giorgio Merlani che precisa che questo è dovuto a un cambiamento della definizione clinica ed è frutto dell’aumentato principio di prudenza. Merlani annuncia anche un’importante novità: nei prossimi giorni sarà possibile effettuare i test anche in Ticino, senza dover spedire i campioni a Ginevra.

Nel servizio del Quotidiano quanto è stato detto e deciso in Ticino:

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Raffaele De Rosa ha inoltre spiegato che non ci saranno nemmeno misure restrittive per le manifestazioni: “Il gruppo di esperti ha valutato la misura, ritenendo che non ha dato finora prova di efficacia ed efficienza, e ha sconsigliato di intraprendere questa strada. Con Il Governo, all’unanimità, abbiamo deciso di dar seguito a questa raccomandazione”.

Berset martedì a Roma

Berset si recherà martedì a Roma per una conferenza che riunisce i ministri della sanità italiano e dei Paesi vicini. Oltre la Svizzera e l’Italia, all’incontro parteciperanno anche un rappresentante di Francia, Germania, Austria e Slovenia.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) non ci sente e vuole controlli più rigorosi alle frontiere con test medici rapidi e un divieto di entrata in Svizzera per le persone malate. “Di fronte ai circa 75’000 frontalieri che arrivano tutti i giorni in Svizzera provenienti dall’Italia, le misure annunciate dal consigliere federale Alain Berset non sono sufficienti”, scrive il partito in un comunicatoCollegamento esterno (solo in tedesco).

Italia, aumentano i decessi

In Lombardia il numero dei contagiati è 172. Lo ha detto il presidente della Regione Attilio Fontana, spiegando che “la popolazione sta reagendo positivamente alle iniziative che abbiamo assunto”.

“Sono moderatamente fiducioso che le cose possano andare verso un miglioramento graduale, credo che ci siano tutte le condizioni per poter rassicurare i cittadini”, ha aggiunto Fontana. 

“Abbiamo sei decessi in Lombardia. Sono tutte persone con quadro clinico particolarmente debilitato o molto anziane”, ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera, aggiungendo che “questo virus ha una forza contagiosa molto evidente, la sua mortalità è maggiore di un’influenza ma siamo in una situazione assolutamente contenuta e incide su persone molto anziane e compromesse”.

In Italia sono 229 i contagiati, comprese 7 vittime ufficiali e una persona che è guarita. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario straordinario Angelo Borrelli nel corso di una conferenza stampa alla Protezione Civile.

Il reportage dal basso lodigiano e dal milanese della nostra inviata del telegiornale:

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Oms: “non si tratta di pandemia ed è stato raggiunto il picco”

“Non possiamo parlare ancora di pandemia ma solo di epidemia” perché anche se l’allerta è alta non c’è ancora una diffusione del coronavirus su larga scala a livello mondiale. È quanto ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Da notare come i ricercatori dell’Oms sono arrivati alla conclusione che “in Cina la diffusione del coronavirus ha raggiunto il suo picco tra il 23 gennaio e il 2 febbraio. E da allora ha cominciato a diminuire in maniera consistente”. Tedros Adhanom Ghebreyesus ha aggiunto che “i ricercatori non hanno riscontrato cambiamenti significativi nel Dna del coronavirus”.



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