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Russiagate: Dem, Casa Bianca ha ordinato il silenzio a Bannon

L'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon KEYSTONE/AP/JACQUELYN MARTIN sda-ats

(Keystone-ATS) La Casa Bianca ha ordinato all’ex stratega Steve Bannon di non rispondere a certe domande nell’audizione ieri davanti alla commissione intelligence della Camera nelle indagini sul Russiagate. È l’accusa del deputato dem Adam Schiff, membro della stessa commissione.

È un “obbligo di non divulgazione” (‘gag order’), ha sostenuto Schiff, definendo “audace” la mossa della Casa Bianca di invocare il privilegio esecutivo, che protegge il presidente e altri membri dell’esecutivo dai mandati di corpi legislativi o giudiziari finalizzati all’acquisizione di informazioni.

Sarah Sanders, portavoce di Trump, ha sostenuto che la presidenza non è preoccupata di quello che Bannon potrebbe dire ma non ha detto se la Casa Bianca gli ha ordinato di non rispondere, limitandosi a sottolineare che, “come per tutte le inchieste che riguardano la Casa Bianca, il Congresso deve consultarsi con essa prima di ottenere materiale confidenziale”.

Bannon si è rifiutato di rispondere a domande sulle sue comunicazioni con l’ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn (indagato nel Russiagate) e con l’ex capo dello staff Reince Priebus. E avrebbe fatto scena muta anche su momenti chiave come il licenziamento del capo dell’Fbi James Comey e il proprio coinvolgimento nella redazione del comunicato “fuorviante” della Casa Bianca sull’incontro alla Trump Tower fra il primogenito del presidente ed emissari russi durante la campagna elettorale.

Un rifiuto che gli è costato un mandato di comparizione da parte della commissione intelligence, dopo quello del procuratore speciale Robert Mueller perchè testimoni davanti ad un grand jury. Nel caso continuasse a non rispondere, rischia di vedersi contestare l’accusa di disprezzo verso il Congresso.

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