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Ruba 7 milioni di franchi per mantenere 5 amanti

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A Zurigo un cittadino italiano ha sottratto l'importante somma destinata alle prestazioni previdenziali di suoi connazionali

Si è aperto a Zurigo il processo contro un ex funzionario del patronato «INCA-CGIL Svizzera» accusato di una mega-truffa ai danni di decine di pensionati italiani.

Il 52enne, cittadino italiano nato e cresciuto a Zurigo, dirigeva la sezione svizzera del patronato che dipende dalla CGIL. In questa veste ha gestito fra il 2001 e il 2009 le prestazioni previdenziali affidategli da 250 suoi connazionali, per una somma complessiva di 34 milioni di franchi.

Rubati 7 milioni di franchi per mantenere 5 amanti

In base all’atto d’accusa, l’imputato ha fatto scomparire dai conti dei suoi «assistiti» circa 7 milioni di franchi, utilizzati per saldare debiti personali, per pagare prostitute, acquistare orologi di lusso e – come ha sostenuto in aula – per mantenere cinque amanti.

La pubblica accusa chiede nei suoi confronti una condanna a nove anni di prigione per le accuse di truffa per mestiere, appropriazione indebita e falsità in documenti.

Il patronato INCA opera su incarico del Ministero italiano del lavoro e sul suo sito internet si presenta con lo slogan: Previdenza, cittadinanza lavoro: ovunque ti trovi, Inca difende i tuoi diritti». Facile quindi immaginare la reazione delle persone rimaste vittime del raggiro, molte quali si erano rivolte all’organizzazione che dipende dal sindacato perché avevano difficoltà con il tedesco.

Dalla vincita al lotto al baratro

Per giustificare le sue malefatte, l’accusato ha addotto le difficoltà incontrate a causa dei debiti personali. L’uomo percepiva un salario di quasi 8000 franchi e nell’estate 1997 vinse 750’000 franchi al Lotto svizzero. Alla metà del 2001 aveva accumulato debiti per 300’000 franchi. «Ero ubriacato dal denaro e ho perso il controllo», ha affermato l’imputato in aula.

Spese mensili di 45 mila franchi

Il presidente della corte ha calcolato che per un periodo di nove anni l’imputato ha speso in media 45’000 franchi al mese. Pur ammettendo le sue colpe, l’uomo ha ritrattato alcune ammissioni fatte durante l’istruttoria. I soldi non gli sarebbero serviti per le sue frequenti visite nei bordelli, ma – afferma ora – per finanziare cinque amanti che ha avuto contemporaneamente mentre viveva separato dalla moglie.

ats

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