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Sgomberare, e dopo?

Gli sgomberi delle case occupate dai migranti a Roma hanno suscitato un fiume di interrogativi. La legalità è stata ripristinata, ma il problema è in gran parte stato semplicemente spostato.

Roma, dopo lo sgombero di via Curtatone del 24 agosto, decine di rifugiati che non hanno ancora trovato una sistemazione, di sera ritornano in zona per un pasto caldo. L’associazione Casa Africa, con la collaborazione di alcuni ristoranti africani presenti nella zona, distribuisce cibo in strada. 

Gemma Vecchio, originaria dell’Eritrea, presidente dell’associazione, riesce a sfamare anche cinquanta persone alla volta. Gemma vive in Italia da molti anni, da sempre si batte per i diritti dei rifugiati. Era presente durante lo sgombero del palazzo di via Curtatone, nei disordini è stata ferita. Scaraventata a terra dal getto d’acqua degli idranti, ha riportato tumefazioni alla testa e al naso.

“Non sono d’accordo che si occupi un palazzo o proprietà di qualcuno, però prima di procedere agli sgomberi bisognerebbe avere una soluzione”, afferma Gemma Vecchio.

Dopo il violento sgombero, solo le famiglie in condizioni di vulnerabilità sono state assistite dal Comune di Roma. La maggioranza degli abitanti del palazzo, principalmente eritrei e pochi etiopi, si sono dispersi nella città. È stata offerta loro una soluzione temporanea, nei centri d’accoglienza. In gran parte hanno preferito spostarsi in un’altra occupazione, molti sono andati al Salaam Palace. In quel palazzo la situazione è più difficile. Lo stabile cade a pezzi, si trova in periferia ed è mal collegato alla rete dei mezzi pubblici romani. Al Salaam Palace ci sono diverse etnie, diverse culture del corno d’Africa, mantenere ordine e collaborazione è più complicato. 

Nonostante le difficoltà, questa occupazione è una possibilità per un progetto di vita. Il Salaam Palace resta un punto di riferimento per chi transita o chi ritorna, almeno fino a quando esisterà. Il palazzo è nella lista dei quindici edifici della Capitale, che dovranno essere sgomberati con priorità.

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