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Perché lo scioglimento dei ghiacciai riguarda ognuno di noi

Verso un mondo di ghiacciai neri

ghiacciaio ricoperto di detriti
In seguito allo scioglimento, la superficie dei ghiacciai (qui il ghiacciaio Khumbu in Nepal) viene ricoperta da detriti. Blazej Lyjak/Alamy

Il ritiro dei ghiacciai delle Ande e dell'Himalaya minaccia l'esistenza di centinaia di milioni di persone in America latina e in Asia. Per capire le dinamiche dello scioglimento, e il motivo per cui alcuni ghiacciai sono al contrario cresciuti, ci vuole un nuovo approccio scientifico, sostiene una ricercatrice in Svizzera.

Francesca Pellicciotti è impaziente. A quasi due anni dall’ultima spedizione, non vede l’ora di ritornare sul campo. “Nel 2020 abbiamo dovuto cancellare le campagne di misurazione sui ghiacciai in India e Tibet a causa della pandemia di coronavirus. E quest’anno non andrà meglio”, afferma a SWI swissinfo la glaciologa italiana, dal 2017 all’Istituto svizzero di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL). “È una situazione difficile perché è importante poter effettuare misurazioni continue. Inoltre, i crediti alla ricerca hanno una scadenza”.

Professoressa associata alla Northumbria University (Regno Unito), Francesca Pellicciotti partecipa a vari progetti finanziati dal Consiglio europeo della ricerca. La sua specialità sono i ghiacciai in alta quota in America latina e Asia. “Conosciamo bene i ghiacciai alpini, ma molto poco quelli in altre regioni del pianeta. È per questo che ho voluto studiare i ghiacciai andini e himalayani”.

donna con un computer portatile su un ghiacciaio ricoperto di detriti
Francesca Pellicciotti durante dei rilevamenti sul ghiacciaio di Langtang Lirung, in Nepal. © Eduardo Soteras

Svizzera sommersa da sei metri d’acqua

Quasi tutti i ghiacciai del mondo, indipendentemente dall’altitudine o dalla latitudine, stanno diventando più sottili e stanno perdendo massa sempre più velocemente, secondo una ricercaCollegamento esterno internazionale pubblicata a fine aprile su Nature a cui ha partecipato anche il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ). Si tratta dell’analisi più completa e accurata dei 217’175 ghiacciai del pianeta.

Tra il 2000 e il 2019, globalmente si sono sciolti in media 267 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno. Una quantità sufficiente a sommergere l’intera Svizzera sotto sei metri di acqua, indica l’ETHZ. Tra i ghiacciai che si sciolgono più velocemente ci sono quelli dell’Alaska, dell’Asia e delle Alpi.

Solo in pochissime zone, ad esempio in Scandinavia, i tassi di fusione dei ghiacciai hanno rallentato durante il periodo in esame. I ricercatori attribuiscono questo fatto a un’anomalia meteorologica nel Nord Atlantico che ha causato maggiori precipitazioni e temperature più basse a livello locale.

>> Tutti i dettagli dello studio nell’articolo seguente:

A rischio centinaia di milioni di persone

“La situazione è particolarmente preoccupante nell’Himalaya”, afferma Romain Hugonnet, autore principale dello studio, citato in un comunicato.

Durante la stagione secca, l’acqua di disgelo è una fonte importante che alimenta i grandi fiumi quali il Gange, il Brahmaputra e l’Indo. “Tuttavia, se i ghiacciai dell’Himalaya continuano a ridursi a un ritmo crescente, nei prossimi decenni Paesi popolosi come India e Bangladesh potrebbero essere confrontati con carenze di acqua e cibo”, avverte Hugonnet.

Rispetto ai ghiacciai alpini, quelli himalayani, dell’altopiano tibetano e della catena montuosa del Karakorum sono molto più grandi e hanno un’importanza maggiore, spiega Francesca Pellicciotti. “La sparizione dei ghiacciai in Svizzera comporterebbe problemi per gli ecosistemi di montagna o la produzione idroelettrica. Ma se scomparissero i ghiacciai asiatici, a subirne le conseguenze sarebbero centinaia di milioni di persone in India, Cina, Pakistan, Afghanistan e Nepal”.

Con il ritiro dei ghiacciai si creano nuovi laghi in montagna. Nell’Himalaya, dove si trova il più alto numero di ghiacciai al di fuori delle regioni polari, un lago glaciale su sei rappresenta un rischio per le comunità più a valle, secondo un nuovo studioCollegamento esterno internazionale coordinato dall’Università di Ginevra. Nei prossimi decenni, il rischio di inondazioni causate dall’improvviso svuotamento di questi laghi potrebbe triplicare a causa del riscaldamento climatico, rileva lo studio.

In queste regioni segnate da una scarsa governance e da conflitti per l’acqua, “i ghiacciai sono elementi fondamentali di stabilità”, sottolinea l’esperta.

Stando a uno studioCollegamento esterno condotto dal WSL, pubblicato in maggio su Nature Communications, circa un quinto del ghiaccio presente sulle catene montuose asiatiche è destinato a sciogliersi entro il 2100, anche nel caso in cui il clima non si riscaldasse ulteriormente.

L’anomalia del Karakorum

In alcune regioni dell’Asia, i ghiacciai hanno perso circa il 60% del loro volume dall’era preindustriale, un ritiro simile a quello osservato sulle Alpi, rileva Pellicciotti. Non mancano però le eccezioni.

Ad esempio, nella regione del Karakorum, tra Kashmir e Cina, dove tra il 2000 e il 2010 alcuni ghiacciai sono rimasti stabili o hanno addirittura incrementato la loro massa. “È un’evidente anomalia, che al momento non sappiamo spiegare, anche se sono state formulate varie ipotesi”, afferma l’esperta.

Secondo l’ex collaboratrice del Politecnico di Zurigo, sarebbe opportuno ampliare l’orizzonte di ricerca e considerare il ghiacciaio non più come un’entità isolata, ma come elemento di un contesto idrologico più ampio. Un sistema in cui, ad esempio, viene considerato anche il ruolo della vegetazione circostante nel ciclo dell’acqua.

“Ci vogliono un approccio olistico e dei modelli diversi per i ghiacciai”. Solo così, sostiene Pellicciotti, si potrà decifrare la complessità dei ghiacciai e prevedere come evolveranno in futuro.

gente che cammina su un ghiacciaio e trasporta in spalla grosse casse di metallo
Spedizione di ricerca sul ghiacciaio coperto di detriti di Langtang, in Nepal. Francesca Pellicciotti

Protetti da pochi centimetri di neve

Francesca Pellicciotti ha constatato di persona la complessa evoluzione dei ghiacciai nel corso delle sue ricerche in Asia, Cile e Perù. “Ogni regione presenta dinamiche specifiche”, afferma.

Sull’arco alpino c’è un accumulo di neve e ghiaccio durante l’inverno e uno scioglimento in estate. Sull’Himalaya, accumulo e scioglimento avvengono nella stessa stagione, quella monsonica.

Nelle zone delle Ande tropicali del Perù, l’unica protezione per i ghiacciai sono i pochi centimetri di neve che cadono durante la stagione delle piogge. “Se la neve dovesse trasformarsi in pioggia a causa del rialzo della temperatura, questi ghiacciai sparirebbero nell’arco di una decina d’anni”, afferma Pellicciotti.

>> Il video seguente mostra come in Bolivia si vuole preservare l’acqua di disgelo dei ghiacciai usando il sapere ancestrale e le nuove tecnologie:

Altri sviluppi

La ricercatrice, idrologa di formazione, sta attualmente studiando uno dei fenomeni glaciali meno conosciuti e finora ignorati dai modelli scientifici: i detriti che ricoprono il ghiacciaio.

Ghiacciai neri

Quando il ghiaccio si ritira, i pendii circostanti diventano instabili; i detriti di roccia erosi scivolano a valle e si accumulano sulla superficie del ghiacciaio. Inoltre, lo scioglimento fa emergere il materiale intrappolato nel ghiaccio. Il risultato è un ghiacciaio che da bianco diventa scuro. “Con il riscaldamento climatico, ci dirigiamo verso un pianeta di ghiacciai neri”, dice la ricercatrice.

ghiaccio ricoperto da detriti
Ghiacciaio ricoperto da detriti sui monti Kangri Garpo, nella parte sudorientale dell’altopiano del Tibet, ottobre 2019. Marin Kneib

Dopo aver osservato migliaia di immagini satellitari, Francesca Pellicciotti e Sam Herreid della Northumbria University hanno scopertoCollegamento esterno che oltre 29’000 km2 di ghiaccio in alta quota nel mondo sono ricoperti di detriti. “In passato si pensava che questi detriti fungessero da ‘coperta’, proteggendo i ghiacciai dallo scioglimento. Oggi si pensa invece che questi ghiacciai si riducano a un ritmo uguale, se non superiore, a quelli scoperti”, spiega Pellicciotti.

Sulla superficie di un ghiacciaio coperto sull’Himalaya, racconta, è stata misurata una temperatura di 40 gradi centigradi. “Ci siamo accorti che un ghiacciaio coperto di detriti può assorbire molta più energia termica rispetto a un ghiacciaio bianco. Non è però completamente chiaro che cosa succede all’energia assorbita dallo strato di detrito e come viene trasferita al ghiaccio sottostante. Ora vogliamo capire che cosa determina lo scioglimento e assottigliamento di questi ghiacciai”.

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