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Via libera dell’Europarlamento al Recovery Plan

Aula semideserta a causa del Covid durante il dibattito parlamentare sul Recovery Fund.
Aula semideserta a causa del Covid durante il dibattito parlamentare sul Recovery Fund. Keystone / Olivier Hoslet

Il parlamento europeo ha dato il via libera al Recovery Fund, o più precisamente, al pacchetto di regole che governato la manovra da 672 miliardi di euro (Recovery e Resilience Facility) concordata in dicembre per favorire la ripresa nei paesi dell'Unione Europea, duramente colpiti dalla pandemia di coronavirus.

Il documento, che contempla il regolamento sugli obiettivi, il finanziamento e le regole di accesso al dispositivo europeo, è stato approvato con un’ampia maggioranza di 582 voti contro 40 voti (e 69 astensioni).

Nei prossimi giorni sarà sottoposto al Consiglio dell’Unione Europea, l’organo dei rappresentanti di governo dei Ventisette, per la ratifica. I parlamentari hanno espresso il loro suffragio a distanza per le note restrizioni anti-Covid, circostanza questa che ha allungato le procedure di scrutinio per tutta la notte.

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I singoli paesi sono ora tenuti a trasmettere a Bruxelles entro il 30 aprile il Piano nazionale di ripresa e resilienza che, dopo l’esame della Commissione UE e l’approvazione del Consiglio, erogherà i fondi previsti: inizialmente sarà versato il 13% (pari a 27 miliardi per l’Italia) delle somme decise a fine anno mentre le successive quote saranno accreditate semestralmente, sulla base delle verifiche effettuate dalla Commissione Europea.

Finora solo 18 paesi hanno inviato la bozza definitiva del piano che nelle prossime settimane saranno oggetto di serrate trattative con Bruxelles. Dei 672 miliardi che saranno erogati entro il 2027 – di cui 360 miliardi in prestiti a interesse agevolato e 312 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto – l’Italia è la principale beneficiaria con 209 miliardi.

L’attuale crisi di governo a Roma, che potrebbe risolversi nei prossimi giorni, si riflette direttamente su questo dossier. Si tratta infatti di capire quali saranno i margini di intervento del nuovo esecutivo guidato verosimilmente da Mario Draghi sulla bozza messa a punto dal suo predecessore.

Uno dei principali punti che hanno portato alla spaccatura nella maggioranza che sosteneva Giuseppe Conte da parte dei Renziani di Italia Viva era proprio il piano per il Recovery Fund (che peraltro era stato da ultimo corretto dal Consiglio dei ministri).

Inoltre il gruppo della Lega, che finora si era astenuto su questa materia, ha votato compatto all’Europarlamento in favore del Recovery Plan.  

tvsvizzera/spal con RSI (TG del 10.2.2021)


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