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Ripresa economica: elogi per la Svizzera

Migliaia di persone hanno protestato in Spagna contro le misure di austerità Keystone

Lo storico inglese Niall Ferguson ha lodato la Svizzera per la sua strategia di ripresa economica, raccomandando nel contempo una migliore coordinazione internazionale dei tassi di cambio.

Ferguson, che insegna all’università di Harvard e alla London School of Economics, si trovava giovedì a Ginevra in occasione della consegna dei premi Latsis. Per l’occasione, lo storico – che si definisce «un fondamentalista liberale» – ha tenuto una conferenza sulle conseguenze politiche della crisi finanziaria. Swissinfo.ch l’ha intervistato.

swissinfo.ch: Decine di migliaia di persone hanno recentemente protestato in tutta Europa contro le misure di austerità decise dai governi. Quale è la sua opinione?

Niall Ferguson: Senza ombra di dubbio questi provvedimenti susciteranno discussioni, senza dimenticare che siamo solo all’inizio della questione. Non è immaginabile prendere denaro a prestito in questa entità, come fatto finora da molti governi. Greci, irlandesi e portoghesi se ne stanno rendendo conto a loro spese.

Sull’onda della crisi i governi devono riprendere il controllo delle finanze, altrimenti rischiano di essere dolorosamente puniti dal mercato. Il Fondo monetario internazionale e altri organi hanno evidenziato che gli esecutivi europei sono chiamati a operare importanti correzioni a livello di trattenute fiscali – tra il 6% e il 12% del PIL. E questo – sia riducendo le spese, sia aumentando le tasse – significa che la gente dovrà passare alla cassa.

Quando si tratta di stabilizzare le finanze di un paese, non esistono ricette indolori. Oggigiorno assistiamo a una disputa tra i rappresentanti del settore pubblico – bersaglio scontato dei governi che tentano di risparmiare – e il resto dei contribuenti, che temono di dover mettere mano al portamonete.

swissinfo.ch: La Svizzera sembra avere gestito la tempesta leggermente meglio rispetto ad altri paesi…

N.F.: La Confederazione costituisce uno dei migliori esempi di superamento della crisi. Il suo caso rappresenta una sorta di pubblicità per i benefici di una politica fiscale relativamente conservatrice. Invece di procedere con deficit elevatissimi e di lanciare misure di sostegno alla congiuntura, la Svizzera ha cercato di consolidare la propria posizione.

Credo sia per questa la ragione che i risultati sono molto migliori rispetto ad altre realtà, considerando l’importanza del suo settore finanziario e i problemi delle grandi banche quali UBS.

Ritengo che la Svizzera abbia fatto bene a non entrare nella zona euro. Si tratta di un esperimento che comporta molteplici rischi per gli Stati che vi hanno aderito; ora sarà estremamente difficile mantenere il sistema su binari sicuri, considerato il problema del debito pubblico.

Vi è però un rovescio della medaglia: il valore del franco è aumentato. E in un contesto caratterizzato dagli interventi di parecchi paesi per mantenere le rispettive valute a livelli più bassi, la situazione per la Svizzera è tutt’altro che facile.

Credo che l’unica via percorribile sia quella della cooperazione internazionale. Con questo, non intendo dire che la Svizzera dovrebbe entrare a far parte dell’Unione europea: ritengo invece che il G20 dovrebbe porre fine a questa corsa al ribasso e creare nuove strutture per garantire la stabilità dei tassi di cambio.

Il maggior rischio per l’economia globale in questo momento è quello di restare invischiati in un sistema che cerca – abbassando il valore delle valute – di garantire effimeri vantaggi per favorire le esportazioni. Questo tipo di strategia non è negativa soltanto per la Confederazione, ma per l’intero sistema planetario.

swissinfo.ch: Il suo nuovo libro sulla vita del finanziere Siegmund Warburg [1902-1982] è appena stato pubblicato. I banchieri e il moderno sistema bancario cosa possono imparare da una persona come Warburg?

N.F.: Siegmund Warburg – che ha vissuto gli ultimi dieci anni della sua vita in Svizzera, a Blonay – ha rappresentato un’epoca diversa del settore bancario. La sua espressione preferita era haute banque [letteralmente: “alta banca”], che designava un certo stile nell’attività finanziaria, lontano dalle speculazioni e dalle transazioni del mercato azionario.

Secondo Warburg, l’elemento centrale per chi lavora in ambito bancario dovevano essere le relazioni. Infatti, la relazione tra l’istituto e il cliente è simile a quella che esiste tra il medico e il paziente. Warbung riteneva che la chiave per condurre una banca era accordare la massima importanza agli standard etici. Se i banchieri moderno traessero i giusti insegnamenti dalla sua carriera, forse riusciremmo a evitare che la crisi si ripresenti durante il prossimo decennio.

Niall Ferguson (classe 1964) ha studiato all’Università di Oxford, dove si è specializzato in storia economica e finanza.

Autore di numerosi saggi storici, attualmente insegna storia e Business Administration all’Università di Harvard; è inoltre titolare della cattedra di storia e relazioni internazionali presso la London School of Economics.

La Banca nazionale svizzera può influenzare il valore della moneta intervenendo sui tassi di interesse o con operazioni sul mercato aperto.

Tassi di interesse bassi favoriscono il consumo e quindi il volume di moneta in circolazione è più elevato. In questo caso la moneta subisce un lento deprezzamento nei confronti delle altre divise.

Attualmente la BNS ha però un margine di manovra praticamente nullo, poiché i tassi di interessi sono già a livelli bassissimi.

Le operazioni sul mercato aperto sono invece transazioni che la banca centrale effettua in borsa e che permettono di iniettare o ritirare moneta nel sistema.

(traduzione e adattamento Andrea Clementi)

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