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Rinnovamento russo appetitoso per PMI svizzere

La Russia ha dei progetti che fanno gola a imprese svizzere Keystone

La Russia vuole ammodernare la propria infrastruttura energetica e diversificare con alternative servendosi delle tecnologie pulite. Un cambiamento di rotta dal quale potrebbero trarre vantaggi anche imprese svizzere.

Il tema è stato al centro di colloqui la settimana scorsa a Zurigo. L’Osec, l’organizzazione governativa per la promozione della piazza economica svizzera e delle esportazioni, ha portato al tavolo dei lavori nella città sulla Limmat imprenditori elvetici e russi, per esplorare le possibilità di una collaborazione proficua.

Le premesse sono favorevoli. Gli scambi commerciali tra la Russia e la Svizzera sono quasi triplicati negli ultimi cinque anni, raggiungendo 2,8 miliardi di franchi (2,9 miliardi di dollari) nel 2009. Berna e Mosca hanno firmato un nuovo accordo commerciale triennale, lo scorso agosto, per rafforzare le relazioni economiche.

In tale contesto, i progetti russi di rinnovare la rete elettrica e le infrastrutture energetiche che funzionano a petrolio e a gas destano molto interesse fra gli imprenditori svizzeri. E non solo. Anche le Olimpiadi invernali del 2014 a Soci e la creazione di una Silicon Valley vicino a Mosca potrebbero offrire contratti lucrativi.

Uwe Krüger, presidente della piattaforma dell’Osec “Cleantech Switzerland”, prevede una forte domanda delle tecnologie d’avanguardia elvetiche nel campo delle energie alternative, in particolare per il fotovoltaico.

“Attualmente c’è una decisa spinta ad investire di più in tecnologie pulite, in particolare nel segmento high-tech. Delle aziende svizzere –piccole e grandi – possono dare un contributo significativo in una vasta gamma di tecnologie “, ha detto Krüger a swissinfo.ch.

Più consumi, meno emissioni

La domanda di elettricità in Russia è destinata a crescere del 30% nei prossimi dieci anni, secondo il gruppo russo di consulenza energetica Abercade. Per cercare di soddisfare questa esigenza e al contempo, però, ridurre le emissioni nocive, la Russia intende aumentare la quota di energie alternative dall’1 al 4,5% entro il 2030.

Grandi imprese svizzere, come il gruppo ABB, da qualche tempo sono già costantemente presenti in Russia. Ma l’Osec mira anche a un maggiore accesso al mercato russo da parte di piccole e medie imprese (PMI) elvetiche. Queste ultime sarebbero agevolate se collaborassero con PMI russe, che potrebbero aiutarle a superare gli ostacoli burocratici del loro paese, afferma Krüger.

Per esempio, la Oerlikon, specialista nel fotovoltaico, ha compiuto rapidi progressi nel mercato russo da quando è stata rilevata dal gigante russo Renova, il gruppo di proprietà del miliardario Viktor Vekselberg. Ma altre aziende potrebbero beneficiare di altri tipi di collaborazione.

“Quando si cerca di fare affari in Russia, qualsiasi tipo di joint venture che porta vantaggi reciproci ai partner, aiuta a superare i tipici ostacoli, come quelli linguistici e burocratici”, osserva Krüger.

Vincere i timori

Per le piccole imprese svizzere che entrano nel mercato russo, il maggiore ostacolo è probabilmente il sistema politico, che genera spesso diffidenza in Europa occidentale. La destituzione del sindaco di Mosca Yuri Luzhkov da parte del presidente russo Dmitri Medvedev, il mese scorso, non ha certo contribuito a placare tali timori.

Ma Krüger è fermamente convinto che la Russia sia un posto stabile per fare affari. “Un imprenditore è in grado di adattarsi a qualsiasi ordinamento, purché prevedibile e stabile”, sostiene.

“Se si paragona la stabilità in Russia rispetto a tanti altri paesi, effettivamente alcune cose potrebbero essere criticate. Ma in fatto di affidabilità delle condizioni quadro, la situazione è ottima”, prosegue Krüger.

La Svizzera è già molto impegnata in un ambizioso progetto per creare una nuova Silicon Valley a Skolkovo, vicino a Mosca. Il progetto, i cui costi sono stimati a 5,5 miliardi di dollari (5,31 miliardi di franchi) sull’arco dei prossimi cinque anni, mira a costruire un campus di ricerca e di formazione per 14mila studenti, ricercatori e altro personale.

Imparare dalla Svizzera

Il progetto attira anche aziende internazionali e istituti, al fine di sviluppare programmi di ricerca all’avanguardia, corsi post laurea e aiutare promettenti start-up a lanciarsi nel settore privato.

La Fondazione Skolkovo, che supervisiona il progetto, è copresieduta da Vekselberg e ha già ottenuto l’adesione di partner prestigiosi, come MIT, Boeing, Cisco e Siemens.

Anche il Politecnico federale di Zurigo è stato invitato a partecipare. Il Technopark di Zurigo, che promuove le start-up svizzere, ha firmato un memorandum d’intesa per partecipare alla nuova impresa.

“Il Technopark è unico e rappresenta una storia di successo internazionale”, ha dichiarato a swissinfo.ch Ulrich Kunz, un consulente svizzero di Vekselberg per il progetto di Skolkovo. “Vogliamo utilizzare la sua esperienza nell’emancipazione delle start-up e trasferire il suo know-how nel nostro progetto”.

Gli scambi tra i due paesi sono già intensi nel XVIII secolo: scrittori, artisti ed eruditi russi visitano la Svizzera, mentre cittadini elvetici emigrano in Russia lasciando tracce della loro presenza, per esempio in ambito architettonico.

Nel XIX secolo la Russia è una delle grandi potenze a garantire la neutralità permanente della Svizzera. All’inizio del XX secolo, numerosi artisti, studenti e dissidenti politici russi, tra i quali Lenin, soggiornano in Svizzera. Nel 1918, nel contesto dei moti rivoluzionari, i due paesi interrompono le relazioni diplomatiche, riallacciandole solo nel 1946.

Dalla fine della guerra fredda, i contatti si sono intensificati rapidamente sul piano politico, economico, scientifico e culturale.

Per la Svizzera, la Russia è diventato un partner commerciale importante: la Confederazione rientra infatti tra i principali paesi investitori nella Federazione.

Inoltre, la Russia è l’unico membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU con il quale avvengono annualmente visite reciproche a livello ministeriale.

Contemporaneamente, vi è un dialogo costante per quanto concerne i diritti umani, la sicurezza, il disarmo.

Da ormai 10 anni, la Svizzera fornisce sostegno tecnico e finanziario come pure aiuto umanitario nel Caucaso del Nord.

Durante il conflitto russo-georgiano del 2008, la Svizzera rappresentava gli interessi diplomatici di Mosca in Georgia, e quelli di Tbilisi in Russia.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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