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Minacciata di fallimento, l’UNRWA ritrova la fiducia della Svizzera

giovane con mascherina
Giovane palestinese di fronte a un murale realizzato da artisti palestinesi nel campo profughi di Al Nusairat, nel sud della Striscia di Gaza, 19 ottobre 2020. Keystone / Mohammed Saber

In occasione della sua prima visita ufficiale a Berna, il commissario generale dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha rammentato l'ampiezza dei problemi finanziari che minacciano i servizi di base forniti a milioni di persone. Tra Philippe Lazzarini e il ministro svizzero Ignazio Cassis c'è stata una buona intesa. Una fiducia ristabilita dopo la vicenda legata al suo predecessore che aveva scosso l'agenzia nel 2019. Intervista.

La visita in Svizzera di Philippe Lazzarini, presente a Berna mercoledì e giovedì, è stata fruttuosa. Commissario generale dell’agenzia dell’ONU dal mese di aprile, l’ex delegato del CICR è subentrato a Pierre Krähenbühl, costretto alle dimissioni nel 2019 a causa di accuse sulla sua gestione. Questa crisi, così come le sorprendenti dichiarazioni del ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis sull’utilità dell’UNRWA, sembrano ora appartenere al passato.

“Ci troviamo in una situazione eccezionale e pericolosa.”

Philippe Lazzarini, commissario generale UNRWA

Per il 2021-2022, il governo svizzero fornirà lo stesso contributoCollegamento esterno degli anni precedenti, ovvero 20 milioni di franchi all’anno. Berna aggiunge un milione di franchi al programma attuato per far fronte alla pandemia. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) sosterrà anche le riforme avviate dall’istituzione e la conferenza internazionale che l’UNRWA intende organizzare la prossima primavera per garantire il proprio futuro.

Delle buone notizie dunque, in un’epoca in cui l’Agenzia ONU per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente non è ancora certa di poter versare i salari degli ultimi mesi dell’anno ai suoi 30’000 impiegati. Una situazione che mette a repentaglio le scuole, i centri sanitari e i servizi sociali che l’UNRWA sostiene nei campi che gestisce.

swissinfo.ch: A più riprese, ha sottolineato le immense difficoltà finanziarie dell’UNRWA. La situazione è così drammatica come la presenta Lei?

Philippe Lazzarini: Ci troviamo in una situazione eccezionale e pericolosa che l’agenzia non ha mai conosciuto in tutta la sua storia. È paragonabile a un aereo che deve prepararsi a un atterraggio d’emergenza per evitare lo schianto.

Philippe Lazzarini
Philippe Lazzarini. UNRWA

Questa crisi di liquidità aggiunge dell’ansia in una regione dove la situazione è già tesa. Ci sono anche gli effetti della pandemia di Covid-19, che accentuano la disperazione dei rifugiati palestinesi nei confronti di un futuro che appare loro senza prospettive. Questi problemi di budget giungono nel momento peggiore: in un contesto i cui i bisogni crescono, non siamo mai stati così deboli finanziariamente.

È da mesi che affermo che l’agenzia non sarà più in grado di mantenere i suoi servizi. Ora siamo a questo punto. Dal 9 novembre, non abbiamo più soldi in cassa per garantire i salari dei mesi di novembre e dicembre.

L’obiettivo dei miei appelli è di mantenere tutte le attività e le équipe necessarie al funzionamento delle scuole frequentate da oltre mezzo milione di ragazze e ragazzi, dei nostri centri sanitari nel pieno della pandemia di Covid-19 e dei servizi sociali minimi di fronte a un livello abietto di povertà nella regione. Se entro la fine del mese non avrò alcuna informazione da parte dei donatori, sarò obbligato a prendere delle decisioni che avranno un impatto sui nostri servizi. Ciò creerà sicuramente del panico tra dei rifugiati già disperati.

La Svizzera ha risposto alle sue aspettative?

Ampiamente. I nostri scambi si sono svolti bene, compreso per quanto riguarda il budget. Berna sostiene il nostro programma di riforme che è al centro della strategia dell’UNRWA per i prossimi anni. Mi sono anche potuto intrattenere con alcuni parlamentari interessati alla nostra azione e alla situazione in Medio Oriente.

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La crisi legata al suo predecessore è stata superata?

A mio avviso, la faccenda è risolta. È l’informazione che ricevo dai donatori e dagli Stati membri. La squadra che era attiva l’anno scorso è stata sostituita. Sono state attuate numerose riforme che permettono una gestione più efficace, più trasparente e all’ascolto delle équipe. Sono totalmente implicato nell’attuazione e nel consolidamento di questi cambiamenti. I feedback che ricevo dai nostri partner mostrano che la fiducia sta per essere completamente ristabilita.

Come vede il futuro?

Il modello di finanziamento attuale non è sostenibile. Anno dopo anno, il divario tra i costi dei servizi che forniamo e le risorse messe a disposizione continua a crescere. Il sostegno politico che riceviamo non si ripercuote a livello finanziario.

È la ragione per cui vogliamo organizzare una conferenza internazionale la prossima primavera. È un’occasione per presentare la nostra strategia dei prossimi anni allo scopo di garantire i contributi degli Stati membri e soprattutto di promuovere degli impegni su vari anni per permetterci di avere un po’ di prevedibilità nell’organizzazione delle nostre azioni.

Le quote parte degli Stati membri coprono soltanto la struttura manageriale dell’organizzazione, ovvero 150 impieghi su un totale di 30’000 collaboratori.

Il budget ordinario previsto per il 2020 ammonta a oltre 800 milioni di dollari, a cui si aggiungono tre programmi d’emergenza che rappresentano un totale di 500 milioni di dollari. Fino ad oggi è stata finanziata circa la metà di questi fondiCollegamento esterno.

Creata dall’ONU nel 1949, dopo la prima guerra arabo-israeliana, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente (UNRWACollegamento esterno) assiste attualmente 5,8 milioni di persone in Libano, Siria, Giordania e nei Territori palestinesi di Gaza e Cisgiordania.

L’agenzia gestisce 711 scuole frequentate da oltre mezzo milione di bambini e 144 centri sanitari che accolgono 3,6 milioni di rifugiati palestinesi. L’UNRWA garantisce anche a circa 270’000 rifugiati un sostegno sotto forma di derrate alimentari o di aiuti pecuniari mirati.

Commissario generale dell’UNRWA dal marzo 2020, Philippe Lazzarini è una delle personalità svizzere di più alto rango in seno alle Nazioni Unite.

Mi aspetto anche che i Paesi amici come la Svizzera ci aiutino a ottenere questo sostegno degli Stati membri affinché l’UNRWA possa riappropriarsi degli obiettivi e della strategia della sua missione.

Il mandato dell’agenzia è di fornire dei servizi quasi statali: istruzione, cure e servizi sociali per una popolazione di 5,8 milioni di persone. Ma non abbiamo nessuna delle possibilità di reddito di cui dispongono i governi, che si tratti di tasse o prestiti. Dipendiamo da contributi volontari che oggi sono a un livello estremamente basso, paragonabile al 2012, anche se da allora la regione ha attraversato numerose crisi che hanno comportato un aumento importante dei bisogni.

Nel 2018, gli Stati Uniti si sono ritirati, mettendo fine a un contributo che ammontava a 360 milioni di dollari. Avete delle indicazioni sulle attitudini della prossima amministrazione americana nei confronti dell’UNRWA?

Gli Stati Uniti sono stati un partner importante dell’agenza nel corso degli ultimi decenni. Spero che questo partenariato riprenderà quando entrerà in funzione la nuova amministrazione. Negli ultimi anni, abbiamo mantenuto i nostri contatti con i membri del Congresso, del Senato e dell’amministrazione. Le informazioni che riceviamo oggi indicano una volontà di riprendere questo partenariato. Bisognerà vedere in che momento e in che misura.

bambini per terra
Giovani rifugiati palestinesi sotto la porta della loro scuola dopo che la struttura è stata colpita da un drone israeliano nel campo profughi di Al-Shati, a ovest della città di Gaza, 13 agosto 2020. Keystone / Mohammed Saber

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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