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Riciclare per non inquinare

Ogni anno, in Svizzera si raccolgono all'incirca dieci chilogrammi di rottami elettrodomestici per persona Keystone

Nella raccolta differenziata dei rifiuti, la Svizzera occupa un posto d'onore a livello mondiale. Fiore all’occhiello: il riciclaggio di elettrodomestici.

Il sistema attuale di smaltimento dei rifiuti elettronici, finanziato da una tassa anticipata per il riciclaggio e organizzato privatamente dall’industria del settore, sembra funzionare a meraviglia.

Petizioni ambientaliste, azioni di Greenpeace, coltivazioni biologiche, protocollo di Kyoto: da alcuni anni, autorità e popolazione si mostrano sempre più sensibili alle condizioni in cui versa l’ambiente circostante e ne esigono un maggiore rispetto.

Fra le importanti misure di protezione dell’ambiente che ognuno nel suo piccolo può attuare, rientra la separazione coscienziosa dei rifiuti.

Un’attività nella quale il popolo elvetico si distingue da oltre una decina d’anni e che serve da esempio agli Stati circostanti, in particolare per quanto riguarda il riciclaggio di apparecchi elettrici ed elettronici.

Il mito della Confederazione elvetica, Patria dell’ordine e della pulizia, è quindi – almeno nel settore del riciclaggio – una rallegrante realtà.

Restituzione gratuita

La legge vieta di gettare gli apparecchi elettrici ed elettronici nella spazzatura. Nella misura del possibile infatti, le materie riutilizzabili vanno recuperate e le sostanze nocive in esse contenute devono essere smaltite in maniera ecologica.

Coloro che desiderano sbarazzarsi del vecchio telefonino o del robot da cucina che non funziona più sono quindi tenuti, dall’inizio del 2005, a restituirlo a un qualsiasi fabbricante, importatore, venditore o centro pubblico di raccolta.

«La restituzione è ovunque gratuita», sottolinea Mathias Tellenbach, capo della sezione Impianti per rifiuti urbani dell’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP).

Dal canto loro, i venditori sono obbligati a prendere in consegna ogni tipo di apparecchio che figura nel loro assortimento, anche quando non è della marca da loro venduta o quando il cliente non ne acquista uno nuovo.

Funzionamento perfetto…

Chi è obbligato a prendere in consegna gli apparecchi elettronici deve poi smaltirli in maniera ecocompatibile. Lo Stato obbliga soltanto a riciclare i rottami in modo ecologico, senza tuttavia specificare come farlo.

La maggior parte dei commercianti, dei fabbricanti e degli importatori hanno attribuito questo compito a due organizzazioni private di smaltimento, la S.EN.S (Fondazione per la gestione e il recupero dei rifiuti in Svizzera) e la SWICO (l’Associazione Economica Svizzera della Burotica, dell’Informatica e della Telematica), che si occupano dell’organizzazione di ogni fase del riciclaggio.

La loro attività è finanziata dai proventi della tassa anticipata sul riciclaggio che i commercianti fanno pagare ai clienti ogni qualvolta acquistano un nuovo apparecchio.

… ma basato sulla fiducia

Il sistema elvetico di riciclaggio degli apparecchi elettrici e elettronici è quindi organizzato privatamente dal settore.

Un punto di forza da un lato, poiché responsabilizza produttori e commercianti, ma debole dall’altro poiché, essendo volontario e non controllato dallo Stato, rischia di favorire gli abusi.

«Per offrire un prezzo più vantaggioso rispetto ai loro concorrenti, alcune ditte non includono nel prezzo di vendita la tassa sul riciclaggio. Naturalmente non versano nemmeno il montante corrispondente alle due organizzazioni né si occupano di riciclare personalmente gli apparecchi. Approfittano semplicemente del fatto che poi, quando non serviranno più, verranno ritirati da altri commercianti», sottolinea Mathias Tellenbach.

Il problema, per il momento, non è tuttavia allarmante per l’esperto dell’UFAFP, che afferma: «Il sistema funziona molto bene. Oltre il 90% dei commercianti vi aderisce. Finché si resta sul 2-3% di abusi non è troppo grave. Se però la percentuale dovesse aumentare, dovremo introdurre una legge che obbligherà ogni importatore o produttore a pagare la tassa».

Un esempio da seguire

Il metodo svizzero, ritenuto ovunque un successo, è simile a quello europeo. Con la differenza che però, in Svizzera funziona già da una decina d’anni, mentre nei Paesi dell’Unione Europea (UE) la regola della tassa anticipata e della restituzione gratuita è in vigore solo a partire da quest’anno.

Un vantaggio che si fa sentire: rispetto ai Paesi dell’Unione Europea, che si prefiggono come obiettivo un ritorno di 4 kg pro capite annuale infatti, in Svizzera si raccolgono e riciclano annualmente in maniera ecocompatibile all’incirca 10 kg di rottami elettronici per persona.

«Una quantità destinata a salire nei prossimi anni, poiché la popolazione si dimostra sempre più sensibile al problema ecologico», prevede Mathias Tellenbach.

swissinfo, Anna Passera

Il riciclaggio consente di preservare le risorse naturali e di ridurre il consumo di energia.

La valorizzazione dei rifiuti è quindi interessante sia dal profilo economico che da quello ecologico.

In Svizzera, praticamente tutti gli apparecchi elettrici ed elettronici domestici possono essere restituiti gratuitamente.

120’000 tonnellate di elettrodomestici importati annualmente
70’000 tonnellate di rottami elettronici riciclati annualmente
10 kg di rottami elettronici pro capite riciclati annualmente in Svizzera
ca. 4 kg di rottami elettronici pro capite riciclati annualmente nell’UE
Da 1 a 1500 franchi: ammontare della tassa di riciclaggio secondo la taglia e la composizione dell’apparecchio acquistato

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