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Riciclaggio di Pet: una specialità svizzera

Gli svizzeri sono campioni della raccolta di bottiglie in Pet swissinfo.ch

La Svizzera è leader mondiale nel riciclaggio di bottiglie di plastica: oltre l'80% dei contenitori Pet ritornano in fabbrica.

Un successo dovuto alla sensibilità ecologica della popolazione, ma anche ad una tecnologia di punta che ora cerca nuovi sbocchi all’estero.

Lanciate una decina di anni fa, le bottiglie di Pet (polietilene tereftalato) hanno conquistato in pochissimo tempo commercianti e consumatori. Il regno secolare del vetro sta inesorabilmente tramontando.

Le fibre di plastica dominano ormai quasi totalmente il mercato delle acque minerali e delle limonate, s’impongono sempre più sul fronte dei succhi di frutta e cominciano ad invadere perfino il settore della birra. Soltanto il vino e i superalcolici dovrebbero resistere – per fortuna – alla tentazione del Pet.

Complessivamente, già oggi, 8 bevande su 10 vengono vendute in bottiglie di plastica. Il Pet è inoltre diventato familiare a diversi altri generi alimentari (olio, aceto, ecc.), come pure a un crescente numero di prodotti farmaceutici, cosmetici e detergenti.

Diffusi in oltre 150 paesi, gli imballaggi Pet hanno conosciuto un successo straordinario proprio in Svizzera, paese leader a livello mondiale non solo nel recupero delle bottiglie usate, ma anche nella tecnologia della produzione, della cernita e del riciclaggio.

Campioni del mondo del riciclaggio

I vantaggi del Pet sono evidenti: più leggero del vetro e più ecologico del Pvc o delle lattine di metallo. Per garantire un ecobilancio positivo, gli imballaggi devono però essere riciclati (il che è possibile solo per i contenitori di bevande).

In Svizzera il recupero delle bottiglie di plastica sembra diventato un vero e proprio hobby nazionale. Oltre l’80% del Pet impiegato nel settore delle bevande viene infatti riciclato.

“Perfino dopo la soppressione della tassa di deposito, due anni fa, gli svizzeri non hanno smesso di riportare fedelmente le bottiglie ai centri di raccolta” annota Gilles Oberson, direttore dell’azienda Seba Aproz che produce le acque minerali e le limonate della Migros, numero uno del commercio al dettaglio in Svizzera.

Ogni abitante, bambini e anziani compresi, riporta in media 100 bottiglie di Pet all’anno ai circa 15’000 punti di raccolta. Cifre che possono solo far sorridere o ingelosire i paesi vicini: a livello europeo soltanto dal 20 al 40% percento delle bottiglie vengono riciclate.

Coscienza ecologica e incentivi finanziari

Un incentivo importante per il riciclaggio del Pet è costituito, senza dubbio, dalla tassa sul sacco dei rifiuti, imposta ormai dalla maggior parte dei Comuni svizzeri. Grazie a questa misura, la popolazione è maggiormente motivata a separare le bottiglie di plastica, oltre che il vetro e la carta.

“All’inizio i consumatori sono stati attratti soprattutto dalla comodità del Pet, leggero e infrangibile, e da questioni finanziarie. Ma col passare del tempo si è sviluppato anche un fenomeno di coscienza ecologica e di responsabilità civica” ritiene Gilles Oberson.

Per quanto riguarda il bilancio ecologico, il Pet fa quasi concorrenza al vetro. Pur derivando dal petrolio, questa materia plastica permette un notevole risparmio di carburante per il trasporto: le bottiglie usate vengono schiacciate e occupano un volume inferiore del 90 % a quelle di vetro.

Il Pet apre inoltre una nuova era nel riciclaggio di materie sintetiche: rispetto alle altre sostanze plastiche può essere riciclato interamente, con un basso costo energetico. “Pur rimpiangendo le bottiglie di vetro multiuso, dobbiamo ammettere che il Pet rappresenta una soluzione sopportabile” riconosce Isabelle Eichenberger della Federazione dei consumatori romandi.

Tecnologia di punta

Per le autorità svizzere, l’impiego del Pet è ecologicamente sostenibile se si raggiunge una quota di recupero delle bottiglie del 75 %. Allo scopo di finanziare il ciclo di raccolta, cernita e riciclaggio, il Consiglio federale ha imposto il prelievo di una tassa di 4 centesimi su ogni bottiglia immessa nel commercio.

I fondi raccolti vengono gestiti da Pet-Recycling Svizzera (Prs), una società senza scopo lucrativo che organizza anche campagne di sensibilizzazione per promuovere la “cultura” del Pet presso operatori e consumatori.

Appena questa settimana Prs ha aperto un nuovo impianto di cernita a Roche (VD), il quinto in Svizzera. Il centro, uno dei più moderni a livello mondiale, sfrutta tutte le tecnologie più sofisticate per selezionare la “buona plastica” e non lasciare scampo agli intrusi.

Dopo una prima cernita a raggi infrarossi, che identificano tutti i “clandestini” sui tappeti mobili, le bottiglie di Pet vengono filmate perfino da una serie di telecamere, che operano la selezione dei colori. L’ultima perizia è affidata all’occhio umano.

Il nuovo impianto genera un flusso di 150’000 bottiglie all’ora che vengono poi compresse in cubi monocromatici, pronti per il riciclaggio. Il Pet trasparente e blu chiaro verrà impiegato per la produzione di nuove bottiglie, quello di altri colori per la fabbricazione di diversi prodotti di plastica.

Un settore di esportazione

I progressi tecnologici realizzati negli ultimi anni nel settore della cernita hanno permesso di migliorare il volume di riciclaggio e il bilancio ecologico del Pet.

“Non ci basta riciclare la plastica delle bottiglie per produrre tappeti o prodotti tessili. Vogliamo invece che il Pet usato serva alla fabbricazione di altre bottiglie, sull’esempio di quanto si è fatto per decenni con il vetro” spiega René Herzog, direttore di Prs.

“La Svizzera è uno dei primi paesi ad impiegare tecniche di produzione che permettono di riciclare al 100% il materiale usato” sottolinea inoltre Patrik Geisselhardt, dirigente della società Redilo. Creata recentemente da Prs e dalle aziende di riciclaggio del Pet, questa start-up è incaricata di aprire nuovi mercati all’estero.

Le prospettive sembrano ottime, visto che moltissimi paesi stanno cercando nuove soluzioni per eliminare le montagne di bottiglie Pet che si moltiplicano di giorno in giorno.

Progetti di consulenza e promozione della tecnologia svizzera sono in corso ad esempio in alcuni paesi europei, come l’Italia e l’Olanda. Redilo punta però anche sui paesi in via di sviluppo, a cominciare dal Costa Rica e dalla Tunisia, dove tonnellate di Pet si ammassano sulle spiaggie affollate dai turisti.

swissinfo, Armando Mombelli

In Svizzera, l’80% delle bottiglie Pet vengono riciclate.
700 milioni di imballaggi recuperati ogni anno.
15’000 punti di raccolta a livello nazionale.
8 bottiglie su 10 vendute sono di plastica.

Il Pet (prodotto da petrolio e metano) viene utilizzato dalla Seconda guerra mondiale per la produzione di tessili, paracaduti e altri materiali in fibra plastica (polyester).

Sotto forma di bottiglie ha fatto la sua prima apparizione in Svizzera nel 1984.

Dall’inizio degli anni ’90 ha cominciato a conquistare il mercato delle acque minerali e delle limonate.

In Svizzera vi sono attualmente 5 centri di cernita di imballaggi Pet e 2 impianti di riciclaggio.

Su ogni bottiglia di plastica in commercio vengono prelevati 4 centesimi destinati a finanziare la raccolta, la cernita e il riciclaggio.

Il governo svizzero esige il riciclaggio di almeno il 75% del Pet impiegato nel settore delle bevande.

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