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Svizzeri in patria e all’estero: un elettorato, due mondi

Folla dinanzi a uno stand in una piazza e sullo sfondo l ingresso del Palazzo federale.
"Unità e diversità è una caratteristica della Svizzera. È ciò che rende forti noi svizzeri", aveva rilevato l'allora ministro degli affari esteri Didier Burkhalter, nel discorso pronunciato il 5 agosto 2016 sulla Piazza federale a Berna, in occasione delle celebrazioni del centenario dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero. swissinfo.ch

Perché gli svizzeri all'estero votano più a sinistra dei connazionali in patria? Perché i partiti di sinistra si rivolgono agli svizzeri all'estero come tali invece di considerarli alla stessa stregua dell'elettorato nella Confederazione, dimostra uno studio particolareggiato.

Nel 2019, più di 760’000 svizzeri risiedevano all’estero. Vale a dire che insieme costituirebbero il quarto cantone più grande della Confederazione. Sempre l’anno scorso, circa 174’000 di loro erano iscritti nei registri elettorali in patria per poter votare.

“Ciononostante, la ricerca elettorale non sa ancora praticamente nulla di loro. Si tratta dunque del più grande gruppo di elettori svizzeri inesplorato”, scrivono i politologi Andreas GoldbergCollegamento esterno e Simon LanzCollegamento esterno. Un gruppo che i due ricercatori hanno dunque deciso di esaminare in modo approfondito. I risultati a cui sono giunti sono esposti in un articolo intitolato “Living abroad, voting as if at home? Electoral motivations of expatriatesCollegamento esterno” (“Vivere all’estero, votare come a casa? Motivazioni elettorali degli espatriati”). Si tratta dello studio più completo sull’elettorato della Quinta Svizzera ad oggi.

Quinta Svizzera, terra incognita

Che gli svizzeri residenti all’estero votano più a sinistra e più verde di quelli residenti nella Confederazione era già noto. Ma al di là di questo, c’era il buio sull’elettorato del “quarto” cantone svizzero in termini di popolazione.

Ora lo sappiamo: la composizione dell’elettorato svizzero all’estero è diversa da quella dell’elettorato in patria. Vale a dire: più giovane, più maschile, più single e più istruita.

Lo studio “Living abroad, voting as if at home? Electoral motivations of expatriatesCollegamento esterno” di Andreas Goldberg e Simon Lanz è stato pubblicato su “Migration Studies”, una rivista scientifica della rinomata Università di Oxford. Il 16 dicembre 2019 “DeFacto”, la piattaforma svizzera multilingue di scienze politiche, ha pubblicato una versione abbreviataCollegamento esterno.

La ricerca dei due politologi si basa sui dati dello studio “Selects 2011Collegamento esterno” sulle elezioni federali svizzere del 2011. Gli autori di quest’ultimo avevano realizzato un sondaggio rappresentativo al quale avevano risposto 1’629 svizzeri all’estero residenti in circa 120 Paesi diversi.

“L’elettorato all’estero, la cosiddetta Quinta Svizzera, non può essere paragonato con quello in Svizzera. Inoltre, gli svizzeri all’estero prendono le loro decisioni in modo diverso e costituiscono quindi un potenziale trascurato per i partiti politici”, si legge nel riassuntoCollegamento esterno dei due autori.

Ma l’analisi non finisce qui. Goldberg e Lanz hanno trovato anche delle similitudini tra i due gruppi di elettori. Sia le differenze che le somiglianze sono importanti per le conclusioni.

Curiosità nei dettagli

Ecco quanto hanno evidenziato le loro ricerche sulla composizione e gli atteggiamenti dei membri politicamente attivi della Quinta Svizzera:

·       Più maschile: la proporzione di uomini dell’elettorato elvetico al di fuori dei confini nazionali è di 15 punti percentuali superiore a quella dell’elettorato all’interno della Svizzera.

·       Più single: la quota di persone non sposate è più elevata (+7 punti percentuali).

·       Più giovane: la media di età è di quattro anni in meno.

·       Meglio formata: il livello medio di istruzione è superiore. Vi sono più dirigenti e dipendenti nel settore pubblico (+13 punti percentuali), come pure più professionisti del ceto medio tradizionale e liberi professionisti (+8 punti percentuali).

·       Meno credenti: la proporzione di coloro che non hanno una religione o che non si definiscono cristiani è quasi un quarto più alta (+23 punti percentuali). La quota di cattolici praticanti è notevolmente inferiore (-11 punti percentuali).

Posizionamento politico più chiaro

·       Più a sinistra: nello spettro politico, gli svizzeri all’estero risultano più a sinistra, con una differenza di 1,3 punti. Concretamente, gli elettori svizzeri all’estero si identificano maggiormente con il Partito socialista e i Verdi. Sostengono invece meno i partiti liberale radicale (PLR), popolare democratico (PPD), borghese democratico (PBD) e in particolare l’Unione democratica di centro (UDC).

·       Più passivi: con circa il 30%, l’affluenza alle urne degli svizzeri all’estero è nettamente inferiore a quella della Svizzera, dove il tasso di partecipazione medio alle elezioni raggiunge quasi il 50%.

Qual è il fattore decisivo per il partito X e contro il partito Y?

Sia per gli svizzeri all’estero che per quelli in patria, la scelta elettorale è determinata principalmente in base all’identificazione con un partito e alle competenze attribuite a un partito per la risoluzione dei problemi. Tendenzialmente, però, gli svizzeri che risiedono nella Confederazione tendono a dare un po’ più la preferenza al senso di appartenenza a un partito, mentre gli svizzeri all’estero tendono un po’ più a dare la precedenza alle capacità di un partito di risolvere i problemi. L’appartenenza a una religione e a un ceto sociale conta meno.

Ma come mai dai risultati delle votazioni e delle elezioni emerge regolarmente che la Quinta Svizzera è politicamente più a sinistra? Questa tendenza si è confermata anche recentemente, alle elezioni parlamentari federali dello scorso ottobre:

Contenuto esterno

Secondo Andreas Goldberg e Simon Lanz, ciò è dovuto alle “reali differenze comportamentali” tra i due gruppi di elettori. Decisiva è la motivazione di votare per un partito “che tiene conto della differenza significativa tra gli elettori all’interno e all’esterno dei confini nazionali svizzeri”. In altre parole, quei partiti che si rivolgono specificatamente agli svizzeri all’estero in quanto tali, si attirano i loro voti.

“Queste differenze di comportamento potrebbero essere sfruttate dai partiti mediante campagne specificamente rivolte agli svizzeri all’estero. Ma, come la ricerca, anche i partiti finora si sono mostrati poco interessati agli svizzeri all’estero”.

Svizzeri all’estero intensamente corteggiati nel 2023?

La situazione cambierà alle prossime elezioni federali nel 2023? Si presume che il numero degli svizzeri all’estero continuerà ad aumentare fino ad allora. E con loro crescerà il potenziale di apportare voti decisivi. I partiti svizzeri ne saranno consapevoli e agiranno di conseguenza? Solo il futuro ce lo dirà.

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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