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La macchina e la morale

Per un’intelligenza artificiale con valori europei

scultura di un uomo
Keystone / Guido Kirchner

L'intelligenza artificiale (IA) avanza. Minaccia professioni qualificate e invade sempre più la vita privata. Alexander Ilic, capo di un nuovo centro di ricerca sull'IA presso il Politecnico federale di Zurigo, vuole garantire che l'IA supporti le persone e non le sostituisca.

Altoparlanti intelligenti, video deepfake, pubblicità personalizzata: quasi nessuno oggigiorno sfugge all’intelligenza artificiale nella vita quotidiana. Con il suo centro, il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) vuole una nuova focalizzazione della ricerca sull’IA in Svizzera: al centro dell’attenzione sono poste le persone, spiega il direttore Alexander Ilic.

swissinfo.ch: L’intelligenza artificiale ha un impatto sempre maggiore sulle nostre vite. Quanto è importante per la nostra società?

Alexander Ilic: Le macchine sono sempre più in grado di svolgere compiti che in precedenza si pensava che potessero essere effettuati solo da esseri umani. Attualmente si combinano vari elementi tecnologici che accelerano il progresso.

L’ETHZ è estremamente forte nella ricerca sull’IA già da diversi decenni. Ora serve uno scambio con la società e l’economia, che deve essere organizzato in modo responsabile.

Siamo a un punto di svolta?

Ci sono sempre diverse ondate tecnologiche che si spingono a vicenda. Il telefono cellulare, ad esempio, ha cambiato per sempre la nostra società. Alcune persone dicono che tra 20 anni l’IA sarà influente quanto lo è stata la scoperta dell’elettricità. Non ci si potrà più immaginare che un tempo si viveva senza di essa.

29 cattedre esistenti, di 7 dipartimenti diversi: sulla base di queste “fondamenta”, il nuovo “ETH AI CenterCollegamento esterno” ha preso il via in ottobre. “Desideriamo raggiungere 100 cattedre nel prossimo futuro”, ha detto Alexander Ilic durante la presentazione ai media.

Si è notato che i corsi di intelligenza artificiale all’ETHZ diventavano sempre più popolari, ha spiegato il responsabile. I corsi erano frequentati da studenti provenienti da diversi settori. Quindi, a suo avviso, una fusione ha senso.

L’obiettivo dichiarato del nuovo centro del Politecnico di Zurigo è collegare i principali hotspot europei di IA e costruire ponti tra le discipline. Si vogliono creare sistemi di IA affidabili, ampiamente accessibili e inclusivi, a vantaggio della società.

Il centro è attualmente ancora situato all’ETHZ. Si prevede però di trasferirlo in un edificio più grande a Oerlikon, un quartiere di Zurigo, dal 2022.

Perché è necessario creare un centro per la ricerca sull’IA all’ETHZ? Dopo tutto, in molti luoghi vien fatta ricerca sull’intelligenza artificiale.

La peculiarità dell’ETH AI Center è che lavoriamo in modo interdisciplinare o transdisciplinare. Non si tratta solo di applicare i metodi di IA esistenti a problemi sociali difficili, come nel campo del cambiamento climatico. Alcuni problemi richiedono la ridefinizione dei fondamenti dell’IA. Vogliamo lavorare su questo.

Cosa significa concretamente?

Da noi, non si dovrebbe andare solo in una direzione, ma le aree di applicazione in cui si desidera apportare un cambiamento e le basi dovrebbero influenzarsi a vicenda. In altre parole: l’applicazione cambia l’IA e tramite il cambiamento nell’IA nascono nuovi campi di applicazione.

Creiamo inoltre un centro fisico, dove le varie sezioni che prima erano separate si uniscono nel dialogo. Sfortunatamente, a causa del coronavirus, questo non è ancora così efficace come vorremmo che fosse.

Vogliamo creare un hub centrale all’ETHZ, per il Politecnico stesso, ma anche per il dialogo con l’esterno. Vogliamo collegarci tra tutti i dipartimenti e tutti i campi funzionali e diventare il punto di contatto centrale per la cooperazione con l’industria. E vogliamo sostenere l’accompagnamento e la formazione di varie startup.

Alexander Ilic
Alexander Ilic, direttore del nuovo “ETH AI Center”. ETH Zürich / Nicola Pitaro

I consumatori oggi sono esposti a una marea di informazioni e applicazioni digitali. Al contempo, è difficile per loro capire quale tecnologia ci sia dietro e quali scopi siano perseguiti. Come affronta questa tensione?

Vogliamo mostrare tramite il dialogo con il pubblico cosa può effettivamente fare l’IA. Ci sono molti esempi tangibili. Soprattutto ciò che sta accadendo nel campo della medicina e della salute digitale riguarda tutti, è di facile comprensione e porta molti cambiamenti positivi. Ma vogliamo anche dimostrare che l’intelligenza artificiale supporta le persone, non le sostituisce.

Può farci un esempio di questo dialogo con il pubblico?

Ci saranno diverse serie di eventi su questi temi. Da un lato, vogliamo mostrare quali applicazioni esistono già e, dall’altro, vogliamo anche affrontare gli effetti sociali di queste applicazioni. Pertanto, ci siamo prefissati di essere pionieri di un’IA affidabile e inclusiva.

Ciò significa che diversi gruppi di popolazione sono coinvolti in egual modo e che i diritti individuali delle persone sono rispettati. Per noi è anche importante che questa tecnologia fondamentale sia ampiamente accessibile. In sintesi: affidabile, inclusiva e ampiamente accessibile. L’intelligenza artificiale non dovrebbe essere riservata solo alle grandi aziende, ma dovrebbe essere disponibile anche per le piccole e medie imprese.

Vuole portare la trasformazione digitale nella società attraverso le persone. Prevede resistenze da parte della popolazione?

Quando qualcosa cambia, c’è sempre una certa dose di incertezza e scetticismo. È importante capire che i progressi tecnologici cambieranno la nostra società. Vogliamo contribuire a plasmare questo cambiamento e dimostrare che all’ETHZ lo facciamo in modo responsabile.

Ciò significa, ad esempio, che nel comitato direttivo è presente anche una professoressa di etica che garantisce che importanti principi di base siano rispettati. Nel campo dell’IA, in particolare, occorre sottolinearlo e mostrare con esempi come si potrebbe farlo.

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Quali domande etiche vi porrete nel nuovo centro?

Prima di tutto: occorrono nuove basi etiche per l’IA o no? All’ETHZ, in altri campi generalmente si lavora già secondo principi etici. Tuttavia, qui entrano in gioco ulteriori domande, ad esempio riguardo agli algoritmi: questi algoritmi sono equi? Come lo si giudica? Sono inclusivi? Si devono chiarire molti dettagli.

In questo momento c’è una marea di diverse linee guida. È importante che prendiamo parte a questo dialogo e facciamo chiarezza. Vogliamo inoltre invitare vari gruppi alle discussioni. Ma non vogliamo solo discutere, vogliamo anche prendere posizione.

Un’altra questione etica è chi ha accesso a determinate tecnologie IA. Ad esempio in applicazioni militari. In che misura il centro affronterà tali questioni e fornirà consulenza alle aziende per valutare e comprendere come dovrebbero essere utilizzate le loro tecnologie?

Una delle cose più importanti che vogliamo dire alla gente è che la tecnologia non è una cosa neutra di per sé. La persona che progetta qualcosa di nuovo ha anche una certa responsabilità. Per questo è importante per noi contribuire a plasmare questo dialogo e incorporare i nostri valori europei nello sviluppo delle applicazioni di intelligenza artificiale.

Come vi occuperete concretamente di tali questioni etiche e dilemmi?

Vogliamo dare il buon esempio e difendere i nostri valori e la nostra cultura e incorporarli nei nostri progetti. Questo è un mezzo molto efficace, perché formiamo persone che vivono questi valori e li portano con loro quando vanno in giro per il mondo.

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A 3D rendering of two hands pointing at glowing digital brain. Artificial intelligence and future concept.

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Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi

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