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Cresce la pressione per l’abolizione delle sperimentazioni animali

topo da laboratorio
Circa quattro animali su cinque utilizzati per le sperimentazioni sono roditori. © Keystone / Gaetan Bally

Una petizione sottoscritta da 13'000 cittadini chiede l'abbandono della sperimentazione animale e la promozione di modelli alternativi.

Il tema della sperimentazione sugli animali – o meglio del suo divieto – non è una novità in Svizzera. In passato, i cittadini si sono già espressi due volte su iniziative popolari che ne chiedevano l’abbandono. Nel 1993, l’iniziativa “per l’abolizione della sperimentazione sugli animali” fu respinta dal 72,2% dei votanti, mentre nel 1985 quella per “la soppressione della vivisezione” fu bocciata con il 70,5% di no.

Un’altra iniziativa popolareCollegamento esterno che va nella stessa direzione si trova attualmente sui banchi del Parlamento e dovrà essere sottoposta al parere del popolo.

Le pressioni in tal senso da parte delle organizzazioni per la tutela degli animali in ogni caso si moltiplicano. Lunedì è infatti stata depositata una petizione corredata da 13’000 firme in cui si chiede appunto la fine delle sperimentazioni animali.

Secondo il documento, i test sugli animali causano insensate sofferenze e i risultati ottenuti con queste sperimentazioni spesso non possono essere adattati agli umani.

Troppo poco peso ai metodi alternativi

In particolare, andrebbe dato maggior peso ai metodi di ricerca alternativi che sono significativi per gli esseri umani. Il 50% dei fondi pubblici di promozione nell’ambito della biomedicina dovrebbero confluire in progetti che si basano esclusivamente su questi tipi di approccio.

Attualmente invece, lamenta l’organizzazione Animalfree Research, all’origine della petizione, la distribuzione delle risorse economiche è sbilanciata. Dei 400 milioni di franchi stanziati dal Fondo nazionale svizzero nel campo della medicina e della biologia, quasi un terzo finisce alla ricerca di base, dove viene effettuata la maggior parte degli esperimenti sugli animali.

Il finanziamento annuale per il Centro di competenza svizzero 3RCollegamento esterno è invece di soli tre milioni. Esso ha proprio come obiettivo quello di sostituire e ridurre i test sugli animali per limitare la loro sofferenza, concentrandosi sullo sviluppo di altri metodi.

Ciò, stando all’associazione, ha poco senso anche dal punto di vista pratico. In effetti, la ricerca che contempla l’utilizzo di animali in laboratorio difficilmente contribuisce al progresso medico, viene spiegato nella nota, in quanto i risultati ottenuti spesso non possono essere riprodotti o trasferiti sull’uomo. Questo modello obsoleto e soggetto a errori va quindi completamente eliminato.

In Svizzera per poter condurre una sperimentazione animale bisogna presentare una domanda presso l’autorità cantonale competente. I ricercatori devono dimostrare, tra le altre cose, che l’utilità per la società è maggiore rispetto alla sofferenza degli animali.

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Le preoccupazioni espresse dalle associazioni a difesa degli animali sono in parte condivise anche dalle autorità federali.

Il Governo svizzero ha respinto l’iniziativa popolare per l’abolizione delle sperimentazioni animali, sottolineando nel messaggio al ParlamentoCollegamento esterno che questo approccio è ancora “indispensabile per la ricerca fondamentale e il controllo dei prodotti farmaceutici e chimici”.

Tuttavia, il Consiglio federale ha anche evidenziato di “condividere l’intento dei promotori dell’iniziativa di limitare le sofferenze degli animali”.

In tal senso, ha recentemente lanciato un nuovo programma nazionale di ricercaCollegamento esterno, della durata di cinque anni e dotato di un budget di 20 milioni di franchi, il cui obiettivo è appunto di acquisire nuove conoscenze e ridurre così il numero di sperimentazioni sugli animali.

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tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 22.2.2021)

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