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Viaggio nel paese degli otto nanetti

Primo piano di due uomini in una foto ottocentesca; si intuisce che non sono normodotati dalla statura di altre persone
I fratelli Ulrich e Rudolf Prinz. RSI-SWI

Alla fine dell'Ottocento, otto bambini della valle di Samnaun, nei Grigioni, smisero di crescere. Un secolo più tardi, una loro discendente -e portatrice dello stesso gene- ha svolto una ricerca storica, sociale e medica su questa storia, di cui rimane traccia in un servizio della Radiotelevisione svizzera.

Samnaun è un comune di qualche centinaio di abitanti al confine con l’Austria. Appartiene alla Svizzera, ma fu isolata dal resto del Paese fino a poco più di un secolo fa, quando finalmente fu costruita una strada.

In questo contesto dove i matrimoni con persone non originarie della valle erano rari, apparve e si conservò un gene che fece sì che a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento vissero contemporaneamente otto persone molto speciali: la prima nacque nel 1873, l’ultima morì nel 1959.


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Nati da quattro famiglie diverse, i nani di Samnaun erano alti circa un metro e vivevano integrati: furono contadini, commercianti, governanti e sarte: non è un caso che vestissero in modo sempre impeccabile; per la gioia dei turisti, peraltro, che si spingevano fin lì per vederli.

Adempivano ai loro doveri di cittadini: lo documenta, tra le altre, una foto scattata durante un’esercitazione dei pompieri.

Gruppo di sette persone in una foto ottocentesca; la statura della donna al centro è la metà degli altri
Julia Kleinstein. RSI-SWI

A dire il vero, in qualcosa furono diversi: non poterono sposarsi. Due matrimoni misti non si concretizzarono perché uno dei due si tirò indietro, mentre un matrimonio tra nani fu vietato: per quanto queste persone fossero benvolute, al tempo non c’era una spiegazione sul perché non fossero cresciute, e in una valle così cattolica aleggiava il pensiero che potesse trattarsi di una punizione divina.

La ricercatrice Seraina Jenal ci porta in quella che fu la casa della sua prozia Julia Kleinstein, nel villaggio di Plan. Julia, ci racconta la nonna di Seraina, era sarta e conosciuta anche come ottima cuoca. Di lei sono rimaste molte immagini poiché, in genere, amava essere fotografata con i turisti.

Giovane donna all esterno di una stalla posa accanto a un cartonato raffigurante un uomo ottocentesco
La ricercatrice con una foto di Ulrich Prinz a grandezza naturale. RSI-SWI

Anche Josefa era sarta. Per lavoro, andò fino a Innsbruck -lontana, per il tempo- dove si esibiva -cantava- negli hotel. La casa che costruì a Samnaun con i soldi guadagnati ha misure standard, fatta eccezione per gli interruttori, installati un po’ più in basso. Anche in questa casa incontriamo un’anziana signora, che pure li ha conosciuti tutti e otto [il documentario è del 2004, ndr].

Oggi, Samnaun non è più isolata e le conoscenze scientifiche hanno permesso di ricostruire che fu un difetto genetico dell’ormone della crescita, apparso per la prima volta in una coppia sposatasi nel 1707 da cui discendono tutte e quattro le famiglie, a far sì che cinque-sei generazioni dopo nascessero tutti insieme i nani di Samnaun. 

I quali restano, anche senza questo piccolo mistero, una bella storia da raccontare.



Contenuto esterno

‘Nel paese degli otto nanetti’, di Claudia Iseli, fu trasmesso il 15 febbraio del 2004 nel settimanale documentaristico della RSI StorieCollegamento esterno.

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