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Quali insegnamenti trae il turismo dal lockdown?

Luzern
Turisti asiatici in visita a Lucerna. © Keystone / Alexandra Wey

I primi sono già partiti alla ventura, gli altri seguiranno in massa. Se alcune destinazioni turistiche sono contente che la pandemia li abbia salvate dal sovraffollamento, altre si stanno facendo in quattro per far ripartire un settore fondamentale per l'economia di una regione o di un intero Paese.

La Svizzera non aveva ancora aperto le sue frontiere con l’Italia. A sorpresa, il primo ministro Giuseppe Conte annunciava però che a partire dal 3 giugno era nuovamente possibile trascorrere le vacanze nel Belpaese. E così, il giorno dopo Sylvain e Anastasia Nicolier hanno lasciato Losanna alla volta della dogana del Gran San Bernardo.

“La sera prima, dopo aver sentito la notizia dell’apertura dei confini, ho chiesto a mia moglie se avesse voglia di andare a Venezia. Siamo partiti la mattina seguente con nostra figlia di due mesi”, racconta Sylvain Nicolier. La famiglia non ha incontrato alcun problema al valico di frontiera. Non è stata nemmeno controllata. “All’inizio avevo una sensazione strana”, ricorda Anastasia.”Era il nostro primo viaggio all’estero con nostra figlia”.

I neogenitori sono due giramondo. Sylvain Nicolier è un blogger di viaggio. Sul suo sito web e sui social media pubblica video dal mondo intero con lo pseudonimo “Suisse moiCollegamento esterno“. Sua moglie lo sostiene in questa attività professionale.

Il blogger era già stato quattro volte a Venezia, mentre per sua moglie era una città sconosciuta e di cui si era invaghita. Sylvain non voleva più tornarci poiché la massa di turisti lo avevano davvero infastidito. “Era il momento giusto per partire!”, dicono i due. Chi non sogna di camminare nei vicoli deserti della città dei Dogi?

Misure contro la fiumana di turisti

Prima della crisi provocata dal nuovo coronavirus, Venezia registrava dai 26 ai 30 milioni di turisti all’anno. Nei momenti di maggiore affluenza, il numero raggiungeva addirittura i 130 mila turisti al giorno. Per gli abitanti della città lagunare erano decisamente troppi. Si parlava di “Overtoursim”, una situazione insopportabile per i veneziani che lamentavano difficoltà a muoversi per strada, pigioni esorbitanti, negozi di souvenir che scalzavano quelli per la gente locale.

Le autorità hanno reagito a queste proteste. I turisti dovranno pagare un balzello e anche il numero di crociere che gettano l’ancora al largo di Venezia sarà ridotto. Sylvain Nicolier trova giustificate queste misure. “Bisogna riflettere su un turismo più sostenibile e responsabile”, dice il blogger. Ma non si può però nemmeno demonizzare il turismo. “In molte località, questo settore economico dà da vivere a un sacco di gente”.

Il turismo come motore economico

Il turismo ha una grande importanza per tutta l’Italia. Basti ricordare che oltre il 10 per cento del prodotto interno lordo viene generato grazie a questo settore. Per richiamare il prima possibile i turisti sulle spiagge italiane, il governo ha deciso di aprire anticipatamente le sue frontiere nonostante gli epidemiologi lo sconsigliassero. Le autorità hanno così ceduto alle pressioni delle associazioni economiche. Molte città finanziano buona parte del loro budget con le tasse turistiche che ogni ospite deve pagare se vi soggiorna.

“Credo che durante la crisi causata dal nuovo coronavirus la popolazione si sia resa conto di quanto sia importante il turismo”, sostiene Anastasia. I Nicolier sono stati accolti ovunque molto bene e l’atmosfera respirata era ottima.

Lucerna, calamita turistica

Anche in Svizzera ci sono città che registrano un turismo di massa. Lucerna, una delle principali calamite turistiche nella Confederazione, registra annualmente 9,4 milioni di turisti. Anche qui, gli abitanti non vedono di buon occhio questa situazione. Uno studio pubblicato all’inizio di giugno e svolto dalla Scuola universitaria professionale di LucernaCollegamento esterno evidenzia che l’80 per cento delle 1530 persone intervistate ritiene che il numero accettabile di turisti in città sia già stato superato. La massa di visitatori genera ingorghi e difficoltà di parcheggio. I lucernesi ce l’hanno soprattutto con le masse di turisti asiatici. Il sondaggio è stato svolto in febbraio, prima dello scoppio della crisi in Svizzera.

“Nello stesso tempo si è consapevoli dell’importanza economica del turismo”, dice il responsabile della ricerca Jürg Stettler, direttore dell’Istituto di economia turistica presso la Scuola universitaria professionale di Lucerna. Quasi il 75 per cento degli interpellati concordava con l’affermazione secondo cui il turismo creava posti di lavoro, circa un terzo ha evidenziato che questo settore genera entrate e valore aggiunto per un gran numero di aziende.

Ciononostante, è necessario intervenire per gestire e regolare il turismo, provvedimenti richiesti dalla maggioranza delle persone intervistate. Tali misure possono essere promosse soprattutto con un controllo mirato del numero di pullman e di parcheggi e mediante una tassa sui posteggi. Il municipio vuole definire regole più restrittive per il turismo.

Investimenti nelle infrastrutture

Un’altra meta particolarmente gettonata in Svizzera è la Jungfraujoch. Ogni anno, oltre un milione di turisti raggiungono la stazione ferroviaria più alta d’Europa. Oggi, la situazione è decisamente migliore rispetto al passato. “Alcuni anni fa era il caos”, ricorda Otto Hauser, albergatore e proprietario dell’albergo a cinque stelle Schweizerhof a Grindelwald. Il 60-70 per cento dei suoi ospiti, soprattutto gruppi provenienti dall’Asia, salgono sulla Jungfrau durante l’alta stagione.

Jungfraujoch, una delle mete predilette dai turisti stranieri in Svizzera. © Keystone / Anthony Anex

“Un tempo non c’era quasi posto sulla stazione a quasi 3500 metri. Oggi, il flusso di turisti è gestito molto meglio”, dice Hauser. Nel 2009, il numero di turisti giornalieri è stato limitato a 5250. Dall’inverno prossimo, si definirà un tetto massimo anche per gli sciatori. Nel contempo si continua ad investire nell’Oberland bernese. Con il progetto “V-Bahn”, il cui costo è stimato a 470 miloni di franchi, si creeranno una cabinovia e un capolinea ferroviario per abbreviare il viaggio fino in cima al “tetto d’Europa”. Per Hauser si tratta di un’ottima soluzione che dimostra la necessità di continuare ad investire nella meta turistica. “La gestione dei turisti è un processo che richiede tempo”.

I limiti del dosaggio

“Il dosaggio del numero di turisti non funziona ovunque”, ricorda dal canto suo Jürg Stettler della Scuola universitaria professionale. “A Lucerna è possibile controllare solo quelli che si spostano in gruppi, ma non quelli che viaggiano da soli, usando i mezzi di trasporto pubblici”. Ma non sono questi ultimi ad infastidire gli abitanti della città sul lago dei Quattro cantoni, ha evidenziato la ricerca.

Sylvain e Anastasia Nicolier viaggiano preferibilmente da soli. “Per sfuggire alle masse di turisti, mi muovo solitamente fuori stagione. Per esempio, mi sono recato a Bali durante il periodo delle piogge. L’isola mi è piaciuta molto, anche perché di turisti ce n’erano pochi”, dice il blogger.

Soprattutto l’economia si augura un rapido ritorno alla normalità per rivedere le spiagge e i ristoranti affollati di turisti. E allora ci ritroveremo confrontati nuovamente con un turismo di massa? “Il turismo deve diventare più sostenibile, non solo per i turisti ma anche per l’economia”, spiega Stettler. Chi trascorre poche ore in una città, solo il tempo necessario per vedere le sue principali meraviglie, non genera un impatto economico importante. Serve un cambiamento volto a incentivare i soggiorni prolungati. “Chi si ferma più giorni a Lucerna, non trascorre certo tutto il tempo davanti alla Kappellbrücke o al monumento del Leone morente. Farà delle escursioni e se le offerte saranno allettanti, i turisti visiteranno l’intera regione. E di ciò approfitteranno anche altri settori”.

Traduzione dal tedesco di Luca Beti

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