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Riaffiora la Lugano di duemila anni fa

Tracce del passaggio dall'epoca celtica a quella romana rinvenute in pieno centro, durante la ristrutturazione d'un edificio privato

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Una Lugano primordiale, di oltre duemila anni fa, ritrova la luce. Testimonianze rarissime del passaggio dall’epoca celtica a quella romana sono state rinvenute in pieno centro cittadino. Il tutto a sorpresa, grazie alla ristrutturazione di un edificio privato.

Non era previsto alcun intervento dell’Ufficio dei Beni Culturali in Piazza Cioccaro, fino al ritrovamento, avvenuto a inizio settembre, di cinque tombe medievali. Scoperta fatta per caso, durante i lavori a un palazzo che hanno svelato ben altro bottino. Tre metri sotto l’attuale piano stradale sono state identificate tracce d’insediamento che vanno dall’Età del Ferro all’età romana. Un unicum.

“Gli scavi al Quartiere Maghetti degli anni 1980 avevano portato alla luce delle strutture e degli strati altomedievali”, ricorda Simonetta Biaggio-Simona, capo Ufficio beni culturali del Canton Ticino. “Quindi trovare la Romanità in centro a Lugano è una bellissima conferma di ipotesi che si facevano; era chiaro che a Lugano dovesse esserci anche questo periodo storico e quello precedente preistorico dell’Età del Ferro, però adesso abbiamo la testimonianza concreta”.

Un passaggio – quello dal I secolo avanti Cristo al II e III secolo dopo Cristo – ancora poco conosciuto in Ticino. Oltre ai resti di un’edificio romano lo scavo archeologico, di dimensioni ridotte, ha restituito alcuni frammenti di vasellame, monete, quarzo e ossa animali. Un’indagine proseguita in armonia con il cantiere edile e conclusasi da poco.

“Abbiamo fatto una pianificazione congiunta, comune”, spiega Biaggio-Simona, “trovando il modo per poter lavorare in parallelo, senza fermare il cantiere edile. Evidentemente questo richiede un impegno di tutte le parti”.

Dal 2013, con il rinvenimento della Necropoli preistorica di Giubiasco Palasio si è inaugurato un periodo ricco di scoperte in Ticino: un tesoro monetale a Orselina, poi addirittura tre insediamenti preistorici a Carasso, Minusio e Arbedo, per citarne solo alcune.

“È una stagione veramente felice per l’archeologia che crea moltissimo impegno naturalmente per il nostro Ufficio e Servizio Archeologico e che ci ha portato ad avere anche moltissimi oggetti”.

Tutt’ora in attesa di poter essere valorizzati con uno spazio espositivo dedicato.

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