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Viaggio in Siberia dove Navalny è stato avvelenato

Navalny con la moglie sul balcone della camera d ospedale a Berlino.
Navalny non ha dubbi: "affermo che c'è Putin dietro questo crimine, non ho altre spiegazioni per quel che è successo". Keystone / Alexei Navalny Handout

Un terzo dei russi crede che l'oppositore russo Alexiei Navalny sia stato avvelenato ma più della metà (55%) non crede che le cose siano andate in questo modo: è quanto emerge da un sondaggio del centro demoscopico Levada.

Stando alla ricerca, il 77% di coloro che hanno risposto al sondaggio ha sentito del malore di Navalny e il 18% segue con attenzione gli sviluppi della vicenda.

Tra coloro che ritengono che Navalny sia stato avvelenato, il 30% pensa che dietro ci siano le autorità russe, l’8% sospetta che il responsabile sia qualcuno colpito dalle inchieste anticorruzione del dissidente e un altro 8% crede che sotto ci siano i servizi segreti occidentali.

Per quanto riguarda l’attività di Navalny, il 20% dei rispondenti la appoggia e il 50% la disapprova, mentre il 18% dice di non aver mai sentito parlare dell’oppositore.

Navalny accusa Putin

Tra Alexei Navalny e il Cremlino ormai è scontro totale. Il principe degli oppositori russi ha infatti rilasciato un’intervista alla rivista tedesca “Spiegel”, la prima da quel 20 agosto in cui si è sentito male in aereo, scagliandosi senza mezzi termini contro il presidente Vladimir Putin.

“Io affermo che c’è Putin dietro questo crimine, non ho altre spiegazioni per quel che è successo”, ha raccontato ai giornalisti tedeschi dopo una vera e propria dichiarazione d’amore per la Germania, che gli ha “salvato la vita”.

Parole che hanno fatto impazzire di rabbia il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov: “d’altra parte lavora per la Cia”, ha commentato quest’ultimo, lanciando l’infamante (per un russo) accusa. 

Certo, non è la prima volta che un alto funzionario del governo mettere in relazione Navalny ai servizi segreti occidentali. Sino ad oggi il più alto in grado è stato Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma. Che in mattinata è stato il più rapido a reagire all’intervista di Navalny. “Putin gli ha salvato la vita”, ha dichiarato Volodin. “Tutti – dai piloti, ai medici, al presidente – hanno sinceramente lavorato per salvargli la vita. E solo una persona indecente può fare affermazioni del genere”, ha aggiunto Volodin. Poi l’affondo: “Navalny sta collaborando con i servizi di sicurezza e le autorità dei paesi occidentali, sta servendo i loro interessi”, ha ribadito Volodin.

Ma la banda larga tra Berlino e Mosca oggi funzionava benissimo. Navalny ci ha messo pochissimo a intercettare le dichiarazioni e rispondere per le rime al capo della Duma. “Ancora una volta non capisco. Salvato da cosa? Le autorità russe negano l’avvelenamento. Se crediamo alle loro versioni e alle parole dello stesso Putin, dovrei essere stato salvato solo dalla vodka (fatta in casa), dal diabete e dalle simulazioni di avvelenamento”, ha scritto su Twitter.

Insomma, quel poco di aplomb istituzionale che era rimasto, è scomparso. Il numero uno dell’opposizione russa, d’altra parte, ha praticamente minacciato Mosca. “Non farò a Putin il regalo di non ritornare in Russia. Non tornare vorrebbe dire che Putin ha raggiunto il suo scopo. Il mio obiettivo è ora tornare in forma il prima possibile, così potrò rientrare”, ha confidato ai giornalisti. 

Il Cremlino, sino adesso, ha sempre sostenuto che Navalny era libero di “rientrare” in patria. I nostri colleghi della televisione svizzera di lingua tedesca sono andati in Siberia, laddove tutto è iniziato.

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tvsvizzera.it/fra con RSI
 

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