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Cina e Svizzera un po’ più vicine

stretta di mano tra ignazio cassis e Wang yi
L'incontro bilaterale di martedì tra Ignazio Cassis e Wang Yi costituiva la seconda edizione del dialogo strategico tra i due ministri degli affari esteri avviato nel 2017 allo scopo di rafforzare le relazioni tra i due Paesi. Keystone / Alessandro Della Valle

Il mercato cinese, in particolare quello finanziario, sembra aprirsi maggiormente per le imprese svizzere. È quanto emerso dall'incontro martedì a Berna tra il ministro degli esteri Ignazio Cassis e il suo omologo cinese Wang Yi.

Con la Cina, la Svizzera ha sottoscritto un accordo di libero scambio, in vigore dal 2014. E Pechino sembra disposto ad aprirsi maggiormente alla Confederazione. In particolare, le imprese svizzere dovrebbero potere detenere delle partecipazioni maggioritarie in imprese con sede in Cina e potere accedere più facilmente al mercato finanziario.

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi, che ha incontrato martedì a Berna il suo omologo Ignazio Cassis, lo ha confermato: “Il nostro mercato è più aperto, sia per le banche, sia per le assicurazioni. Abbiamo rilasciato la prima licenza a una banca svizzera per la gestione di affari in Cina”.

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Il colloquio è stato anche l’occasione per evocare preoccupazioni comuni, soprattutto la guerra dei dazi in corso tra Stati Uniti e Cina. “Abbiamo ripetutamente espresso preoccupazione per questo vento di protezionismo che sta soffiando un po’ su tutto il pianeta e che è contro un libero mercato, importante per un Paese come la Svizzera”, ha dichiarato Ignazio Cassis.

I due ministri degli esteri hanno discusso inoltre del progetto cinese di rivitalizzare l’antica via della seta, la Belt and Road Initiative. Cassis ha sottolineato che un simile progetto – cui molti Paesi guardano con interesse ma anche con sospetto, come gli Stati Uniti – suscita l’interesse del Governo svizzero e deve rispettare determinati standard di qualità sul piano sociale e ambientale.

Nell’incontro si è parlato però anche di temi più scottanti, come la situazione a Hong Kong. Cassis ha inoltre espresso “l’inquietudine della Svizzera rispetto alla situazione delle minoranze, soprattutto in Tibet e nella regione dello Xinjiang”. “I colloqui bilaterali sui diritti umani e le iniziative multilaterali sono strumenti complementari”, ha affermato il consigliere federale, citato in un comunicatoCollegamento esterno.

Nel 2018 la Cina era il terzo partner commerciale della Svizzera dopo l’UE e gli USA, con un volume di scambi pari a 44 miliardi.

La Svizzera è stato uno dei primi Paesi occidentali a riconoscere la Repubblica popolare cinese, il 17 gennaio 1950. Nel 2020 si celebreranno così 70 anni di relazioni diplomatiche tra i due paesi.

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