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Frontalieri, stop al compromesso lombardo-ticinese?

Parlamentari ticinesi e lombardi al Pirellone.
Incontro al Pirellone tra le delegazioni del Gran Consiglio ticinese e del Consiglio regionale lombardo. tvsvizzera

Salvaguardare i progressi fatti da Ticino e Lombardia sul futuro regime fiscale dei frontalieri e la contestata inclusione doganale di Campione d'Italia nell'unione doganale Ue sono due dei principali temi dibattuti nell'incontro tenutosi al Pirellone tra la delegazione del Gran Consiglio ticinese e la commissione speciale del Consiglio regionale per i rapporti tra Lombardia e Confederazione.


Sul primo oggetto sono state ribadite le note posizioni elvetiche. “È inaccettabile e incomprensibile la mancata firma all’accordo fiscale” parafato nel dicembre 2015 da parte di Roma, ha sottolineato il presidente del parlamento ticinese Claudio Franscella che ha annunciato “un piano B”: “Non resteremo con le mani in mano, sono infatti pendenti a livello cantonale una mozione e una petizione firmata da diecimila cittadini che chiedono la disdetta unilaterale dell’accordo del 1974” che creerebbe non pochi problemi a questa categoria di lavoratori, che inevitabilmente perderebbero le attuali agevolazioni tributarie (tassazione esclusiva della Svizzera che riversa una quota delle imposte ai comuni italiani confinanti).

Altri sviluppi
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Fisco, “Non buttare a mare il lavoro fatto”

In proposito l’assessore lombardo agli Enti locali Massimo Sertori ha precisato che, nonostante il recente cambio di governo, “il lavoro fatto fin qui non va buttarlo a mare”. Come è noto infatti negli scorsi mesi tra Milano e Bellinzona sono state condotte trattative per cercare di uscire dal vicolo cieco in cui l’intesa – non troppo gradita a Roma per l’indubbio aggravio fiscale che comporta per questa categoria di lavoratori pendolari ma sollecitata da Berna per i suoi effetti anti-dumping – era finita.

“Ci siamo dati un metodo (la road-map)”, ha continuato l’assessore regionale, “per far salire dal basso le problematiche” e trovare tra Ticino e Lombardia “soluzioni condivise” su cui possano aderire i rispettivi governi. E nonostante il cambio di maggioranza a Roma c’è la “massima apertura per mettere a disposizione del nuovo governo i risultati molto importanti fatti fin qui”.

Compromesso tra Lombardia e Bellinzona

Ma quali sarebbero questi risultati che potrebbero sbloccare la situazione di stallo? Tra i corridoi del Pirellone sembrerebbe delinearsi un compromesso che manterrebbe il corrente regime (accordo fiscale del 1974) per i frontalieri attualmente attivi nella Confederazione mentre per quelli assunti a partire da una certa data varrebbero le norme concordate nel testo parafato nel dicembre 2015, che comunque prevedeva già una messa in esercizio graduale – su un arco di tempo ultradecennale – delle nuove disposizioni.

In ogni caso sono inevitabili ulteriori ritardi: c’è una nuova maggioranza giallo-rossa, diversa da quella a propulsione leghista che controlla il Pirellone, e i nuovi responsabili devono familiarizzare con il dossier e attribuire le eventuali deleghe, con la speranza, come paventa il segretario della commissione speciale lombarda, Angelo Orsenigo, che i governi che si succedono “non blocchino quanto deciso precedentemente”.

Intanto a Bellinzona ci si sta muovendo, con il coinvolgendo la deputazione ticinese alle camere federali, per ottenere da Berna compensazioni finanziarie per il mancato maggiore introito fiscale annuo di 12 milioni di franchi derivante dal futuro regime tributario dei frontalieri. Opinione condivisa dal presidente del parlamento ticinese Claudio Franscella che ha invitato gli interlocutori lombardi a fare “fronte comune nei confronti di Roma che sembra disinteressarsi a queste questioni”.

Campione, controversa unione doganale

Novità sono emerse anche in merito alla vertenza Campione. Negli scorsi giorni il Consiglio regionale ha potuto visionare la relazione depositata dal commissario straordinario Maurizio Bruschi dalla quale, tra le varie proposte, si profila l’ipotesi concreta di un ingresso di privati nella futura società che potrebbe riaprire la casa da gioco. Ma i tempi saranno lunghi dal momento che, è stato ricordato, il nuovo ministro competente deve ancora attribuire le deleghe.

Non meno importante al riguardo è la mozione adottata recentemente dal Consiglio regionale che chiede una sospensione di due anni della direttiva di Bruxelles sull’inclusione di Campione d’Italia nell’unione doganale Ue che, sempre per Angelo Orsenigo, sarebbe “un pasticcio attribuibile tutto all’Italia”, un vero e proprio “clamoroso autogol”. Per scongiurare che la direttiva entri in vigore dal prossimo primo gennaio, che in parole povere comporterebbe ad esempio l’introduzione di controlli doganali tra l’enclave e il Ticino e il rischio di revoca di importanti servizi ai campionesi, i politici lombardi intendono coinvolgere, oltre Roma, anche i rappresentanti italiani all’Europarlamento. Se questa mobilitazione frutterà qualche risultato lo si saprà tra poco meno di tre mesi.

Più parcheggi al confine

Un ulteriore argomento discusso nell’incontro tra parlamenti locali, strettamente collegato con la questione frontalieri, è stato quello dei trasporti, in merito al quale è stato comune l’apprezzamento per l’evolversi del progetto Smisto, cofinanziato nell’ambito del programma Interreg, che ha lo scopo di promuovere la mobilità integrata e sostenibile attraverso il confine.

Da parte ticinese si è insistito nella richiesta di realizzazione di parcheggi di interscambio Park & Ride a ridosso della frontiera per decongestionare il traffico veicolare e incentivare i mezzi pubblici, soprattutto ora che importanti infrastrutture, come la galleria di base del Monte Ceneri e la futura rete tranviaria nel Luganese, stanno per essere inaugurate o sono in via di esecuzione. “Siamo disposti a venire incontro dal profilo finanziario” ai nostri partner per il potenziamento dei parcheggi e del car-pooling su suolo italiano “ma non va perso altro tempo”, ha evidenziato sempre Claudio Franscella. Sul versante italiano è stata sottolineata invece l’imminente elettrificazione della linea Como-Cantù-Lecco, destinata a migliorare il servizio in un’area ad alta intensità di lavoratori pendolari diretti verso la Confederazione.

Auto aziendali e olimpiadi

Nessun progresso tangibile infine è stato riscontrato nella spinosa vertenza delle auto aziendali con targhe straniere (svizzere) che vengono sequestrate in Italia ai residenti, in particolare ai frontalieri impiegati in ditte ticinesi, in virtù delle disposizioni emanate nel primo decreto sicurezza di Matteo Salvini.

Mentre un terreno di potenziale proficua collaborazione, a differenza di quanto avvenuto per Expo Milano 2015, saranno sicuramente le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026 che si profilano come una grande opportunità per il turismo nella regione dei laghi. Ma su questo tema i deputati dei rispettivi legislativi torneranno a parlarne nel prossimo incontro che negli auspici di tutti dovrà essere a breve, verosimilmente entro sei mesi “per dare continuità alla road-map tracciata nel dicembre dello scorso anno tra Ticino e Lombardia.         

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