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Westminster vota il rinvio della Brexit

La Camera dei comuni, chiamata per il terzo giorno consecutivo ad esprimersi sulla Brexit, ha votato a grande maggioranza a favore del rinvio del divorzio formale dall’Ue, previsto il prossimo 29 marzo.

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Da parte sua Bruxelles si è detta disposta a concedere una proroga al governo britannico, a condizione che venga presentata una richiesta in tal senso debitamente motivata entro lo stesso termine.

Secondo i commentatori l’intenzione della premier Theresa May è quella di tentare per la terza volta di far ratificare da Westminster l’accordo stipulato con l’Ue ma che finora non ha raccolto sufficienti consensi nella sua maggioranza.

La mozione del governo, che è passata con 412 voti contro 202, proponeva alternativamente un rinvio di breve durata – al massimo entro il 30 di giugno – in caso di adozione di un trattato di separazione o un rinvio a tempo indeterminato nell’eventualità di un suo rifiuto. Entrambe le due ipotesi dovranno ora essere approvate all’unanimità dai 27 nel vertice di giovedì e venerdì prossimi a Bruxelles, secondo quanto ha precisato la Commissione europea.

La speranza della responsabile dell’esecutivo britannico è che la minaccia di un rinvio di lunga durata del divorzio dall’Ue finirà per convincere gli irriducibili della Brexit del suo partito e i rappresentanti della piccola formazione nordirlandese Dup, i cui voti sono determinanti per la maggioranza, di votare l’intesa firmata lo scorso mese di novembre.

Il nodo della discordia riguarda la clausola di salvaguardia che potrebbe attivare l’Ue – fino al raggiungimento di un nuovo accordo destinato a regolare i futuri rapporti commerciali tra Londra e Bruxelles – e che di fatto manterrebbe l’Irlanda del Nord nell’Unione doganale e nel mercato unico.

In mattinata il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk aveva promesso che si sarebbe impegnato per far accettare ai 27 un eventuale rinvio di lunga durata della Brexit per permettere al Regno Unito di rivedere la sua strategia e ottenere il consenso necessario. 

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