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“Una figuraccia per la democrazia svizzera”

Demonstranten mit erhobenen Händen
Manifestanti filogiurassiani cantano l'inno giurassiano dopo l'annullamento del voto il 5 novembre. © KEYSTONE / LAURENT GILLIERON

"A Moutier, tutti hanno perso"

Dopo l’annullamento del voto del 2017 sull’adesione del comune di Moutier al canton Giura da parte della prefetta per il Giura bernese, la stampa svizzera guarda con preoccupazione al riemergere della questione giurassiana. Ma mostra anche comprensione per la necessità di chiarire ogni dubbio.

È giusto che della questione si occupino i tribunali, ritiene per esempio il quotidiano zurighese Neue Zürcher Zeitung (NZZ). “Finché sussiste anche il minimo dubbio sulla legittimità della decisione popolare, il germe di nuove ostilità e disordini è destinato a perpetuarsi anche in futuro.”

Il quotidiano non è tuttavia preoccupato per possibili disordini: a suo avviso la fase calda del conflitto giurassiano appartiene al passato. Le premess , ricorda la NZZ, sono del resto diverse rispetto all’epoca in cui il canton Berna si opponeva al diritto di autodeterminazione giurassiano anche con mezzi illegittimi. “Oggi né il parlamento bernese, né il governo negano il principio per cui la città deve poter decidere autonomamente la sua appartenenza cantonale. Ma questo ora richiede più pazienza e nervi saldi di quanto previsto.”

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Se il giornale zurighese ritiene che la “comprensibile” rabbia giurassiana si riferisca a un conflitto ormai avviato alla sua conclusione, il quotidiano francofono Le Temps è meno ottimista e scrive che la decisione della prefettura del Giura bernese è “un sisma politico” che “riapre le ferite che si pensavano chiuse.”

Viste le tensioni esistenti e la perdita di credibilità delle istituzioni, Le Temps è convinto che sia ora che la questione della regolarità del voto “possa essere decisa dalla giustizia al più alto livello, vale a dire dal Tribunale federale […] lontano dalle passioni identitarie.” La procedura giuridica rischia però di essere lunga e di bloccare vari dossier cruciali per l’avvenire del comune: per questo il quotidiano ritiene che “solo un nuovo scrutinio, regolare e accettato da tutti, potrà far uscire la città dalla situazione di stallo.”

Per i quotidiani Bund e Tagesanzeiger, la questione non tocca solo il comune di Moutier. “Per la Svizzera, modello di democrazia, il caso Moutier è una figuraccia”. Le autorità cittadine del comune, in maggioranza filo-giurassiane, avrebbero tentato di influenzare in modo illecito i votanti.

D’altro canto, avvertono i giornali del gruppo Tamedia, “non ci sono ragioni di moralismo da parte bernese”. Anche il canton Berna egli anni ’70 aveva violato le regole del gioco democratiche, finanziando segretamente le forze filo-bernesi. Ora non rimarrebbe altro da fare che “attendere la decisione definitiva dei tribunali e quindi, se necessario, procedere a un nuovo voto.”

Il quotidiano 24 heures ritiene dal canto suo che “a Moutier, tutti hanno perso”. “Le autorità di Moutier, incaricate di vegliare sullo svolgimento ordinato dello scrutinio, si vedono oggi accusate di aver influenzato, se non falsificato, il risultato dello scrutino”, scrive ancora il giornale romando. “È quindi anche la nostra democrazia di prossimità che ne esce scornata.”

Di fronte a questa situazione, il 24 heures si chiede se non sarebbe stato il caso, per evitare problemi, di far organizzare alla Berna federale l’intera procedura di voto, invece di lasciare l’incarico alle autorità cantonale e comunali. “Ecco forse la lezione che si può trarre da questo immenso pasticcio”, conclude il quotidiano.

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Il quotidiano ginevrino Le Courrier è scettico sulla scelta di puntare il dito solo contro le autorità comunali: “Non sarebbe stato meglio suggerire agli abitanti di rivotare e di lasciare scegliere a loro il proprio destino, piuttosto che imporre una decisione presa dai tribunali […] che stabilirà chi è il solo e vero colpevole?”

Probernesi e progiurassiani

Alcuni giornali prendono posizione ancora più chiaramente in favore di uno dei due schieramenti. “Questa donna ha coraggio”, scrive la Berner Zeitung a proposito della prefetta per il Giura bernese Stéphanie Niederhauser. 

Il quotidiano bernese ritiene tuttavia che per Berna l’annullamento della votazione del 2017 sia un regalo avvelenato, perché impedisce di chiudere finalmente il dossier giurassiano. “Qualsiasi cosa faccia Berna, riceve solo critiche dal Giura e talvolta dall’intera Svizzera francese per la sua presunta e da tempo non più dimostrabile politica di potenza”

Il filobernese Journal du Jura pubblica il suo editoriale sotto il titolo “Cronaca di un fiasco annunciato”. A suo avviso “bisogna ammettere che il verdetto prefettizio si basa su prove solide di malfunzionamento.”

Il Quotidien jurassien titola invece “Moutier, niente è perduto”, per poi affermare che sarebbe stato meglio se la Confederazione avesse designato “un’altra istituzione piuttosto che la prefettura del Giura bernese per decidere sui ricorsi”. Il giornale filogiurassiano conclude: “Moutier è una città giurassiana e si unirà prima o poi al canton Giura. I filobernesi sanno che a Moutier hanno perso.”

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