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Il governo invita a respingere l’iniziativa “anti-burqa”

Karin Keller Sutter con mascherina
Il testo in votazione prevede eccezioni per motivi di salute (tra cui la mascherina sanitaria), ma molti trovano ironico che le discussioni sulla dissimulazione del volto si tengano proprio in questo periodo. Nella foto la ministra della giustizia svizzera, Karin Keller-Sutter. Keystone / Peter Klaunzer

Un divieto generalizzato in Svizzera di dissimulare il viso sarebbe inutile: le donne che lo fanno sono pochissime e perlopiù turiste. È il parere del Consiglio federale che raccomanda di respingere il prossimo 7 marzo l'iniziativa popolare in tal senso, preferendole il controprogetto del Governo.

Manifesto
Il manifesto della campagna per il “sì”. divieto-dissimulazione-del-viso.ch

L’iniziativa popolare “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso” chiede di modificare la Costituzione introducendo in tutta la Svizzera il divieto di dissimulare il proprio viso nei luoghi accessibili al pubblico (p. es. per strada, negli uffici pubblici, sui mezzi di trasporto pubblici, negli stadi di calcio, nei ristoranti, nei negozi e all’aria aperta). Eccezioni sarebbero possibili soltanto nei luoghi di culto, o in altri luoghi sacri, oppure per motivi inerenti alla salute (p.es le mascherine sanitarie), alla sicurezza (casco per la moto), alle condizioni climatiche (passamontagna durante lo sci) e alle usanze locali (Carnevale). Ulteriori eccezioni, ad esempio per le turiste con il volto coperto, sarebbero escluse. L’iniziativa chiede inoltre di introdurre il divieto di obbligare una persona a dissimulare il viso a causa del suo sesso.

fonte: admin.ch

Il controprogetto indiretto approvato dal parlamento (che potrebbe entrare in vigore qualora l’iniziativa venisse respinta) obbliga una persona a mostrare il proprio volto per potersi identificare durante i controlli sui trasporti pubblici, alla dogana o per le procedure amministrative.

L’iniziativa “Sì al divieto di dissimulare il proprio viso” Collegamento esterno– va più lontano poiché pone un divieto generale della dissimulazione del viso nella Costituzione elvetica.

Nel mirino sono in particolare le donne che indossano il burqa o il niqab, come dimostrano i manifesti della campagna a favore. Per questo motivo l’iniziativa politica e media si riferiscono chiamata “iniziativa anti burqa”.

Sono comunque contemplate delle eccezioni, ad esempio nei luoghi di culto.

Secondo l’esecutivo e il parlamento, il fenomeno che il testo intende combattere è marginale nel nostro paese.

Competenza cantonale

Oltre a ciò, la dissimulazione parziale o totale del viso è materia di competenza cantonale e così dovrebbe rimanere: i Cantoni conoscono meglio le preoccupazioni della loro popolazione ed è opportuno che regolamentino la questione in base alle proprie esigenze. Attualmente un analogo divieto è in vigore in Ticino e nel cantone San Gallo.

In determinate regioni, un divieto generalizzato potrebbe avere ripercussioni negative sul turismo, ritiene ancora il governo. Inoltre, se tale proibizione dovesse essere introdotta su scala nazionale, la sua applicazione spetterebbe in ogni caso ai Cantoni, con le conseguenti possibili divergenze, ad esempio per quanto concerne le eccezioni o l’ammontare delle multe.

L’accettazione dell’iniziativa non rafforzerebbe neanche la posizione delle donne velate, secondo il Consiglio federale.

I problemi d’integrazione possono essere affrontati con gli strumenti esistenti. Un divieto di indossare determinati vestiti sarebbe dunque la strada sbagliata.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 19.01.2021)

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