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“Aeroporto di Lugano: l’affidabilità è la sfida principale”

aereo swiss su una pista
Da ottobre 2019 all'aeroporto di Lugano-Agno è sparito anche l’ultimo volo di linea dopo la decisione di Swiss di rinunciare al collegamento su Zurigo. Keystone / Keystone

Il 26 aprile i cittadini del cantone Ticino e della città di Lugano saranno chiamati a votare sui crediti destinati a ricapitalizzare e risanare la società di gestione dell’aeroporto Lugano Airport SA (LASA). La sinistra e i verdi hanno lanciato con successo due referendum contro questo finanziamento pubblico complessivo di quasi 10 milioni di franchi. Senza questo apporto finanziario l’aeroporto rischia di dovere chiudere i battenti con conseguenze negative sull’occupazione, il turismo congressuale e l’attrattività economica regionale.


A metà degli anni Novanta l’aeroporto di Lugano poteva contare su 400’000 passeggeri all’anno. Nel 1996 lo scalo luganese disponeva di ben 56 voli di linea al giornoCollegamento esterno con collegamenti in tutta Europa: da Bruxelles a Venezia, da Brema a Roma. Erano i tempi d’oro della compagnia area regionale Crossair guidata dal pioniere Moritz Sutter.

All’inizio degli anni Duemila il settore aeronautico svizzero entra in una fase di forti turbolenze. Nel 2001 il grounding e l’insolvenza della compagnia area nazionale Swissair costringono il Governo svizzero a intervenire con un sostegno finanziario di 2 miliardi di franchi per garantire i collegamenti aerei della Svizzera con il resto del mondo.

La compagnia aerea regionale Crossair riprende in parte le attività di Swissair ed è trasformata nella nuova compagnia di navigazione area nazionale Swiss. Nel 2005 il gruppo tedesco Lufthansa acquisce Swiss. I centri di comando passano da Zurigo a Francoforte.

Nel 2006 l’aeroporto di Lugano trasportava ancora ancora 196’000 passeggeri, mentre nel 2018 tale numero si è dimezzato con 97’000 passeggeri trasportati. Da ottobre 2019 è sparito dal radar anche l’ultimo volo di linea dopo la decisione di Swiss di rinunciare al collegamento su Zurigo. Nei primi nove mesi del 2019 il numero di passeggeri trasportati è calato del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2018, passando da 70’329 a 56’176.

aereo Crossair
Ai tempi d’oro della compagnia Crossair, lo scalo di Lugano disponeva di oltre 50 voli di linea al giorno. Keystone / Karl Mathis

La diagnosi esterna

Ci sono ragioni interne ed esterne che spiegano il declino dell’aeroporto di Lugano. I fallimenti di Darwin Airlines SA, Sky Work e Adria Airways mostrano le difficoltà delle compagnie aeree regionali ad operare in modo redditizio su un mercato sempre più difficile.

“Il trasporto aereo regionale è confrontato anche a Lugano con la forte concorrenza di altri mezzi di trasporto. Il rafforzamento del collegamento ferroviario verso Zurigo rappresenta una forte concorrenza per il traffico aereo. Il volo su Ginevra è ancora una buona opzione, ma il volume limitato di passeggeri su questa tratta non permette probabilmente di raggiungere la necessaria redditività senza sussidi pubblici”, ci spiega Claudio Pacozzi, esperto di aviazione che dispone di una pluriennale esperienza nel campo dell’aviazione su tutti i fronti. È stato anche per molti anni pilota della Crossair e conosce bene le particolarità dello scalo luganese.

“L’aeroporto si trova in una posizione geografica difficile con spazi ristretti che richiedono una procedura d’avvicinamento e una formazione speciali per poter atterrare e partire da Lugano anche in caso di maltempo. La pista d’atterraggio corta non consente l’impiego di velivoli con una capacità superiore. Le attuali condizioni non consentono di garantire un traffico stabile. L’affidabilità anche in caso di maltempo è la sfida principale”, sottolinea Claudio Pacozzi.

Voli di linea e aviazione generale

ll traffico aereo viene solitamente diviso in due categorie: da una parte il traffico di linea o charter e dall’altra l’aviazione generale che comprende settori aeronautici molto diversi: l’aviazione d’affari (business aviation), i salvataggi e gli interventi aerei, il lavoro aereo e altre attività di aviazione generale, come i voli d’istruzione e di perfezionamento.

La diagnosi interna

La concorrenza dei voli a buon mercato e del sistema aeroportuale lombardo, il rafforzamento dell’offerta ferroviaria, gli elevati costi di gestione, la mancanza di redditività dei voli di linea spiegano in parte le difficoltà dello scalo luganese.

Alle ragioni esterne si aggiungono ragioni interne legate alla gestione pubblica dell’aeroporto che non è stato in grado di realizzare i necessari investimenti, come l’allungamento della pista o l’introduzione del sistema di avvicinamento satellitare, a causa della mancanza di una strategia condivisa fra le diverse forze politiche.

La città di Lugano ha creato nel 2005 Lugano Airport SA (LASA) con un capitale sociale di 4 milioni di franchi. Lugano detiene l’87,5% delle azioni, il cantone Ticino detiene il restante 12,5%. Dal 2006 LASA ha ripreso la gestione dell’aeroporto di Lugano-Agno.

Il finanziamento pubblico ha permesso sinora di mantenere in vita LASA e di assicurare sinora i servizi d’aviazione richiesti dal mercato. L’aeroporto dà ancora segni di vita grazie all’aviazione privata, la scuola di volo, i voli di salvataggio e le attività di manutenzione.

Da ottobre 2019 il cantone Ticino versa una buona parte dei salari dei 75 dipendenti rimasti senza lavoro dopo l’abbandono del volo di linea su Zurigo. Senza l’aumento del credito in conto corrente della città di Lugano, azionista di maggioranza, LASA avrebbe già dovuto depositare i propri bilanci nel settembre 2018 a causa dell’eccessivo indebitamento.

“Senza voli di linea è molto difficile che l’aeroporto di Lugano possa sopravvivere. I costi  di gestione sono molto elevati e non possono essere coperti unicamente dall’aviazione generale. Sicuramente sarebbe necessario l’intervento dello Stato e degli investitori privati per poter assicurare il finanziamento e giustificare la necessità d’investimenti”, rileva Claudio Pacozzi.

“Senza voli di linea è molto difficile che l’aeroporto di Lugano possa sopravvivere. I costi  di gestione sono molto elevati e non possono essere coperti unicamente dall’aviazione generale”

In febbraio LASA ha inviato a tutti i 75 dipendenti la disdetta cautelativa del rapporto di lavoroCollegamento esterno per fine aprile. I licenziamenti sarebbero ritirati in caso di un sì al finanziamento supplementare deciso dalla città di Lugano e dal cantone Ticino.

La soluzione in votazione

Per salvare LASA dal fallimento e dare continuità alle attività aeroportuali la città di Lugano e il cantone Ticino hanno infatti deciso un finanziamento pubblico di circa 10 milioni di franchi.

Il parlamento cantonale ha deciso a larga maggioranza il 4 novembre 2019Collegamento esterno di concedere a LASA un finanziamento di 3,32 milioni di franchi destinato all’aumento dal 12,5% al 40% della quota di partecipazione cantonale e alla copertura delle perdite cumulate sino alla fine del 2019 oltre a un credito quadro di di 1,56 milioni di franchi per la copertura delle perdite di esercizio della LASA previste negli anni 2020-2022. Il Partito socialista, i Verdi e le associazioni ambientaliste hanno raccolto 8’372 firme valide contro questo finanziamento cantonale. Per la riuscita del referendum cantonale erano necessarie almeno 7000 firme.

Il Consiglio comunale della città di Lugano ha deciso il 25 novembre 2019 a larga maggioranza di concedere a LASA un credito di 3,6 milioni di franchi per la ricapitalizzazione, un credito di 1,38 milioni di franchi per la copertura delle perdite sino alla fine del 2019 e un credito di 0,78 milioni di franchi per la copertura della perdita nel 2020. Il Partito socialista, i Verdi e il Partito comunista hanno raccolto 3361 firme valide contro questo finanziamento. Per la riuscita di questo referendum erano necessarie almeno 3000 firme.

La votazione popolare sui due referendum avrà luogo il 26 aprile 2020. Il finanziamento cantonale è vincolato dall’approvazione del finanziamento comunale.

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L’aeroporto divide

L’esito dei referendum del 26 aprile è incerto, poiché il trasporto aereo divide gli animi anche in Ticino. I fautori del referendum ritengono ingiustificata un’ulteriore iniezione di fondi pubblici nell’aeroporto vista la concorrenza della ferrovia e dei vicini terminali aerei lombardi.

La maggioranza del parlamento cantonale e della città di Lugano ritiene che il finanziamento supplementare sia necessario per evitare il fallimento di LASA e la chiusura dell’aeroporto di Lugano che avrebbe conseguenze negative sull’occupazione e sull’economia regionale.

Senza i fondi pubblici supplementari Lugano rischia di scomparire dalla carta mondiale dell’aviazione con conseguenze sulla reputazione dell’intero cantone. “L’aeroporto non è solo aviazione e posti di lavoro, ma anche il simbolo di un collegamento internazionale diretto”, sottolinea Claudio Pacozzi.

Gli scenari futuri

Il fronte rosso-verde propone di utilizzare i soldi pubblici per ricollocare una buona parte del personale impiegato da LASA in altri settori statali e di affidare la gestione delle attività di aviazione generale ai privati.

Il Movimento per il socialismo considera i referendum un passo decisivo verso la chiusura di un aeroporto che non risponde ai bisogni di mobilità sostenibile della popolazione.

Il finanziamento pubblico supplementare è necessario per dare il tempo a LASA di riorganizzarsi, ritrovare la credibilità finanziaria e coinvolgere i privati nella gestione delle attività di aviazione generale, sostengono la Lega, il Partito popolare democratico e il Partito liberale radicale, che sono contrari al referendum. Il mondo economico e aviatorio è pure schierato compatto a difesa dell’aeroporto che offre un servizio d’interesse pubblico.

“L’aviazione privata ha una sua ragione d’essere a Lugano a causa della piazza finanziaria. I voli turistici con aerei di grandi dimensioni non si possono fare, ma è invece possibile sviluppare offerte di nicchia, come i voli all’Isola d’Elba. Ci sono delle possibilità di sviluppo, ma ci vuole una strategia chiara per differenziarsi dalla concorrenza che è molto agguerita a livello di prezzi”, sottolinea Claudio Pacozzi.

Le conseguenze economiche negative legate all’epidemia di coronavirus colpiscono in pieno il settore del turismo e dell’aviazioneCollegamento esterno con una riduzione della mobilità e del desiderio di viaggiare. Un elemento di incertezza supplementare che influenzerà la votazione per il salvataggio dell’aeroporto di Lugano.

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