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Uso esteso del Green pass in Svizzera

Una ragazza mostra sul suo telefonino il certificato Covid
Solo poche eccezioni. Altrimenti l'uso del certificato Covid sarà diffusamente richiesto a partire da lunedì 13 settembre. Keystone / Robert Ghement

Da lunedì 13 settembre tutte le persone dai 16 anni di età dovranno disporre di un certificato covid per accedere alle aree interne dei ristoranti, delle strutture culturali e ricreative e in occasione di eventi al chiuso, ma non per i trasporti pubblici. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale per far fronte al sovraccarico degli ospedali.

La situazione negli ospedali resta infatti tesa e i reparti di terapia intensiva sono quasi al limite. Alcuni cantoni hanno già dovuto rinviare interventi e non si tratta di operazioni di poco conto, ma di quelle per cancro, ictus o per inserire delle protesi, ha spiegato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa. In diversi casi sono stati trasferiti pazienti in altri istituti.

La situazione negli ospedali è inoltre molto diversa rispetto a quella vissuta all’inizio della pandemia: oggi, ha spiegato il ministro della sanità, la maggioranza delle persone ricoverate in cure intense ha tra i 30 e i 60 anni di età. Il 90% di loro non è vaccinato.

Troppo pochi i vaccinati

Il numero dei contagi resta poi alto e la percentuale della popolazione non immunizzata è ancora troppo elevata per prevenire una nuova ondata di contagi. Il ritmo di vaccinazione, benché in lieve crescita, resta basso e non permette di evitare nuove ondate pandemiche, ha sottolineato Berset.

Le persone che potrebbero vaccinarsi ma non lo hanno ancora fatto, ha proseguito il responsabile del Dipartimento federale dell’interno, sono 2,5 milioni. Se si aggiunge il milione di bambini che non può farlo si raggiunge un totale di 3,5 milioni di cittadini non immunizzati: tra questi soggetti il virus può circolare abbastanza liberamente.

Con l’abbassamento delle temperature nei mesi autunnali non può essere inoltre escluso un rapido aumento dei ricoveri. Per evitarlo occorre agire ora: per vedere gli effetti dell’introduzione del certificato sanitario ci vorranno infatti dalle due alle tre settimane.

Fino al 24 gennaio (se la situazione non migliora)

La misura annunciata mercoledì – che oltre a bar e ristoranti concerne anche musei, biblioteche, zoo, centri fitness, piscine coperte, centri acquatici, casinò, teatri, sale da concerto, cinema, nonché eventi privati in locali aperti al pubblico, come i matrimoni – è limitata al 24 gennaio 2022.

Potrà tuttavia essere revocata in anticipo qualora la situazione sul fronte degli ospedali dovesse migliorare.

Pure interessate dall’obbligo del pass sono le attività sportive e culturali al chiuso, come gli allenamenti e prove musicali o teatrali. La restrizione non varrà per i gruppi a composizione stabile di al massimo 30 persone che si allenano o si esercitano regolarmente insieme in locali separati.

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Eccezioni

Una eccezione è prevista anche per le funzioni religiose e le manifestazioni politiche fino ad un massimo di 50 partecipanti. Per le manifestazioni all’aperto continueranno invece a valere le regole vigenti: obbligo del certificato per le manifestazioni con più di 1000 persone e libertà di scelta degli organizzatori per eventi di minori dimensioni.

Sono escluse dall’obbligo del certificato anche le prestazioni delle autorità nonché i servizi alla persona come saloni di parrucchieri, offerte terapeutiche e di consulenza, offerte gastronomiche in centri di consulenza (come le mense dei poveri).

Lo stesso dicasi per i trasporti pubblici, commercio al dettaglio e zone di transito degli aeroporti. La Confederazione non prevede alcun obbligo di certificato nemmeno nei luoghi di lavoro e nei centri di formazione (comprese le mense). Non ci sarà neanche un obbligo federale del certificato per chi fa visita a familiari in ospedali e case di riposo.

Multa per chi sgarra

Per chi non rispetta l’obbligo di certificato covid sono previste delle sanzioni. Gli avventori riceveranno una multa di 100 franchi, mentre i gestori e gli organizzatori potranno essere multati o in casi estremi vedersi il locale chiuso.

Certificato consentito nel mondo del lavoro

Da parte loro, i datori di lavoro potranno verificare se i loro dipendenti sono in possesso di un certificato sanitario “soltanto se necessario per l’attuazione di misure di protezione adeguate o di strategie di test”. Le informazioni sullo stato di immunità o sul risultato del test non potranno essere utilizzate per alcun altro scopo.

Se chiederanno ai loro dipendenti di sottoporsi al test, i datori di lavoro dovranno coprirne i costi. Soltanto i test ripetuti saranno assunti dalla Confederazione. Per ragioni di protezione dei dati, i datori di lavoro dovranno utilizzare, nel limite del possibile, il certificato light.

Da notare anche che i collaboratori di una struttura con obbligo di certificato (come il personale di servizio nei ristoranti, gli istruttori fitness, i sorveglianti di musei o il personale ausiliario durante manifestazioni sportive) non dovranno essere provvisti di un certificato.

Certificato possibile all’università

Per quel che concerne le scuole universitarie, i cantoni o le scuole stesse potranno prescrivere l’obbligo del certificato per i corsi di livello bachelor e master. In questo caso saranno revocati l’obbligo della mascherina e la limitazione a due terzi della capienza delle aule.

Per altre attività universitarie, quali lo svolgimento di corsi di formazione continua, continueranno a valere le regole previste per le manifestazioni.

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