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Confermata la multa dell’UE a UBS, 172 milioni per cartello con altre banche

UBS
Keystone-SDA

Il Tribunale dell'UE ha confermato le multe inflitte nel 2021 dalla Commissione europea a tre banche, fra cui la svizzera UBS, per aver costituito un cartello - insieme ad altri sei istituti - nell'ambito della negoziazione dei titoli di stato europei.

La corte ha limato gli importi previsti per l’italiana Unicredit (la sanzione scende da 69,4 a 65,0 milioni di euro) e per la giapponese Nomura (da 129,5 a 125,6 milioni), mentre ha lasciato invariata la sanzione di 172,3 milioni di euro (164 milioni di franchi) inflitta a UBS.

Le altre quattro società coinvolte, secondo l’antitrust europeo, erano Bank of America, Natixis, RBS (oggi NatWest) e WestLB (oggi Portigon). NatWest non è stata però multata in quanto ha rivelato la condotta illecita alla Commissione, per Bank of America e Natixis è scattata la prescrizione, mentre WestLB non ha ricevuto ammende perché non ha generato alcun fatturato netto nel periodo che serviva per calcolarla. Le aziende – NatWest esclusa – avevano presentato ricorso contro la decisione.

Il Tribunale conferma oggi sostanzialmente le sanzioni, segnalando solo la piccola riduzione nel conteggio delle multe a Nomura e a Unicredit. Per quanto riguarda Nomura, secondo la corte a Lussemburgo la Commissione è incorsa in un errore nella determinazione di uno degli elementi dell’ammenda. Per Unicredit il Tribunale rileva che il comportamento anticoncorrenziale è iniziato 17 giorni più tardi rispetto alla data indicata dalla Commissione.

I giudici confermano però che si è trattato di “un’infrazione unica e continuata e che gli scambi di informazioni commercialmente sensibili, le pratiche di fissazione dei prezzi e di ripartizione della clientela sul mercato tanto primario quanto secondario dei titoli di stato europei presentano un grado particolarmente elevato di dannosità per la concorrenza”.

“È inaccettabile che nel bel mezzo della crisi finanziaria, quando molti istituti finanziari hanno dovuto essere salvati con finanziamenti pubblici, queste banche fossero colluse a spese degli stati membri”, aveva detto nel 2021 la vicepresidente Ue Margrethe Vestager.

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