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No dell’Ue al rinnovo dell’equivalenza borsistica a Zurigo

Salvo sorprese dell'ultima ora l'Unione europea non concederà l'estensione dell'equivalenza alla piazza finanziaria di Zurigo. Non vi è infatti più tempo materiale per evitare la scadenza automatica del 30 giugno dal momento che per attivare la procedura di proroga occorrono 5 giorni.

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Lo hanno confermato nel pomeriggio fonti della Commissione Ue che martedì scorso si erano espresse esplicitamente sulla questione. Bruxelles ha motivato la revoca del riconoscimento della Borsa elvetica con la “mancanza di progressi” da parte di Berna riguardo all’approvazione dell’Accordo istituzionale concluso nell’autunno scorso che è finalizzato a regolare normativamente l’accesso della Confederazione al mercato unico. Se ci fossero però impegni “credibili e duraturi” da parte di Berna, la Commissione europea sarebbe disposta a riesaminare la situazione

Una ritorsione quindi che prelude a contromosse da parte di Berna. A livello finanziario il governo federale ha pronto un piano B: se gli investitori europei non potranno più trattare dal 1° luglio le azioni svizzere direttamente a Zurigo, Berna intende vietare la contrattazione di questi titoli sulle altre piazze e richiedere specifici riconoscimenti a operatori stranieri. Quindi gli effetti concreti della misura rischiano di essere limitati.

Sul piano politico invece le tensioni tra Svizzera e Ue sono destinate inevitabilmente a salire. E a questo punto difficilmente le Camere federali stanzieranno il nuovo miliardo di coesione, vale a dire il contributo spontaneo di Berna in favore dell’integrazione dei paesi dell’Est nell’Unione europea.

Resta da vedere chi ci guadagnerà alla fine da questo braccio di ferro. Come è noto il governo federale in dicembre ha rinunciato a firmare l’Accordo istituzionale che dalla prospettiva elvetica contiene alcuni punti controversi (aiuti di Stato, tutela dei salari, statuto di cittadinanza), mettendo in consultazione il testo. I tempi della democrazia diretta svizzera, è stato spiegato, sono diversi da quelli dei paesi vicini.

A Bruxelles invece si ritiene che Berna stia prendendo tempo in vista delle elezioni federali di ottobre. Guarda caso proprio il mese in cui il mandato di questa Commissione europea scadrà.  

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