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USA e Germania avrebbero spiato il mondo tramite una ditta svizzera

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La Crypto poteva usare come importante argomento di vendita il fatto che avesse sede in un Paese neutrale, non allineato ai blocchi della Guerra fredda. In realtà sarebbe stato un meccanismo in mano statunitense e tedesca. Copyright 2017 The Associated Press. All Rights Reserved.

I servizi segreti statunitensi e tedeschi avrebbero spiato per decenni oltre un centinaio di Stati grazie alle macchine prodotte dalla ditta Crypto, nel canton Zugo. Rivelazioni giornalistiche gettano nuova luce sulla vicenda mentre il Governo elvetico apre un'inchiesta.

Le ricerche condotte dalla televisione svizzero tedesca SRF, della tedesca ZDF e del quotidiano statunitense Washington Post si basano su documenti della CIA e dei servizi segreti tedeschi BND e hanno come protagonista l’impresa Crypto di Steinhausen, nel canton Zugo. 

Del ruolo dell’azienda si discute da tempo. Nel 1992 un tecnico di Crypto era stato arrestato in Iran e non sono mancate già in quegli anni ricostruzioni giornalistiche che hanno collegato l’impresa a Washington e in particolare alla National Security Agency (NSA).

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Stando alle nuove rivelazioni, nel 1970 la Crypto sarebbe stata acquistata in parti uguali da CIA e BND attraverso una fondazione in Liechtenstein, ma la collaborazione sarebbe cominciata già molto prima. 

Le due agenzie di intelligence avrebbero avuto libero accesso ai messaggi cifrati che, tramite gli apparecchi prodotti dall’azienda, venivano scambiati fra le autorità di vari Paesi fin dal Dopoguerra. 

Si parla di centinaia di migliaia di comunicazioni fra organi governativi, ambasciate e unità militari. Il tutto sarebbe proseguito almeno sino al 2018, quando la Crypto è stata liquidata. Una delle due società subentranti, Crypto International, è attualmente posseduta dallo svedese Andreas Linde, che nega qualsiasi rapporto con i servizi segreti di Germania e Stati Uniti.

Del caso si sta occupando anche la Confederazione: secondo quanto indicato all’agenzia ats da un portavoce del Dipartimento della difesa (DDPS), il Governo elvetico ha incaricato nel gennaio di quest’anno l’ex giudice federale Niklaus Oberholzer di fare luce sulla vicenda. Un rapporto sul caso è atteso entro fine giugno. “Gli eventi in esame risalgono fino al 1945 e sarà difficile ricostruirli e interpretarli nel contesto attuale”, ha sottolineato il portavoce.

Il Servizio delle attività informative della Confederazione SIC (i servizi segreti svizzeri) ha riferito il 19 agosto 2019 alla responsabile del DDPS Viola Amherd delle voci che circolavano sulla Crypto. Le rivelazioni hanno spinto all’azione anche il Dipartimento dell’economia: a metà dicembre è stata sospesa l’autorizzazione generale d’esportazione dell’impresa, ha indicato la portavoce federale Evelyn Kobelt.

Tuttavia, stando al Washington PostCollegamento esterno, i documenti della CIA e della BDN dimostrerebbero che dei “funzionari svizzeri” sarebbero stati a conoscenza per decenni del legame tra la Crypto e i servizi di spionaggio americani e tedeschi.

Il servizio del Telegiornale della RSI: 

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“Miliardi spesi per essere comunque spiati”

La trasmissione Rundschau di SRF, in un servizio che sarà diffuso mercoledì, ha cercato di ricostruire quanto concretamente avvenuto nei decenni scorsi. Stando a quanto indicato anche da un ex dipendente di Crypto, l’impresa avrebbe fabbricato e venduto per decenni apparecchi in due versioni: una sicura e una non sicura, i cui contenuti potevano essere decrittati sfruttando una falla. La prima versione sarebbe andata solo a pochi Paesi, fra cui la Svizzera.

La Crypto poteva usare come importante argomento di vendita il fatto che avesse sede in un Paese neutrale, non allineato ai blocchi della Guerra fredda. In realtà sarebbe stato un meccanismo in mano statunitense e tedesca. 

Le testate giornalistiche descrivono quanto successo come parte della cosiddetta “operazione Rubikon”, una delle campagne di spionaggio di maggior successo avvenute dopo la Seconda guerra mondiale. In dichiarazioni riportate da Rundschau, Richard Aldrich, professore all’università inglese di Warwick, parla di una delle operazioni più audaci e scandalose di sempre: “Oltre 100 Stati hanno pagato miliardi di dollari e nel contempo hanno fatto sì che i loro segreti fossero rubati”.

Lo spionaggio praticato attraverso le macchine di Crypto avrebbe influenzato pesantemente la politica mondiale: gli americani avrebbero sfruttato le informazioni raccolte per esempio nelle discussioni di Camp David del 1978 (che hanno portato alla Trattato di pace israelo-egiziano) e nell’invasione di Panama del 1989. 

Nel prossimo video il commento di Dick Marty, ex “senatore” elvetico che, per conto del Consiglio d’Europa, aveva condotto delle indagini sulle carceri segrete della CIA:

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